Così è cambiata la mappa agricola

I dieci anni che sconvolsero l’agricoltura

Negli ultimi due anni si sono registrate notevoli tensioni sui mercati agricoli. Per poterle valutare correttamente, è opportuno fare riferimento a una prospettiva temporale di medio-lungo termine – gli ultimi 10 anni – e all’intero sistema di produzione e consumo di prodotti agricoli su scala mondiale, con particolare attenzione alle principali macroaree (Argentina, Brasile, Australia, Canada, Usa, Ue-27, ex- Urss, India, Cina, Nord Africa) e ai principali prodotti.

Negli ultimi due anni si sono registrate notevoli tensioni sui mercati agricoli. Per poterle valutare correttamente, è opportuno fare riferimento a una prospettiva temporale di medio-lungo termine – gli ultimi 10 anni – e all’intero sistema di produzione e consumo di prodotti agricoli su scala mondiale, con particolare attenzione alle principali macroaree (Argentina, Brasile, Australia, Canada, Usa, Ue-27, ex- Urss, India, Cina, Nord Africa) e ai principali prodotti.

Se si guarda all’evoluzione dei consumi di frumento, mais, soia e carni bovine nell’ultimo decennio, emergono alcune tendenze rilevanti.

Innanzitutto, vi è stata una notevole espansione dei consumi mondiali, che è stata quasi esplosiva (+30/50%) per mais e soia. In particolare, sono molto aumentati i consumi di mais negli Usa (in larga parte a causa dello sviluppo dell’industria del bioetanolo), così come in Cina e in Brasile (prevalentemente a causa all’espansione della produzione zootecnica per soddisfare i maggiori consumi di carne), e sono cresciuti enormemente i consumi di soia in Cina, Argentina e Brasile (trainati anche qui soprattutto dall’incremento degli impieghi zootecnici).

In secondo luogo, nei quattro Paesi/macroaree dove la crescita dei consumi è stata più rilevante in termini assoluti, l’espansione di questi è stata – salvo alcune eccezioni, che riguardano soprattutto la Ue a 27 – sistematicamente più intensa di quella che si è avuta su scala mondiale. Il consumo di frumento è aumentato del 21% nei Paesi dell’ex Unione Sovietica, e del 24% nei Paesi nordafricani, a fronte di un aumento complessivo su scala mondiale dell’11 per cento. Il consumo di mais è cresciuto del 42% negli Usa e addirittura del 132% nei Paesi ex-sovietici, contro una crescita del 33% a livello mondiale. Per la soia, la crescita dei consumi in Cina e Argentina (+119% e +124%, rispettivamente) è stata addirittura ben più che doppia di quella che si è verificata su scala mondiale (+49%).
Il caso più eclatante riguarda il consumo di carni bovine: in Cina esso è cresciuto quattro volte di più che su scala mondiale (+53% contro +13%), mentre in India e Brasile l’incremento dei consumi è stato comunque più che doppio di quello registrato a livello mondiale (+28/29%).

Le dinamiche dei consumi nella Ue a 27 sono state invece molto meno esaltanti: vi è sì stato un notevole incremento del consumo di frumento (+16%), ma anche un incremento del consumo di mais ben al di sotto della media mondiale (+6% contro +33%), e addirittura una contrazione dei consumi di soia (-7%) e carni bovine (-1%).

Se nell’arco del decennio la geografia mondiale della produzione e del consumo di frumento e mais non è stata oggetto di mutamenti eclatanti, quella della soia è stata invece profondamente sconvolta.

Brasile e Argentina (rispettivamente 26 e 21% della produzione mondiale di soia nel triennio 2006-08) hanno infatti notevolmente incrementato la loro importanza come produttori, a fronte di un netto declino degli Usa; dal lato dei consumi, il peso relativo della Cina (21%) è ormai prossimo a quello degli Usa (23%), e anche quello dell’Argentina è molto cresciuto (essa rappresenta in media ormai il 16% del consumo mondiale di soia nel triennio 2006-08).

L’importanza della Ue a 27 nella geografia mondiale della produzione e consumo di frumento, mais e soia è diminuita in misura spesso rilevante nell’arco del decennio. La Ue è rimasta il principale produttore e consumatore di frumento su scala mondiale, ma è stata superata dalla Cina per importanza della produzione di mais (7,2% contro 7% del totale mondiale), ed è oggi molto lontana dal peso relativo dei primi quattro Paesi nel consumo di soia (appena il 6,6% del totale mondiale, contro quote del 15-23% per Usa, Cina, Argentina e Brasile).

Per quanto riguarda infine l’andamento dei prezzi, questi sono stati tendenzialmente flettenti – sia in termini nominali che in termini reali – sino al 2006. Negli ultimi due anni, le forti tensioni sui mercati internazionali hanno portato invece a una loro rapida impennata, come esemplificato dall’andamento dei prezzi al produttore della soia negli Usa, dove i livelli raggiunti nel 2007-2008 si sono attestati nettamente al di sopra della banda di oscillazione che aveva caratterizzato i 25 anni precedenti (oltre 10 dollari per bushel contro 5-8 dollari).

Si è assistito, in sintesi, a un decennio caratterizzato da una forte espansione dei consumi di prodotti agricoli, accompagnata in alcuni casi da profondi mutamenti nella geografia della loro produzione e del consumo stesso.
La dinamica dei prezzi, dopo molti anni di tendenziale flessione, ha mostrato, a partire dal 2007, un improvviso rialzo, fino a livelli mai conosciuti negli anni precedenti

I dieci anni che sconvolsero l’agricoltura - Ultima modifica: 2009-03-01T11:24:03+01:00 da Redazione Terra e Vita

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