Biologico, via libera dal Parlamento Ue al nuovo regolamento

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L'Italia ha votato contro perchè chiedeva norme più restrittive sulla soglia di contaminazione accidentale da pesticidi non autorizzati e sulle deroghe concesse all'importazione da paesi terzi. Il regolamento, previa ratifica definitiva, entrerà in vigore dal 2021.

I deputati europei nell’Assemblea generale del 19 aprile hanno dato il via alla nuova regolamentazione europea sulla produzione biologica e l'etichettatura, come concordato dai negoziatori del Parlamento e dai ministri dell'Ue il 28 giugno 2017, con 466 voti favorevoli a 124 contrari e 50 astensioni. I deputati italiani hanno espresso voto negativo in quanto chiedevano norme più restrittive di quelle adottate, in particolare sulla soglia di contaminazione accidentale da pesticidi non autorizzati e sulle deroghe concesse all'importazione di prodotti bio da paesi terzi.

Il testo approvato dal Parlamento europeo deve ancora essere formalmente approvato dal Consiglio dei ministri dell'Ue prima che possa entrare in vigore. Esso si applicherà a decorrere dal 1° gennaio 2021.

Le nuove regole puntano soprattutto a garantire l’alta qualità degli alimenti biologici, a promuovere la produzione di alimenti biologici nell'Ue ed evitare la contaminazione da pesticidi chimici o fertilizzanti sintetici.

In particolare le nuove regole prevedono:

  • Controlli rigorosi basati sul rischio si svolgeranno lungo la catena di approvvigionamento. Grazie all'insistenza del Parlamento, i controlli saranno effettuati sul posto e per tutti gli operatori, almeno una volta l'anno o una volta ogni due anni, se non è stata riscontrata alcuna frode negli ultimi tre anni.
  • Le importazioni dovranno rispettare le norme Ue. Le attuali regole di "equivalenza", che richiedono ai paesi terzi di rispettare standard simili ma non identici, saranno eliminate gradualmente entro cinque anni.
  • Aumento dell'offerta di sementi e animali biologici per soddisfare le esigenze degli agricoltori biologici: le deroghe che consentono l'uso di sementi e animali convenzionali nella produzione biologica dovrebbero scadere nel 2035 .
  • Agricoltori misti, per favorire la conversione: sarebbero consentite fattorie che producono sia alimenti convenzionali che biologici, a condizione che le due attività agricole siano separate in modo chiaro ed efficace.
  • Certificazione più semplice per i piccoli agricoltori: la certificazione di gruppo farebbe risparmiare tempo e denaro ai piccoli agricoltori quando diventano biologici.
  • Misure precauzionali: gli agricoltori e gli altri operatori della filiera alimentare saranno obbligati ad applicare una serie di nuove misure per evitare la contaminazione; se si sospetta la presenza di un pesticida o fertilizzante non autorizzato, il prodotto finale non dovrebbe portare l'etichetta biologica fino a ulteriori indagini; se la contaminazione è stata intenzionale o l'operatore non ha applicato misure precauzionali, il prodotto perderà il suo stato biologico.

Gli Stati membri che attualmente applicano soglie per sostanze non autorizzate negli alimenti biologici, come i pesticidi, potrebbero continuare a farlo, se consentono agli altri prodotti alimentari dei paesi dell'Ue di conformarsi alle norme dell'Ue per accedere ai loro mercati.

I commenti

«Il punto cruciale negativo - conferma Paolo De Castro, vicepresidente Comagri - è aver eliminato completamente le soglie per i residui».
Tuttavia «l'Italia potrà mantenere in vigore la normativa che garantisce il 'residuo zero' sui prodotti italiani» spiega Marco Zullo (M5S), ma «prodotti esteri meno garantiti avranno la possibilità di poter utilizzare il bollino biologico».

Negativo il commento di Cia - Agricoltori Italiani: «Le nuove regole europee sull’agricoltura biologica non sono assolutamente in linea con i livelli e gli standard di qualità che sono applicati da anni in Italia, che è al primo posto in Europa per produzione e al secondo per superficie coltivata a “bio”. Si tratta, di fatto, di norme che non riformano il settore biologico. Soprattutto non apportano alcun miglioramento per i consumatori nel momento in cui non intervengono sulle regole che riguardano la contaminazione dei prodotti, eliminando dai negoziati la questione delle soglie per i residui di fitofarmaci. In questo modo si penalizza il nostro Paese. Ora bisogna lavorare su due fronti: da un lato insistere a Bruxelles affinché, con gli atti delegati ed esecutivi, si vada verso misure armonizzate sulle contaminazioni e maggiori tutele per i produttori biologici; dall’altro lato riprendere in mano il disegno di legge nazionale sul biologico che il Parlamento uscente non è riuscito ad approvare» conclude la Cia.

