Seminativi: quanto azoto occorre per fare resa e proteine?

    fertilizzazione
    I risultati del Progetto Ager per ottimizzare la fertilizzazione del frumento duro e la qualità della granella

    "Nuove strategie di precisione nella fertilizzazione azotata per il Grano Duro italiano di Qualità superiore", è il titolo del Workshop tenutosi giovedì 28 febbraio 2019, a Teramo.

    Il Progetto, grazie al contributo delle Università di Padova, Teramo, Firenze e Parma, ha permesso di costruire un innovativo prototipo per la fertilizzazione di precisione azotata a rateo variabile (Vra), che consente di produrre granella di qualità e soddisfare la domanda di farine dall’elevato valore tecnologico (struttura del glutine) da parte dell’industria della trasformazione.

    Dopo i saluti di Michele Pisante dell’Università degli studi di Teramo, responsabile del Progetto e moderatore, Enrica Salvatore, presidente fondazione Tercas, Patrizia Marcellini, Alleanza delle cooperative e Bernardo Savini Giosia Bernardi, presidente Confagricoltura Teramo, il confronto è stato animato dai relatori: Francesco Morari dell’Università degli studi di Padova, coordinatore del Progetto, Fabio Stagnari dell’Università degli studi di Teramo, Giuseppe Cillo, dell’Università degli studi di Padova e da Angelo Frascarelli dell’Università degli studi di Perugia.

    Partiamo dall’assunto che il Made in Italy, nel mondo, distribuisce beni alimentari che, in base alle statistiche, il consumatore è disposto a pagare maggiormente. Dunque, la qualità viene percepita dall’acquirente come il prodotto del valore aggiunto del Know-how italiano, delle caratteristiche igienico-sanitaria (free-pesticidi), edonistiche e della rintracciabilità.

    Nonostante ciò, il comparto cerealicolo da diverso tempo è investito dagli stravolgimenti del climate change, da problematiche legate alla sostenibilità ambientale e al reddito delle imprese agricole. Infatti, la produzione lorda vendibile (PLV) delle aziende, basata sulla vendita delle materie prime, è in costante riduzione per via delle fluttuazioni del mercato e della gestione delle operazioni agronomiche condotte con bassi livelli di conoscenza e di innovazione tecnologica.

    Dunque, l’adozione delle tecnologie di precisione, dei modelli di previsione climatici a medio termine (fino a 3 mesi), risulta fondamentale per garantire il miglioramento delle performance e ridurre i costi delle imprese e la tracciabilità della qualità della granella e quindi della nostra pasta.

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    Il prototipo sviluppato dal team, conoscendo le zone omogenee presenti nel campo (sulla base della differente tessitura e sostanza organica del suolo), grazie all’utilizzo di modelli agronomici e climatici (applicati alle immagini telerilevate da satellite), all’ indicazione della varietà di frumento e della data di semina, indica come distribuire nutrienti, nelle giuste quantità, dove e quando serve. A seguito della raccolta del frumento, la granella prodotta è stata sottoposta alle analisi proteomiche per comprendere come il gradiente qualitativo si comporta, in relazione alla variabilità rilevata e gestita in modo sito-specifico. Tutte le informazioni, inclusa l’elaborazione della mappa di prescrizione, vengono gestite da un Cloud a cui l’operatore può collegarsi tramite il monitor della del Sistema di Guida Satellitare GNSS. Il sistema può essere applicato anche quando la trattrice possiede sensori prossimali che effettuano la detection della variabilità legata al vigore vegetativo. Infatti, in questo caso, il monitor acquisisce l’indice di vegetazione, applica la previsione climatica e quindi stabilisce la dose che deve essere distribuita dallo spandiconcime.

    Risultati di rilievo

    Il risultato agronomico del progetto è una diminuzione del 33% dei Kg di azoto per ettaro (rispetto alla tesi convenzionale) ed una produzione di proteine nella granella superiori al 14.5 % che rappresenta la soglia di premialità, conferita da disciplinari per la produzione di granella, ottenuta dalla coltivazione della varietà Aureo (Syngenta).

    Purtroppo, il limite nella diffusione di questi modelli di gestione sostenibile e digitale è da ricondurre all'ancoramento di molte realtà a modelli empirici, poco lungimiranti sotto il punto di vista vocazionale e della sostenibilità sociale.

    Speriamo che in un futuro non molto lontano, un’innovazione tecnologica possa conferire agli agricoltori meritevoli un sostegno, premiando le imprese che sapranno salvaguardare il territorio e tutta l’agroeconomia grazie all’intelligenza artificiale che renderà il lavoro degli agricoltori più professionale e più remunerativo, nel contempo riconoscibile dall’intera collettività.

    Seminativi: quanto azoto occorre per fare resa e proteine? - Ultima modifica: 2019-03-07T16:51:22+01:00 da Claudia Notari

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