Fratelli coltelli, come gestire le liti tra soci familiari

    Chiusura dei contratti ed eventuali indennizzi

    Domanda

    Nel 1994 acquistammo, in comunione con mio fratello, una proprietà agricola di 10 ettari con vecchi fabbricati (case, stalle, fienile, magazzeni) da ristrutturare; Mio fratello, pur essendo sposato, la acquistò come bene personale.
    Il rogito notarile di acquisto venne fatto nel 1995.
    Essendo sia io che mio fratello artigiani titolari di due distinte ditte, per poter accedere a finanziamenti regionali realizzammo un’azienda agricola intestandola alla moglie di mio fratello che si iscrisse ai coltivatori diretti, e così acquistammo un gregge di pecore, affidandolo ad un pastore in soccida, e costruimmo sala mungitura e stalla (con soldi nostri+ finanziamento a fondo perduto. Progetto intestato a mia cognata, che fu quindi beneficiaria del finanziamento.
    Nel fascicolo aziendale di mia cognata i nostri terreni erano inseriti parte in proprietà e parte in comodato gratuito, comunque per i suddetti terreni io e mio fratello nelle nostre denunce dei redditi pagavamo il reddito domenicale mentre mia cognata nella sua denuncia dei redditi pagava il reddito agrario.
    Nel 2000 realizzammo un Agriturismo restaurando e ampliando e modificando i vecchi fabbricati; 7 camere + cucina e ristorante. Soldi nostri, progetto intestato a mia cognata, i fabbricati vennero accatastati a nome nostro. Finanziamento a fondo perduto
    Nel 2003- 2005 realizzammo un altro ampliamento, camere e laboratorio per il pane. I capitali provenienti dall’attività agricola +il finanziamento a fondo perduto del precedente lavoro + soldi nostri. Il progetto era intestato a mia cognata, i fabbricati vennero accatastati a nome nostro, Ottenemmo un finanziamento a fondo perduto, beneficiaria mia cognata.
    Nel 2008 in un terreno confinante acquisito in comunione con mio fratello a mezzo usucapione realizzammo una piscina, sempre progetto intestato a mia cognata, capitali in parte nostri ed in parte dell’az. Agricola (precedente finanziamento a fondo perduto); Ottenemmo un finanziamento a fondo perduto (beneficiaria mia cognata) per i macchinari ed attrezzature.
    Alcuni anni dopo realizzammo un altro ampliamento (camere, sala mostra prodotti aziendali, riqualificazione del paesaggio) tre diversi interventi per i quali ottenemmo tre diversi finanziamenti dal Gal, i progetti erano sempre intestati a mia cognata, capitali dall’az. Agricola ed in parte nostri, i fabbricati vennero accatastati a nome nostro.
    Tutta la gestione dell’az. Agricola, contabilità, i pagamenti, i contatti e contratti con le imprese, i progettisti, i consulenti e le associazioni di categoria, i proprietari dei terreni in affitto ed i contoterzisti erano tenuti da me, che avevo anche la delega ad operare sui conti correnti bancari, sui quali emettevo gli assegni, e curavo anche i pagamenti del personale dell’agriturismo e del personale agricolo. Mia cognata seguiva il personale di sala e cucina durante il periodo nel quale l’agriturismo era aperto (da Pasqua a Settembre), per tale attività era pagata in contanti a fine stagione. Tutto questo fino al 1 marzo 2017, da tale data si deteriorarono i rapporti (a fine 2016 avevo chiesto di dividere i beni in comunione) e smisi di collaborare, anzi, mia cognata ritirò le deleghe sui conti correnti e mi fece sapere che il personale, essendo alle sue dipendenze perché intestataria dell’azienda agricola, non doveva più essere seguito da me.
    Con la presente le chiedo:
    1) Mia cognata ha diritto ad una qualche buonuscita per le migliorie in caso vengano divisi i beni (terreni, fabbricati, arredamento, macchinari, bestiame). Preciso che i terreni, e quindi i fabbricati realizzati, sono in comunione con mio fratello.
    2) Essendo che mia cognata è diventata intestataria dell’az. Agricola perché è una persona di famiglia, le migliorie devono essere calcolate come aumento di valore o come rimborso spese sostenute dalla medesima, ed in questo caso si possono detrarre le somme percepite dalla Regione od altri enti come finanziamenti a fondo perduto?
    3) Si possono detrarre dalle migliorie o rimborso spese dovute eventuali canoni di affitto, anche se fino ad ora non sono mai stati richiesti, e in caso affermativo per quanti anni?
    4) Ho fornito, soprattutto i primi anni, ingenti capitali personali sia per acquisto bestiame sia per la costruzione dei fabbricati, come potrei detrarli?
    5) Potrebbero esistere i presupposti per una società irregolare di fatto tra io (preciso che sono scapolo), mio fratello e mia cognata? In questo caso come potrebbero essere determinate le quote dei soci?
    6) Un’ultima cosa, se venisse accertata l’esistenza della società irregolare di fatto, i vari finanziamenti ottenuti per la costruzione degli stabili e le somme percepite da Agea per la PAC sarebbero illegali?
    7) Ancora, dato che stanno facendo molti cambiamenti nella gestione e nell’indirizzo aziendale che sono dannosi per l’azienda, come potrei fare per intervenire ed impedirlo?

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    Fratelli coltelli, come gestire le liti tra soci familiari
    - Ultima modifica: 2018-10-11T10:43:36+02:00
    da Barbara Gamberini
    Fratelli coltelli, come gestire le liti tra soci familiari - Ultima modifica: 2018-10-11T10:43:36+02:00 da Barbara Gamberini

    3 Commenti

    1. Interessante la questione della conversione del comodato, ma quali sono alla fin fine le circostanze che anche in assenza di pagamento possano giustificare una conversione?
      Grazie

      • Il contratto di comodato di per sé è una tipologia contrattuale ben diversa dal contratto di affitto e pertanto non è possibile alcun atto di conversione dell’uno nell’altro.
        È possibile però tranquillamente effettuare una cessazione del contratto di comodato con la conseguente stipula di un contratto di affitto.
        Il contratto di affitto di fondo rustico è soggetto al disposto della Legge 203/1982 che ne regola alcuni aspetti, durata, migliorie, diritti di ritenzione ecc ecc.
        Tali disposizioni non sono applicabili al contratto di comodato nel quale prevale quello che è stato concordato tra le parti. È essenziale, però, che il contratto di comodato sia effettivamente tale e che siano state rispettate tutte le condizioni inserite nel contatto stesso. Se tali condizioni non sono state rispettate (e spesso in agricoltura è così) è possibile per il comodatario la citazione in giudizio per simulazione di fronte alla Sezione Specializzata Agraria del Tribunale. Ad esempio, se il contratto di comodato è stato pattuito come gratuito ed il comodatario dimostra di aver pagato un canone (magari in natura) al comodante, di fatto, si può sostenere la simulazione contrattuale. Vale la pena ricordare, infatti, che l’art. 53 e seguenti della succitata Legge 203/1982 sancisce che la presente norma si applica a tutti i contratti che abbiano per oggetto l’affitto di un fondo rustico.
        L’uso del contratto di comodato in agricoltura a nostro avviso deve essere limitato a situazioni molto specifiche in quanto, in genere, tale tipologia contrattuale di fatto viene superata dagli eventi.
        La consigliamo di far valutare la sua posizione ad un legale esperto di diritto agrario onde chiarire tutti gli aspetti soggettivi della sua libertà contrattuale.

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