Per Coldiretti si tratta di «un via libera nel mercato europeo a prodotti certificati come biologici contaminati da prodotti chimici fitosanitari, con le stesse soglie di inquinamento da ogm degli alimenti convenzionali e addirittura ottenuti fuori suolo, spezzando l’intimo legame tra gli alimenti, di origine vegetale o animale, con la terra. Il nuovo regolamento concede agli Stati la possibilità di mantenere in vigore soglie meno restrittive per i residui di fitofarmaci o di contaminazione da ogm con un grave danno di immagine per il settore del bio soprattutto nei Paesi, come l’Italia, nei quali gli standard di produzione sono molto elevati. Inoltre, la possibilità di produrre biologico senza utilizzare il suolo contrasta totalmente con i principi fondamentali che caratterizzano questo metodo di produzione, che non può prescindere dalla terra. Al contrario, la previsione di una deroga consentirà ad alcuni Stati del nord Europa di continuare a produrre impiegando letti demarcati in serra per un periodo di 10 anni».

«Nonostante i numerosi appelli lanciati alle Istituzioni italiane ed europee da Confagricoltura e da Agrinsieme, è stato approvato il nuovo regolamento europeo sull’agricoltura biologica - si legge in una nota dell'organizzazione agricola -. Un provvedimento che annacqua la qualità della produzione agricola biologica italiana ed europea e che mette di fatto i produttori agricoli nella condizione di dover applicare i disciplinari privati della distribuzione e della trasformazione, oltre che le disposizioni del regolamento. Sulla spinta dei Paesi del nord Europa, il regolamento permette di coltivare i prodotti bio anche senza seminarli su terra, perdendo così la naturale difesa della biodiversità, uno dei cardini dell’agricoltura biologica. Altrettanto grave è consentire, senza alcun rispetto per il consumatore e il produttore, di vendere prodotti biologici contaminati accidentalmente da pesticidi». Unico aspetto positivo del regolamento, a parere di Confagricoltura, è la possibilità di conoscere l’origine delle materie prime e del prodotto attraverso l’etichetta. Per questo l’Organizzazione degli imprenditori agricoli invita i consumatori a leggere l’etichetta e a preferire i prodotti biologici italiani.

Copagri, dal canto suo, sottolinea come «il biologico che proverrà dal vecchio continente non potrà in alcun modo offrire i livelli di qualità che garantisce il biologico italiano».

«La produzione biologica e biodinamica, di cui l’Italia è un paese leader, vede un nuovo regolamento europeo che comunque vieta sostanze di sintesi, materiale ogm o da clonazione, lo sfruttamento dei suoli e degli animali - ha commentato il presidente dell’Associazione per l’Agricoltura biodinamica Carlo Triarico -. Ma d’altro canto la stessa normativa approvata con una schiacciante maggioranza di voti a favore, permette teoricamente la vendita di prodotto biologico contaminato involontariamente da sostanze non ammesse, cosa che l’Italia ha sempre vietato e continuerà a vietare».

«L’agricoltura biodinamica, riconosciuta dal regolamento Ue - continuerà ad applicare il regolamento europeo fedelmente, ma introducendo tutte le restrizioni necessarie a farne un caso esemplare di agroecologia e tenere alta la bandiera della qualità assieme a tutto il settore biologico - assicura il presidente dell’Associazione che chiede - ora una campagna di comunicazione e una ferma posizione italiana, perché i regolamenti attuativi che seguiranno sostengano gli agricoltori dell’agricoltura biologica e biodinamica, sempre esente da sostanze non ammesse, affermando la sua qualità nel made in Italy».

Poiché le condizioni di importazione dei prodotti bio da paesi terzi dovranno sottostare alle stesse condizioni- spiega ancora Triarico “a questo punto si apre la questione ancora più grave della possibilità di importazione di prodotti extra UE parimenti contaminati involontariamente. Visti i bassi standard di alcuni paesi, i cittadini italiani potranno mangiare prodotto bio contaminato in concorrenza col prodotto italiano, che invece dovrà avere zero residui”. L’agricoltura biologica e biodinamica vedono “sempre al centro gli agricoltori, ma bisogna vigilare perché questi restino centrali, rispetto ad altri interessi che, è evidente da questo nuovo regolamento, tendono a diventare egemonici. Un esempio è l’autorizzazione ad alcuni paesi del Nord Europa a coltivare i prodotti biologici senza usare il terreno per i prossimi 10 anni. È una rappresentazione di quello che non vogliamo e della volontà di marginalizzare la terra e i contadini che stanno cambiando il modello agricolo mondiale”, conclude.

Biologico, via libera dal Parlamento Ue al nuovo regolamento - Ultima modifica: 2018-04-20T11:02:18+02:00 da Dulcinea Bignami

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