Un patto per un ambiente diverso è ancora possibile

L'agricoltura ha un ruolo decisivo nell'obiettivo di ristabilire un corretto equilibrio di convivenza tra l’uomo e ambiente che ci ospita. Ecco le azioni utili da mettere al centro dell'agenda politica

Mentre si attutisce l'eco del global climate strike (clicca qui per maggiori dettagli) che ha portato nelle piazze italiane migliaia di studenti preoccupati per un futuro (e un presente) funestati dal climate change, rimane sempre più pressante la necessità di ridefinire politiche agricole capaci di ristabilire un ottimale equilibrio di convivenza tra l’uomo e l’ambiente che lo ospita. Il degrado ambientale, accresciuto dal cambiamento climatico, è sotto gli occhi di tutti, come testimoniano i recenti disastri a carico di territori e popolazioni che vedono come primi attori alcuni eventi meteo catastrofali (ondate di calore, bombe d’acqua, uragani, ecc.). È quindi evidente che non sono più rinviabili politiche ad hoc, anche se impopolari e scevre di consenso elettorale.

  • Investire sulla manutenzione del territorio,
  • promuovere sistemi di coltivazione più rispettosi dell’ambiente,
  • sostenere lo smaltimento ecologico dei rifiuti,
  • frenare l’avanzata dei deserti e lo scioglimento dei ghiacciai.

Sono queste le azioni utili che vanno rafforzate ponendole al centro dell’agenda politica dei governi.

L'impennata dei gas serra

Molti dei fenomeni meteo nefasti di cui sopra sono divenuti più probabili a causa del cambio climatico. Preoccupante è il crescente aumento della COnell’atmosfera, principale gas ad effetto serra, anche se non tutti i paesi e i cittadini contribuiscono in egual misura (anche qui il concetto di uguaglianza è purtroppo un’illusione). Cina e India, che nel complesso sono tra i paesi più CO2-inquinanti, a livello di singolo cittadino esibiscono infatti un’emissione relativamente modesta. Stiamo imparando che lo sviluppo delle società non in armonia con l’ambiente genera un malinteso senso del progresso ed è destinato a divenire un boomerang per le generazioni successive, che saranno chiamate a pagare un prezzo altissimo.

21 giovani contro il negazionismo di Trump

Ciò sta facendo riemergere il problema del patto inter-generazionale che prevede l’obbligo di consegnare a figli e nipoti il pianeta terra almeno così come lo abbiamo trovato. Questo pilastro del diritto ecologico internazionale, più volte sancito dall’Onu. a partire dalla conferenza di Rio del 1992 ed oggi alquanto debole, si potrebbe rafforzare dalla causa civile che 21 giovani americani hanno intentato contro l’amministrazione di Washington colpevole di compromettere il futuro delle imminenti generazioni con la sua politica negazionista sul clima (gli Usa o meglio l’attuale presidente Donald Trump non ha infatti ratificato l’accordo di Parigi del 2015). La novità è che questi juniores non chiedono risarcimenti monetari, bensì una politica chiara e soprattutto interventista sui cambiamenti climatici. Avere un pianeta sano e vivibile è un diritto sancito dalla costituzione ed è doveroso (così affermano) che chi sarà chiamato a pagare un prezzo altissimo domani, inizi a esprimere il proprio dissenso oggi.

1,2,3,4: l'agricoltura cambia passo

In questo quadro, l’agricoltura sta facendo la sua parte: l’era della meccanizzazione (1.0) e della chimica assoluta (2.0) appartiene al trascorso, l’era delle biosolution e dell’agricoltura di precisione (3.0) è ad un punto avanzato, ma occorre spingere celermente sull’agromotica e agricoltura digitale (4.0), ovvero più teleinformatica, meccatronica e servizi aziendali per gestire i cicli produttivi con efficienza e risparmio, incluso emergenze e criticità.

Altro pilastro è la celerità d’innovazione, poiché in agricoltura vi sono elementi frenanti: elevata età degli addetti e limitata attitudine ai mutamenti, difficoltà nell’uso delle tecnologie informatiche ed elettroniche (IoT incluso), carenza di infrastrutture (es. banda larga), nonché modeste disponibilità di risorse economiche. Anche grazie a queste nuove tecnologie è possibile iniziare a ridefinire politiche che hanno tra gli obiettivi primari quello di ristabilire un corretto equilibrio di convivenza tra l’uomo e ambiente che ci ospita.


Alberto Palliotti è dell'Università di Perugia e membro del Comitato scientifico di Terra e Vita

Editoriale pubblicato su Terra e Vita

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Un patto per un ambiente diverso è ancora possibile - Ultima modifica: 2019-03-18T10:28:32+01:00 da K4