Stop alla deforestazione selvaggia

José Graziano da Silva, direttore generale della Fao
Fao lancia l’allarme per le foreste. Secondo il direttore generale José Graziano da Silva sono risorse fondamentali per la sostenibilità economica e ambientale e in chiave anti climate change. E l’Italia non si può chiamare fuori: anche se la superficie forestale è in crescita, va gestita in modo sostenibile per evitare dissesti, incendi e speculazioni
  • 20% la quota di reddito assicurata dalle foreste alle famiglie rurali dei paesi in via di sviluppo;

  • 250 milioni. Le persone che vivono grazie ai prodotti non legnosi delle foreste

  • 45 milioni I posti di lavoro mondiali legati alle foreste

  • 580 miliardi di dollari il reddito ricavato da questo lavoro,

  • 180 milioni. Le persone negli Stati Uniti d'America che dipendono dalle foreste per il loro fabbisogno di acqua potabile

  • 56% la quota di carta che viene riciclata nel mondo

    Mentre nei Paesi in via di sviluppo i maggiori bacini idrogeografici hanno perso la copertura degli alberi, nei Paesi più sviluppati cresce da 25 anni la superficie forestale. Ma si tratta spesso di aree non gestite e a forte rischio di dissesto idrogeologico

Stop alla deforestazione selvaggia. La Fao lancia l’allarme nel rapporto 2018 sulle foreste presentato a Roma il 6 luglio. «Le foreste – afferma José Graziano da Silva, direttore generale della Fao – sono risorse fondamentali, svolgendo un ruolo cruciale nella sicurezza alimentare, nella tutela dell’acqua potabile, nelle energie rinnovabili e nelle economie rurali». «Forniscono – calcola - almeno il 20% del reddito alle famiglie rurali nei paesi in via di sviluppo e il combustibile per cucinare e riscaldarsi per una persona su tre». Da Silva ricorda come foreste sane e produttive siano essenziali per un'agricoltura sostenibile. «Abbiamo la prova dell'importanza delle foreste e degli alberi per la qualità dell'acqua, per contribuire al fabbisogno energetico del futuro e per progettare città sostenibili e sane».

Gli obiettivi di sviluppo sostenibile

Eva Mueller, Direttrice del Dipartimento Foreste della Fao

«Sono risorse – gli fa eco Eva Mueller, Direttrice del Dipartimento Foreste della Fao -che contribuiscono a raggiungere diversi obiettivi di sviluppo sostenibile nell'agenda 2030 e devono essere incorporati nelle strategie nazionali per raggiungerli».

Il rapporto Fao contiene infatti un forte richiamo a tutti i Governi e le Istituzioni nazionali ed internazionali ad attuare politiche di tutela delle foreste in modo da fermare i processi di degrado sempre più consistenti e che alterano l’intero sistema ambientale.

Il nostro Paese non si può considerare estraneo a questo allarme. Anche se la superficie forestale italiana risulta in crescita da almeno 25 anni a spese della superficie agricola, si tratta comunque di un’avanzata che non viene gestita, territori esposti al rischio di dissesto idrogeologico, a incendi e a speculazioni.

Per questo il Rapporto precisa che occorre non solo arrestare la deforestazione, ma anche gestire boschi e foreste in modo sostenibile, ripristinare le aree degradate e incrementare la copertura di alberi in tutto il mondo per evitare conseguenze potenzialmente dannose per il pianeta e la sua popolazione.

Cibo ed energia

I dati del rapporto confermano che foreste e alberi in buona salute fanno molto più che fornire legname. Una persona su cinque in tutto il mondo conta su prodotti forestali non legnosi per cibo, reddito e diversità nutrizionale. Ciò è particolarmente importante per circa 250 milioni di persone, per lo più in Africa e Asia e tra essi circa il 40% di coloro soffrono di povertà estrema nelle zone rurali.

A livello globale, le entrate generate da prodotti forestali non legnosi ammontano a 88 miliardi di dollari, una stima per difetto. Una ricerca in Uganda ha rilevato che il valore intrinseco dei prodotti forestali - inclusi carbone e materiali da costruzione - era da due a quattro volte superiore per la popolazione locale rispetto al denaro raccolto dalla loro vendita.

Le foreste aiutano anche le persone ad acquistare cibo aumentando le loro entrate. Si stima che il settore ogni anno produca oltre 45 milioni di posti di lavoro e 580 miliardi di dollari di reddito da lavoro.

Diritti di proprietà forestale

Il rapporto mette inoltre in evidenza l'importanza di quadri giuridici chiari sui diritti di proprietà forestale, plaude alla crescente tendenza di governance locale e chiede partenariati efficaci e l'impegno del settore privato per perseguire gli obiettivi sostenibili. Dato che la deforestazione è la seconda causa dei cambiamenti climatici dopo il consumo di combustibili fossili, osserva che «la responsabilità delle imprese per una deforestazione zero è fondamentale».

Riciclo e tutela, un quadro che migliora

Il rapporto infine espone anche le azioni in atto nei vari continenti per limitare il degrado forestale. Infatti oggi oltre il 56% della carta viene riciclato, rispetto a meno di un quarto nel 1970. Nel frattempo, l'utilizzo di materiali di scarto per produrre pannelli in legno ha consentito alla produzione di crescere negli ultimi due decenni quattro volte più velocemente rispetto al fabbisogno di legname appena tagliato.

La gestione sostenibile delle foreste è un imperativo per il fabbisogno mondiale di acqua ed energia, sottolinea il rapporto.

Grandi città come Vienna, Tokyo, Johannesburg e Bogotá ottengono una quantità notevole di acqua potabile dalle foreste protette. 180 milioni di persone negli Stati Uniti d'America dipendono dalle foreste per il loro fabbisogno di acqua potabile secondo il servizio forestale di quel paese.
Mentre molti dei maggiori bacini idrografici del mondo hanno perso la copertura degli alberi, il rapporto rileva un aumento mondiale negli ultimi 25 anni delle aree forestali ora gestite per la conservazione del suolo e dell'acqua.

Clicca per accedere al rapporto

 

 

Stop alla deforestazione selvaggia - Ultima modifica: 2018-07-09T11:59:24+02:00 da Lorenzo Tosi

LASCIA UN COMMENTO

Per favore inserisci il tuo commento
Per favore inserisci il tuo nome