La marcia dell’Isobus nel mondo delle irroratrici

Abbiamo fatto una panoramica sul mercato per vedere quali marchi sono già in grado di dialogare direttamente con i trattori. In attesa di guidarli con le soluzioni di classe III.

Una voce riecheggia tra i costruttori: il 2018 sarà l’anno dell’Isobus. Richiesto con sempre più insistenza da un numero crescente di agricoltori, compreso chi non ha un trattore adatto a sfruttarlo.

Ma poiché un attrezzo dura, mediamente, più di un trattore e l’Isobus è unanimemente indicato come tecnologia del futuro, chi deve acquistare macchine di una certa importanza preferisce andare sul sicuro, in vista di un successivo adeguamento anche delle trattrici. O se non altro per non portarsi a casa un’attrezzatura a rischio di obsolescenza anticipata.

Per farla breve, tutte le previsioni indicano uno sviluppo repentino della domanda nei prossimi 18-24 mesi e ovviamente le case costruttrici non si fanno cogliere impreparate. Sono davvero poche, ormai, quelle che non hanno almeno una versione Isobus dei loro attrezzi di maggior prestigio (e costo).

Isobus e trattamenti

In questo caso ci occupiamo nello specifico delle irroratrici per diserbo e trattamenti e la prima domanda da farsi è se e quanto l’Isobus sia per esse necessario. Cominciamo col dire, in sintesi, cos’è l’Isobus: un protocollo che rende possibile il dialogo tra sistemi elettronici di diversi costruttori. Un po’ come il Bluetooth permette di collegare il cellulare a un qualsiasi altoparlante, auricolare o cellulare di altra marca, l’Isobus dovrebbe aggirare tutti quei problemi di compatibilità che in passato hanno complicato all’inverosimile il collegamento tra un trattore e un attrezzo. Con un Isobus funzionante il sistema operativo dell’attrezzo compare direttamente sul monitor del trattore (purché anche il trattore sia Isobus, beninteso). Non è tutto: i due software sono anche in grado di parlarsi e scambarsi informazioni. Per esempio, per realizzare la chiusura delle sezioni in caso di sovrapposizione: sfruttando il Gps del trattore, l’attrezzo è in grado di conoscere la sua posizione ed evitare doppi passaggi.

Bene: quanto serve, tutto ciò, su un’irroratrice? L’accenno ai doppi passaggi fornisce già una risposta, ma non dobbiamo dimenticare il dosaggio variabile, anch’esso facilitato dall’Isobus e molto utile in tema di trattamenti. Da ultimo citiamo la raccolta dati, che grazie all’interconnettività può sfruttare il terminale del trattore per arrivare nel computer aziendale, pronta per il quaderno di campagna o per la mappatura delle operazioni colturali. Con la quale è possibile, a mesi o anni di distanza, recuperare tipo e dosaggio del principio attivo usato su un determinato terreno, sia a scopo di tracciabilità sia per capire come mai un trattamento non ha funzionato.

 

Su Terra e Vita 12/2018 il punto sullo stato di diffusione dei sistemi Isobus nel campo dei trattamenti, iniziando dai grandi gruppi stranieri e proseguendo poi con i marchi di casa nostra.

La marcia dell’Isobus nel mondo delle irroratrici - Ultima modifica: 2018-04-11T10:31:25+02:00 da K4

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