Granoro e il “duro” italiano, una filiera per la pasta di qualità

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Con il progetto "Dedicato" il pastificio pugliese Granoro in collaborazione con il Crea e la società sementiera Sis, stanno incentivando la coltivazione della varietà Senatore Cappelli, capace di remunerare gli agricoltori in modo soddisfacente

Grano duro in primo piano alla tavola rotonda organizzata dal Pastificio Granoro presso il Crea CI di Foggia, allo scopo di rilanciare con forza l'idea di fare sistema tra industria e settore primario per sostenere in maniera alternativa questa coltura (e tutta l'agricoltura italiana) attraverso gli accordi di filiera.
Su scala mondiale si producono 14,3 milioni di tonnellate di pasta l'anno e l'Italia è leader con 3,36 milioni di tonnellate, ma altri competitor come la Turchia stanno pericolosamente avanzando, con quantitativi e qualità importanti.

L'impegno di Granoro per la qualità

Ecco allora che il pastificio Granoro (70 milioni di fatturato nel 2017) ha promosso e incentivato concretamente la valorizzazione del proprio territorio e della Puglia ideando nel 2012 la linea "Dedicato", pensata per promuovere i prodotti agricoli coltivati nel Tavoliere e creare una sinergia diretta tra agricoltori, industria e consumatori, incentivando i primi a produrre in qualità attraverso l'adozione di buone pratiche agricole e l'uso di sementi certificate, garantendo così ai consumatori un prodotto tracciato dal campo alla tavola. Le previsioni dell'ultimo raccolto che le 180 aziende agricole (divise tra Coop Agricola Fra' Coltivatori di Apricena, la OP Mediterraneo e la Semidaunia di Cerignola), protagoniste del progetto Granoro "Dedicato" stimano una produzione di 15mila tonnellate su una superficie coltivata di quasi 5mila ettari.
«Anni fa etichettatura e filiera sarebbero state impensabili - ha detto Colomba Mongiello della Commissione Agricoltura - mentre oggi forse sono più le imprese che fanno filiera di quelle che non la fanno».

Senatore Cappelli in cattedra

Osservato speciale di questa tavola rotonda era in particolare la varietà Senatore Cappelli, creata nel 1918 e tornata alla ribalta per le sue caratteristiche di stabilità produttiva e qualità della granella. «Siamo arrivati in poco tempo a circa 5mila ettari coltivati di questa varietà, tutti sotto contratto di filiera - ha spiegato Mauro Tonello, presidente Sis, società che ha sottoscritto un accordo con Granoro per questa varietà - e abbiamo cercato di garantire un prezzo importante all'agricoltore (60 euro/q se prodotto in convenzionale, 80 euro se in regime biologico), per incentivarne la coltivazione, considerata anche l'attuale resa produttiva non straordinaria (15-20 q/ha). La nostra stima è quella di arrivare a 10-15mila ettari l'anno prossimo».

Origine da difendere e valorizzare

«Si tratta di un progetto nato per amore verso la nostra terra e per rispetto di tutti i lavoratori, con la certezza che in Puglia si possa fare un'agricoltura diversa producendo in particolare grano duro di qualità - ha concluso Marina Mastromauro, ad di Granoro -. La filiera è il futuro della nostra agricoltura e in questo senso dobbiamo lavorare tutti insieme nel rispetto reciproco. L'arma vincente che può caratterizzare meglio la pasta italiana, oltre alla manifattura, è proprio l'origine della materia prima, ossia il made in Italy autentico, che va difeso con forza dalla minaccia più insidiosa rappresentata dalla concorrenza dei pastifici esteri».

Granoro e il “duro” italiano, una filiera per la pasta di qualità - Ultima modifica: 2018-06-20T14:05:06+02:00 da Francesco Bartolozzi