Xylella, la parola alla scienza seria

Olivi distrutti da Xylella fastidiosa nel Salento.
Ad Alberobello (Ba) il primo dei convegni «Sì, combatto Xylella» organizzati fra il 6 e il 10 febbraio in diversi Comuni delle province di Bari e Brindisi

Quali sono le prove che dimostrano la relazione del batterio Xylella con il disseccamento degli olivi? Perché si parla di epidemia? A che cosa servono le eradicazioni? In che cosa consiste la lotta al vettore? Quali sono i rimedi per gli olivi malati e quali le bufale? A queste e ad altre domande vogliono rispondere i convegni «Sì, combatto Xylella» organizzati fra il 6 e il 10 febbraio in diversi Comuni delle province di Bari e Brindisi. Il primo ad Alberobello (Ba) con la partecipazione di Carmela Riccardi, presidente dell’Associazione Libero Comitato Anti-Xylella, Pierfederico Lanotte, ricercatore del Cnr-Istituto per la protezione sostenibile delle piante di Bari, ed Enrico Bucci, professore aggiunto della Temple University di Phyladelphia (Usa).

L’Associazione Libero Comitato Anti-Xylella

Carmela Riccardi

«L’associazione che presiedo – ha introdotto Riccardi – è composta in prevalenza da agricoltori dell’Alto Salento, che dal novembre 2017 hanno iniziato a incontrarsi e ad approfondire la questione Xylella, supportati da tecnici e ricercatori. Abbiamo voluto vedere che cosa stava succedendo a Gallipoli e dintorni e dopo un viaggio in quei luoghi abbiamo capito che non potevamo più negare e nascondere a noi stessi il disastro visto: paesaggi distrutti e cimiteri di olivi morti. Nel silenzio tutti ci saremmo resi complici e responsabili di tale disastro e soprattutto dell’avanzamento della Xylella verso l’Alto Salento e il nord della Puglia e abbiamo deciso di assumerci le nostre responsabilità e impegnarci. Abbiamo realizzato un opuscolo informativo grazie al contributo gratuito e volontario del nostro comitato tecnico-scientifico affinché si sappia che cosa è il batterio Xylella fastidiosa e “cosa fare” per combatterlo e rallentarne l’avanzata e dare più tempo alla ricerca. Abbiamo partecipato a Monopoli alla manifestazione pubblica “Sì, combatto Xylella – Sì, per il paesaggio, la produttività e la scienza”, chiedendo con altri 3.000 fra olivicoltori, frantoiani, orticoltori, vivaisti, semplici cittadini, provenienti da ogni angolo della Puglia, che l’espansione del batterio venga arginata con seri strumenti scientifici. Siamo per la scienza, contro la disinformazione, l’ignoranza, le fake news».

Gli obiettivi prioritari nella lotta a Xylella

Pierfederico Lanotte

Oggi nella lotta a Xylella gli obiettivi prioritari sono nettamente distinti, ha affermato Lanotte: 1. arrestare o rallentare l’avanzata dell’epidemia verso le aree ancora indenni; 2. trovare sistemi “economicamente sostenibili” per la convivenza dell’olivicoltura nell’area ormai infetta. «La strategia di contenimento è basata su questi pilastri: monitoraggio capillare esteso e continuo, controllo meccanico e chimico dei vettori, eliminazione delle fonti di inoculo con abbattimento delle piante infette, divieto della movimentazione di piante “ospiti” e “specificate” con fortissime restrizioni all’attività vivaistica, divieto di impianto delle specie “ospiti” nella zona infetta con deroga per le specie/varietà verificate come resistenti. Inoltre la ricerca sta lavorando a individuare resistenze genetiche a X. fastidiosa subsp. pauca ceppo ST53, forse la chiave per risolvere il problema, come dimostrano tanti esempi storici di successo contro epidemie e malattie delle piante senza cura o di difficilissimo controllo».

Risposte alle domande fondamentali

Enrico Bucci

Alle domande specifiche poste dal convegno ha risposto con rara accuratezza scientifica Bucci. «La relazione causale tra Xylella e disseccamento rapido è stata accertata da molti anni e da molti diversi gruppi in varie parti del mondo. L’infezione non è opportunista: da sola è in grado di causare il disseccamento e non è particolarmente associata né a inquinamento né ad altre patologie. La diffusione del batterio ha le caratteristiche di una epidemia molto invasiva: i dati del monitoraggio SELGE non possono essere strumentalizzati per sostenere che l’incidenza di olivi infetti sia bassa, perché sono dati ottenuti prevalentemente in zone poco infette di nuova colonizzazione. Il monitoraggio va migliorato, mentre le misure di eradicazione, se applicate tempestivamente e nella zona di nuova infezione, mostrano buona efficacia nel contrastare la diffusione dell’epidemia. Finora nessun trattamento di cura o preventivo ha mostrato efficacia documentata. I dati sulla presenza di biodiversità sufficiente tra gli olivi, tale da poter arrivare con sicurezza a cultivar/varietà resistenti, sono in aumento e si stanno accumulando».

Xylella, la parola alla scienza seria - Ultima modifica: 2019-02-07T16:45:11+01:00 da Giuseppe Francesco Sportelli

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