Nuova cocciniglia per la vite: dopo la farinosa, ora l’asiatica

cocciniglia asiatica su vite
Planococcus ficus
Prime segnalazioni nei vigneti emiliani e veneti di Pseucococcus comstocki, cocciniglia farinosa originaria dell’Asia Orientale (Cina, Corea e Giappone)

Le cocciniglie stanno diventando un problema sempre più serio per la viticoltura. I problemi dovuti alle cocciniglie farinose, in particolare a Planococcus ficus, sono cominciati a partire dal 2009 e hanno interessato soprattutto i vigneti ubicati nelle zone pedecollinari dell’Italia settentrionale.

Le infestazioni di P. ficus raramente riguardano tutte le piante del vigneto, ma destano preoccupazione in quanto provocano danni dovuti alla suzione della linfa a livello sia dei germogli che dei grappoli che poi maturano con difficoltà e in alcuni casi avvizziscono.

Si aggiungono poi quelli indiretti dovuti alla trasmissione di virus come l’accartocciamento fogliare (GLRa-1 e 3), il legno riccio o scanalatura del legno (GVA) e la suberosi corticale (GVB).

Una rapida diffusione

Quest’anno nei vigneti è comparso anche Pseucococcus comstocki originario dell’Asia Orientale (Cina, Corea e Giappone).

I primi focolai di questa nuova cocciniglia sono stati osservati, a partire da giugno, sia in Veneto che di alcune aree dell’Emilia-Romagna.

Inizialmente le infestazioni della cocciniglia asiatica sono state confuse con quelle provocate dal Planococco o da altre cocciniglie farinose come Heliococcus bohemicus in quanto l’identificazione esatta degli stadi giovanili non è facile.

Questa cocciniglia in realtà è nuova solo per i vigneti, in quanto in Italia è stata segnalata per la prima volta nel 2004, nel Veronese, su Morus nigra. Nello stesso anno è stato individuata anche in Francia, in ambiente urbano. Poi, a partire dall’estate successiva, è cominciata la rapida espansione della specie nel territorio italiano.

Prima nel nord est, a danno di specie ornamentali e frutticole (pesco), poi nel resto della pianura padana. In Emilia-Romagna P. comstocki è ormai ubiquitaria e le sue infestazioni hanno creato qualche problema su pero, nelle province di Modena, Bologna, Ferrara e su pesco nella Romagna.

Tre generazioni all’anno

Nei nostri ambienti P. comstocki compie tre generazioni all’anno in funzione delle condizioni climatiche.

Trascorre l’inverno come uovo deposto all’interno di ammassi cerosi di aspetto cotonoso visibili tra le screpolature della corteccia del tronco e dei grossi rami o sotto placche parzialmente sollevate. Le uova schiudono a partire da aprile.

Le femmine adulte della prima generazione si osservano in giugno, quelle della seconda generazione dalla fine di luglio alla prima metà di agosto e quelle della terza generazione dalla metà di settembre fino a novembre. La maggior parte delle femmine si sposta per ovideporre dalle foglie ai rami più vecchi e sul tronco.

Frequentemente, nelle coltivazioni infestate, le femmine si concentrano sui frutti, sui grappoli nella vite, nella cavità calicina su pero e melo e in quella peduncolare su pesco. La deposizione delle uova, in ammassi biancastri costituiti dagli ovisacchi cerosi, inizia due settimane dopo l’accoppiamento.


Dalle piante da frutto alla vite

Negli ultimi anni la diffusione di P. comstocki si è lentamente ampliata senza provocare particolari problemi. Occasionalmente venivano osservati danni in prossimità della raccolta di alcune colture frutticole ma il problema principale era dovuto alla sostanziale imprevedibilità degli attacchi che, di solito, comparivano improvvisamente in prossimità della raccolta senza che ci si fosse accorti della presenza della cocciniglia. Questa imprevedibilità degli attacchi rende molto difficile impostare una specifica strategia di difesa e, di solito, P. comstocki viene controllato con le strategie di difesa pensate per le cocciniglie “principali” dei fruttiferi: Comstockaspis perniciosa sulle pomacee e Pseudaulacaspis pentagona sulle drupacee.

Articolo pubblicato sulla rubrica L'occhio del Fitopatologo di Terra e Vita

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Nuova cocciniglia per la vite: dopo la farinosa, ora l’asiatica - Ultima modifica: 2019-01-04T21:53:45+01:00 da K4

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