La cattiva gestione della Pac costa all’Italia 350 milioni

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L’Unione Europea richiede la restituzione di 350 milioni di euro per aiuti Pac indebiti a causa di carenze applicative e di controllo. A pagare il conto saranno gli agricoltori

I controllori della spesa comunitaria hanno realizzato in Italia un’indagine sugli aiuti pagati per la domanda Pac 2015 e 2016 concludendo che circa 500 milioni di euro sono stati erogati senza una corretta applicazione delle norme comunitarie e in carenza di un corretto regime di controllo.

odissea caaAl termine della procedura di contestazione è stato investito anche l’Organo di conciliazione previsto dalla normativa di bilancio dell’Ue senza però arrivare ad una conciliazione effettiva attesa la distanza delle posizioni tra le autorità italiane e quelle delle Commissione.

Il fallimento della conciliazione

L’organo di Conciliazione ha concluso affermando che In base al fascicolo e alle audizioni svolte con i servizi e le autorità, l’organo non ritiene che sia possibile in questo caso pervenire a una conciliazione, in quanto interpretazioni giuridiche divergenti in ordine alle PLT e all’assegnazione di diritti all’aiuto a partire dall’anno di domanda 2015 sembrano impedire una rettifica calcolata, concordata da entrambe le parti. L’organo non esclude tuttavia che le parti possano concordare una corretta valutazione della perdita finanziaria subita dal Fondo per le altre voci. Nondimeno, ciò non osta all’applicazione di una rettifica forfettaria del 5 %.

In termini finanziari la rettifica del 5% dell’ammontare complessivo degli aiuti erogati è pari a 350 milioni di euro che verrebbero subito detratti dalle prossime assegnazione di fondi comunitari, non appena la decisione di esclusione sarà stata assunta dalla Commissione in forma ufficiale.

Le contestazioni formulate

Il sistema attuato in Italia negli anni di domanda 2015 e 2016 presenta carenze nel funzionamento di 5 controlli essenziali che hanno generato un rischio per il Fondo per quanto riguarda le spese connesse ai pagamenti diretti per superficie nell'ambito del FEAGA. Tali carenze riguardano:

  • l’esecuzione di controlli incrociati per stabilire l'ammissibilità della particella dichiarata
  • l’esecuzione di un numero sufficiente di controlli in loco
  • l’esecuzione di controlli in loco di qualità sufficiente
  • il calcolo corretto dell'aiuto, comprese riduzioni e sanzioni amministrative
  • i controlli amministrativi sui diritti all'aiuto all'atto dell’istituzione del regime di pagamento di base.

I regimi di aiuto interessati alla correzione

La D.G: Agricoltura della Commissione propone ora du livelli di rettifica forfettaria e cioè:

  • rettifica forfettaria del 5 % sui pagamenti nell'ambito del regime per i piccoli agricoltori, del regime di pagamento di base, del regime di inverdimento e del regime per i giovani agricoltori, in relazione alle carenze sui controlli essenziali, esecuzione di controlli incrociati per stabilire l'ammissibilità della particella dichiarata, esecuzione di controlli in loco di qualità sufficiente e controlli amministrativi sui diritti all'aiuto all'atto dell'istituzione del regime di pagamento di base;
  • rettifica forfettaria del 2 % sui pagamenti per superficie nell'ambito del sostegno accoppiato facoltativo per carenze su verifiche incrociate SIPA, esecuzione di controlli incrociati per stabilire l'ammissibilità della particella dichiarata ed esecuzione di controlli in loco di qualità sufficiente.

Le conseguenze per gli agricoltori

pacGli importi delle riduzioni potrebbero essere già stati detratti alle popolazioni di agricoltori interessati nella misura percentuale stabilita e riaccreditati alle casse comunitarie. Per quelli che fossero stati recuperati dopo il 30 aprile 2018 non vi è l’obbligo per l’Italia di accreditarli al bilancio dell’Ue.

In ogni caso questo tipo di recuperi genera una notevole massa di contenziosi in quanto non si tratta di carenze o comportamenti irregolari sino al limite della frode realizzati dagli agricoltori ma di carenze dei sistemi di controllo e organizzativi degli organi amministrativi. In questi casi dovrebbe prevalere il principio del legittimo affidamento dell’agricoltore che si è attenuto alle disposizioni impartite dalle autorità competenti e, in questo caso, Agea e Regioni.

La cattiva gestione della Pac costa all’Italia 350 milioni - Ultima modifica: 2019-03-26T03:35:53+01:00 da Lorenzo Tosi

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