Xylella, mango e avocado al posto degli ulivi colpiti

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    Durante le audizioni scientifiche alla Camera gli esperti hanno ribadito che nelle zone colpite dal virus l'olivicoltura non potrà tornare a essere come una volta. Al posto degli ulivi vittime della Xylella si possono impiantare colture come mango e avocado

    Con il batterio Xylella sarà necessario convivere, almeno nella zona infetta, ma è difficile che in questa torni l’olivicoltura di una volta; è perciò opportuno pensare a colture alternative, come mango e avocado. Invece altrove occorre attuare le buone pratiche agronomiche: nutrire in maniera equilibrata gli olivi, perché piante in buona salute riescono a contrastare meglio l’avanzata del batterio, mantenere puliti i terreni per ridurre la popolazione del vettore, la sputacchina dei prati, utilizzare gli insetticidi contro gli adulti del vettore per abbattere ulteriormente la popolazione. E dove si ritrovino olivi infetti, abbatterli tempestivamente.

    Audizioni alla Camera

    Sono le indicazioni operative di contrasto al batterio Xylella fastidiosa emerse dal quarto ciclo di audizioni, riservato alle società scientifiche, dell’indagine conoscitiva sull’emergenza Xylella in Puglia condotta dalla Commissione Agricoltura della Camera. A essa hanno partecipato Domenico Bosco, docente di Entomologia agraria presso l’Università di Torino, in rappresentanza della Società entomologica italiana, Michele Perniola, docente di Agronomia e coltivazioni erbacee presso l’Università della Basilicata, per la Società italiana di agronomia, Maria Lodovica Gullino, docente di Patologia vegetale presso l’Università di Torino, per la Società italiana di patologia vegetale, e Luigi Catalano, presidente sezione di Frutticoltura della Società di ortoflorofrutticoltura italiana (Soi).

    Xylella, convivenza forzata

    «La Xylella è un problema complesso ma, tutto sommato, affrontabile – ha chiarito Gullino – proprio come è accaduto in California, dove è arrivato il cugino del nostro batterio, si possono mettere in pratica metodi per una convivenza futura, sebbene la coltivazione degli olivi nella zona infetta, come quella della vite nei territori statunitensi, è un miraggio o comunque sarà difficile. Purtroppo è mancato un contrasto tempestivo appena il batterio si è insediato in Puglia, anche per la mancanza di un Servizio fitosanitario moderno ed efficiente. Ora bisogna fare tutto il possibile per bloccare l’avanzata del batterio».

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    Monitoraggio e prevenzione

    Per Bosco, «poiché la diffusione della malattia avviene da olivo a olivo, con scarsissimo intervento di altre piante serbatoio, due sono i pilastri dell’azione di contrasto al batterio: 1. attento monitoraggio per individuare con tempestività le piante di olivo infette e immediato abbattimento delle stesse, in quanto fonti di inoculo; 2. riduzione nella maniera più efficace possibile della popolazione del vettore. Tale riduzione va compiuta sia sulla fase giovanile dell’insetto, che avviene su piante erbacee, con tempestive lavorazioni del terreno, sia sugli adulti, presenti in campo da maggio a dicembre, con trattamenti insetticidi in particolare nel periodo della loro massima presenza, da metà maggio a fine giugno».

    La cura del terreno

    Perniola ha sottolineato l’importanza di un’attenta gestione del terreno. «Mantenere il terreno pulito è cruciale, ma sfalciare e triturare le infestanti non basta, è meglio interrarle. Il metodo più efficace è la discatura, che permette di macinare le erbe e interrarle a 5-10 cm di profondità, senza danneggiare le radici dell’olivo. Poi, per alzare il contenuto in sostanza organica del terreno, è opportuno, oltre a usare compost, bruciare in campo le frasche di olivo, altrimenti fonte di inoculo, e spandere uniformemente le ceneri. Il legno lo si può portare via dal campo in condizioni di sicurezza».

    Mango e avocado immuni al virus

    Il mancato sistema di quarantena dell’Ue con i suoi 52 punti di ingresso, l’approccio che tutto può entrare in Ue se non espressamente vietato (al contrario degli Usa dove entra solo ciò che è ammesso) e l’assenza di un Servizio fitosanitario all’altezza sono fra le cause dell’attuale situazione e a esse è necessario porre rimedio per il futuro, ha affermato Catalano.
    «Per affrontare il problema Xylella occorre superare i localismi e rafforzare il Servizio fitosanitario nazionale e quelli regionali, che sono stati smantellati. Occorre inoltre una visione a 360°, per ridisegnare i territori infetti e avviarli a uno sviluppo basato anche su colture non infettabili da Xylella, come mango e avocado. Altrimenti si rischia la desertificazione».

    Xylella, mango e avocado al posto degli ulivi colpiti - Ultima modifica: 2018-09-26T16:00:13+02:00 da Simone Martarello

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