«La Pac deve rimanere una politica comune»

Al centro Herbert Dorfmann
Ad affermarlo è Herbert Dorfmann (Ppe), relatore in commissione Agricoltura, durante l’incontro di presentazione del suo rapporto sul futuro della Pac post 2020.

«La nuova Pac deve darsi obiettivi ambiziosi e rimanere una politica comune. Deve garantire che il cibo prodotto sia sufficiente e sicuro, tutelarne la competitività sui mercati internazionali, adeguare la produzione agricola alle innovazioni tecnologiche e digitali, proteggere gli agricoltori dalla volatilità dei prezzi e dalle crisi di mercato, mantenere la dimensione familiare dell’agricoltura europea».

Ad affermarlo è l’europarlamentare del gruppo Ppe Herbert Dorfmann, relatore in commissione agricoltura di un rapporto del Parlamento sulla comunicazione della Commissione europea sul “futuro dell'alimentazione e dell'agricoltura” (e  quindi sulla riforma della Pac), presentato il 23 marzo a Roma nell'ufficio del parlamento europeo in Italia.

Durante l’incontro, che si inquadra in una serie di iniziative denominate Stakeholder Dialogues, Dorfmann ha spiegato che con la sua relazione proporrà di «Sburocratizzare e rendere più equo il sistema vigente, al fine di permettere al settore agricolo europeo di affrontare in modo adeguato le grandi sfide che lo attendono negli anni a venire».

Dorfmann ha iniziato il suo intervento spiegando che la nuova Pac deve mantenere l’attuale architettura a due pilastri, in particolare il primo pilastro, che è dedicato al sostegno del reddito per gli agricoltori. In questo contesto la relazione propone di abbandonare l’approccio storico nel calcolo degli aiuti e di sostituirlo con una semplificazione del sistema dei titoli, al fine di rendere il sistema più trasparente e soprattutto più equo.

Dorfmann ha poi spiegato che è necessario garantire una redistribuzione equa degli aiuti tra gli stati membri, che però «Deve tener conto delle differenze socio-economiche, dei diversi costi di produzione e degli importi percepiti dagli Stati membri nell’ambito del secondo pilastro».

Tra i vari punti affrontati, Dorfmann si è soffermato sulle urgenze, che la nuova Pac dovrà mettere in campo, relative al sostegno delle nuove generazioni di agricoltori e a una maggiore attenzione alle aree svantaggiate di montagna o alle regioni ultra-periferiche. Su questi temi, Dorfmann chiede che gli stati membri sviluppino un piano strategico, affinché risorse europee e nazionali vengano impiegate per aiutare i giovani agricoltori e, più in generale, per dare una mano a chi produce nelle aree più svantaggiate e scongiurare così l’abbandono del territorio.

Un altro punto chiave del dossier è l’attenzione alle aziende familiari. A questo proposito, Dorfmann propone che il sistema di pagamenti preveda quote maggiori per le piccole aziende, introducendo una vera degressività dei pagamenti diretti.

Scandito, inoltre, il tema relativo alla tutela ambientale. La grande novità del rapporto Dorfamann è la proposta di sostituire lo strumento del greening: «La sostituzione del greening – afferma Dorfmann – deve avvenire progettando un nuovo quadro giuridico degli impegni ambientali, che reinserisca le risorse fino ad oggi ad esso riservate negli aiuti diretti al reddito, rafforzando la condizionalità ambientale, in modo che gli agricoltori possano contribuire efficacemente e con meno burocrazia alla tutela ambientale».

Accennata, infine, anche la tematica delle risorse finanziarie a disposizione della Pac, che sarà sicuramente oggetto di intense trattative nei mesi futuri. Sulla questione Brexit, che complica le negoziazioni per il nuovo quadro finanziario pluriennale, considerando che lascerà un ammanco annuale di 13 miliardi di euro nel bilancio europeo post 2020, Dorfmann asserisce: «Le negoziazioni dovranno necessariamente tenere conto del fatto che molte delle sfide a cui l’Europa si trova a far fronte passano dalla Pac. Per questo chiedo alla Commissione Ue che il nuovo quadro finanziario pluriennale dedichi al settore agricolo una parte del bilancio perlomeno uguale a quella attuale».

 

Contesto

Il 29 novembre 2017 la Commissione europea ha presentato una comunicazione sul “Futuro dell’alimentazione e dell’agricoltura: per una politica agricola comune flessibile, equa e sostenibile”. Gli eurodeputati sono ora chiamati a contribuire a questa proposta in merito alla Pac post 2020. L’europarlamentare del gruppo Ppe Herbert Dorfmann è il relatore del dossier.

«La Pac deve rimanere una politica comune» - Ultima modifica: 2018-03-23T14:41:06+01:00 da Alessandro Maresca

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