Le regole per far diventare biologico quello che non lo è

Mangimi per suini e polli, pollastrelle, gamberetti, semi ecc. Esce il nuovo Regolamento di esecuzione (UE) 2018/1584 e concede una ridda di deroghe per una tipologia di produzione normata ormai da più di 25 anni

Il mercato del biologico è in continua espansione e la produzione ottenuta con le rigide regole comunitarie, spesso non riesce a soddisfare tutta la domanda. Basta farlo presente alla Commissione per ottenere deroghe ad utilizzare anche materie prime non biologiche, come richiede la norma in modo da aumentare la produzione bio che diversamente rimarrebbe confinata nell’alveo del prodotto convenzionale con un minore valore e quindi con una perdita per i produttori.

Il Regolamento della Commissione pubblicato il 23 ottobre 2018 concede appunto una serie di deroghe come ad esempio quella per gli allevamenti biologici di suini e di pollame affermando esplicitamente nel testo del regolamento che “l'offerta di proteine biologiche sul mercato dell'Unione non è sufficiente in termini qualitativi e quantitativi per soddisfare le esigenze nutrizionali dei suini e del pollame allevati in aziende biologiche. La produzione di colture proteiche biologiche è ancora in ritardo rispetto alla domanda. È pertanto opportuno prorogare al 31 dicembre 2020 il periodo in cui è consentito usare mangimi proteici non biologici per le specie suine e avicole in proporzioni limitate”.

Attività ingannevole per i consumatori

Il mercato e i prezzi dei prodotti biologici si reggono sui maggiori costi di produzione che gli agricoltori devono sostenere per procurarsi e adottare mezzi di produzione biologici. E’ facile immaginare che la deroga ad utilizzare proteine non biologiche non inciderà sul prezzo delle produzioni biologiche finali. In definitiva si può parlare di frode ed inganno ai danni del consumatore che non avrà alcun strumento per distinguere tra i suini e polli allevati con proteine 100% biologiche e quindi con maggiori costi e quelli allevati con una percentuale di proteine non bio e quindi con minori costi di produzione che non verranno certo scaricati anche sul prodotto finale.

Girl unsure about the authenticity of the product at supermarket

Il caso delle pollastrelle di galline ovaiole

Sempre secondo quanto riportato nel Regolamento comunitario appena pubblicato, la produzione sul mercato dell'Unione di pollastrelle destinate alla produzione di uova allevate con il metodo biologico non è sufficiente in termini qualitativi e quantitativi per soddisfare le esigenze degli allevatori di galline ovaiole. Al fine di concedere un lasso di tempo superiore per la produzione di pollastrelle destinate alla produzione di uova allevate con il metodo biologico e per stabilire norme dettagliate per la produzione di pollastrelle allevate con il metodo biologico, è opportuno prorogare fino al 31 dicembre 2020 il periodo di applicazione della norma eccezionale che consente l'utilizzo di pollastrelle destinate alla produzione di uova allevate con metodi non biologici, di età non superiore a 18 settimane.

Le altre deroghe: i gamberetti biologici

La razione dei gamberi peneidi e di gamberetti di acqua dolce (Macrobrachium sp.) può contenere al massimo il 25 % di farina di pesce e il 10 % di olio di pesce derivanti dalla pesca sostenibile. Al fine di assicurare le esigenze nutritive quantitative di detti gamberi e gamberetti, per integrare la loro dieta può essere utilizzato colesterolo biologico. Nei casi in cui quest'ultimo non sia disponibile può essere utilizzato colesterolo non biologico derivante dalla lana, dai molluschi o da altre fonti. L'opzione di integrare la loro dieta con colesterolo si applica sia in fase di ingrasso che nelle prime fasi di vita in incubatoi e vivai.

Le regole per far diventare biologico quello che non lo è - Ultima modifica: 2018-10-25T19:27:38+02:00 da Lorenzo Tosi

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