Fusicocco nel mirino in tarda primavera

Fusicocco
Cercansi alternative dopo le limitazioni all’uso dei benzimidazolici

In Italia la presenza del fusicocco su pesco e mandorlo è segnalata già all’inizio del secolo scorso; attualmente in Emilia-Romagna è nell’area della provincia di Ravenna che il fusicocco presenta la maggiore virulenza e diffusione. Alcuni produttori in diversi areali di coltivazione della drupacea stanno osservando un incremento della gravità delle infezioni di fusicocco in questi ultimi anni. La malattia è causata dal fungo Phomopsis amygdali. Anche se i trattamenti fungicidi possono contenere efficacemente altre malattie quali nerume e moniliosi, nessun rimedio del tutto efficace finora è stato trovato per contenere e gestire i cancri rameali da fusicocco, rendendo la sua gestione particolarmente insoddisfacente sia per i frutticoltori che per i tecnici. La ricerca recentemente ha esplorato un discreto numero di strategie alternative e di posizionamento dei fungicidi fino alla sanitazione. Un aggiornamento di questi studi, peraltro veramente pochi rispetto ad altre importanti malattie fungine, sono di seguito riassunti in modo tale da fornire una utile guida per la gestione di questa importante malattia fungina. Dopo tutti questi anni la problematica non tende a diminuire, ma essendo influenzata da un andamento climatico con primavere, autunni miti e piovosi e dalla elevata umidità atmosferica, vale davvero la pena considerare la gestione di questa avversità nell’ottica dell’integrazione di tutte quelle pratiche virtuose, sia chimiche, ma soprattutto agronomiche, in grado di ridurre il potenziale di inoculo del fungo nel frutteto.

 

Cancri caratteristici

La malattia causa un rapido disseccamento dei germogli, ma le infezioni posso interessare anche rami di maggiori dimensioni e il tronco e possono portare anni gravi alle piante delle varietà altamente suscettibili. La morte dei giovani getti e il disseccamento dei rami misti ha come conseguenza una perdita produttiva diretta in quanto i getti infetti sono quelli fruttiferi della stagione. In un recente studio effettuato negli Stati Uniti, è stato dimostrato che il disseccamento rameale può portare una perdita produttiva oscillante dal 20 al 30% nei frutteti gravemente colpiti.

L’agente responsabile (Phomopsis amygdali) manifesta la sua presenza attraverso la comparsa sui rami di cancri facilmente riconoscibili per la loro forma ellittica, il colore nocciola e perché solitamente localizzati attorno ad una gemma (imbrunimento perigemmale). Queste lesioni, accrescendosi, compromettono completamente l’attività vascolare dei tessuti ed evolvono dapprima con l’ingiallimento delle foglie soprastanti e poi con il successivo disseccamento della parte distale del rametto. Sulle grosse branche e sul tronco principale il fusicocco può portare alla formazione di cancri corticali, spesso accompagnati da abbondante essudato gommoso. Gravi attacchi possono compromettere la produttività delle piante e in condizioni estreme portare alla morte delle stesse. Sulle parti colpite appaiono delle piccolissime masserelle nerastre leggermente erompenti (picnidi) che, in condizioni di elevata umidità, formano degli essudati mucillaginosi e biancastri (cirri) costituiti da numerosissime spore (conidi). Queste rappresentano la principale fonte d’inoculo del patogeno poiché - date le loro ridottissime dimensioni (1,5-2,5 x 5-7,5 micron) - sono facilmente trasportabili dal vento, dalla pioggia, dagli insetti o dagli uccelli. Una volta giunte in contatto con

 

 

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Fusicocco nel mirino in tarda primavera - Ultima modifica: 2016-03-05T08:00:56+01:00 da Sandra Osti

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