Agrochimica sotto pressione. Vince chi crede nell’innovazione

Lorenzo Bordoni (Agrofarma)
Cala il numero delle registrazioni, aumenta quello di fusioni e acquisizioni. Effetto di un’eccessiva stretta normativa e di una fiducia dei cittadini da riconquistare. Evoluzione e sfide dell'industria della protezione delle colture

Lo scenario in cui l’industria della protezione delle colture oggi opera è caratterizzato da una serie di sfide da affrontare.
Uno dei primi elementi da considerare è l’evoluzione della domanda, intesa non solo come crescita della popolazione mondiale, ma anche come cambiamento delle esigenze alimentari di intere comunità. Gli agrofarmaci, o più in generale, il mondo della protezione delle colture, gioca e continuerà a giocare un ruolo fondamentale nella risposta a tali pressioni.

Se l’Europa non cresce

Un secondo elemento che non va dimenticato è che il nostro comparto industriale opera in un contesto globalizzato che sta portando non solo all’introduzione di specie aliene, ma anche alla recrudescenza di vecchie problematiche che sembravano scomparse. Tuttavia, i mercati che compongono lo scacchiere internazionale sono molto diversi tra loro. Basti pensare ai differenti ritmi di crescita che caratterizzano il nostro continente. Pur rimanendo un mercato fondamentale, i Paesi dell’UE-15 hanno ritmi di crescita inferiori rispetto agli altri Stati dell’Unione e ancora più bassi se paragonati al resto dell’Europa geografica.

Uno dei primi elementi che l’industria ha messo in campo per rispondere alle sfide sopra descritte sono gli investimenti in R&D. Tali investimenti, però, sono oggi suddivisi in diversi ambiti di ricerca: sementi, biotecnologie, chimica e tecnologie emergenti quali le soluzioni biologiche e l’agricoltura di precisione.

Meno molecole, più resistenze

Non solo. Se prediamo il mondo degli agrofarmaci dobbiamo tenere in considerazione anche alcuni fattori che condizionano gli investimenti in ricerca e sviluppo, quali, in primis, la presenza di una normativa sempre più stringente, soprattutto su tematiche ambientali, che richiede l’utilizzo di molte risorse per la ricerca di nuovi prodotti, ma anche per la difesa delle molecole già autorizzate, e, in secondo luogo, la necessità di ricercare nuovi meccanismi di azione per affrontare il crescente fenomeno delle resistenze.

Rischio o pericolo? Guai a fraintendere

Anche all’interno di tali fattori vanno poi fatte le dovute distinzioni perché, se da un lato l’evoluzione dello scenario regolatorio ha portato alla creazione, nell’Unione europea, del sistema probabilmente più rigoroso al mondo ma, purtroppo, con un approccio sempre più basato sul concetto del pericolo, dall’altro va ricordato che nel resto del pianeta si hanno sistemi differenti, più orientati alla valutazione del rischio. Ciò condiziona le scelte di investimento delle Imprese, rendendo sempre più difficile l’introduzione di nuove molecole nel mercato europeo.

È ormai evidente come le caratteristiche del mercato globale descritte abbiano portato ad una progressiva riduzione del numero di società basate sulla ricerca. Abbiamo infatti assistito ad un importante moto di concentrazione di mercato, dovuto a fusioni e ad acquisizioni, guidato soprattutto dalla necessità di sostenere sempre maggiori investimenti per mantenere o portare nuove soluzioni sul mercato. Tuttavia, ciò ha comportato una riduzione del tasso stesso di innovazione che trova la sua prima dimostrazione nel calo delle nuove molecole immesse sul mercato degli agrofarmaci negli ultimi anni.


La necessità di far conoscere la necessarietà

Un elemento decisivo da considerare nel descrivere l’evoluzione e le sfide del comparto della protezione delle colture è la percezione dell’opinione pubblica e della società nel suo insieme. Appare, infatti, evidente come la protezione delle colture, a prescindere dagli strumenti adottati, non venga percepita come una necessità. Al contrario, assumono sempre maggiore forza le pressioni da parte di cittadini e consumatori che chiedono alle istituzioni di adottare provvedimenti che vadano a limitare quanto più possibile, se non escludere, l’utilizzo di tali strumenti.

Questo senza dare al credito al fatto che l’evoluzione illustrata ha portato l’industria del settore a sviluppare e promuovere l’adozione di diverse tecnologie integrabili quali le varietà resistenti, le biotecnologie ed un numero sempre più alto di soluzioni impiegabili in agricoltura biologica.

Lorenzo Bordoni

Agrochimica sotto pressione. Vince chi crede nell’innovazione - Ultima modifica: 2018-12-06T10:27:25+01:00 da K4

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