Serve un patto per salvare lo zucchero italiano

    Il tracollo del prezzo di mercato mette a rischio l'intera filiera. Appello di Coprob a distribuzione, industria agroalimentare e istituzioni

    domande pac barbabietola
    Il tracollo del prezzo di mercato mette a rischio l'intera filiera. Appello di Coprob a distribuzione, industria agroalimentare e istituzioni.

    Coprob, la cooperativa bolognese unica realtà rimasta nel mondo dello zucchero Made in Italy, chiama a raccolta tutta la filiera bieticolo-saccarifera e il mondo dell'agroalimentare nazionale. Lo fa con un un documento ad hoc e per voce del presidente Claudio Gallerani. Poiché a rischio c'è la continuità della filiera per uno zucchero tutto italiano, a causa del tracollo dei prezzi a partire dal 30 settembre 2017, data termine delle quote di produzione zucchero in Europa.
    «Chiediamo alle Istituzioni ai nostri clienti del comparto agroindustriale italiano e ai clienti della Gdo - sottolinea Gallerani - di sostenere un’equa valorizzazione dello zucchero Italia Zuccheri 100% italiano, unico ingrediente dolce del Made in Italy. E chiediamo all’Europa misure di tutela adeguate per la continuità delle filiere bieticolo-saccarifere mediterranee».
    Nell’ultimo decennio, dopo la traumatica riforma del settore a livello europeo che ha portato alla chiusura di 100 zuccherifici in Europa e 16 su 19 in Italia, Coprob ha quasi raddoppiato i suoi soci e investito 180 milioni nei due stabilimenti di Minerbio (BO) e Pontelongo (PD) con un aumento del potenziale produttivo del 30%, raggiungendo oggi una capacità di 300.000 tonnellate di zucchero con 32.000 ettari di barbabietole.
    «Negli ultimi anni - continua Gallerani - si è accelerato lo sviluppo della filiera agricola grazie a un nuovo modello di partecipazione dei Soci volontari, organizzati in Club Territoriali della Bietola con lo scopo di testare direttamente in campo tutte le novità in termini di genetica e tecnologia, facendo registrare un aumento di produzione di zucchero per ettaro con picchi fino al 50% superiori alle nostre medie storiche.
    Oggi parliamo di bieticoltura 4.0 di precisione che punta già da quest’anno a testare la coltivazione della barbabietola biologica così da essere pronti a produrre zucchero bio già dal 2019. La bieticoltura, riconosciuta coltura preziosa nella rotazione agraria, consente di produrre cereali di qualità con meno input, prove testate anche da Barilla».
    E ancora, dal punto di vista ambientale, la barbabietola è una coltura virtuosa perché 1 ettaro di barbabietole capta CO2 come 1 ettaro di bosco.
    «Sul mercato italiano- si legge nel documento - commercializzato con il marchio Italia Zuccheri – è l’unico 100% italiano, tracciato dal campo alla tavola, con sopra al pacco la faccia del bieticoltore. Da novembre siamo sul mercato con un nuovo zucchero grezzo di barbabietola unico “Nostrano”, che sta riscuotendo grande consenso».
    Eppure i conti non tornano più. Con un prezzo di mercato attorno ai 350 €/t si è nettamente sotto il costo di produzione e senza un intervento congiunto di grande distribuzione, associazioni delle industrie agroalimentari e istituzioni a fare da raccordo l'intera filiera è a rischio

    «Rappresentiamo - conclude Gallerani - 7mila aziende agricole, 500 dipendenti, 1.500 imprese nell'indotto. Abbiamo bisogno di crescere e di innovare e con la vostra collaborazione possiamo essere tra i protagonisti del futuro sviluppo dell’agroalimentare Made in Italy con il nostro zucchero 100% italiano: bianco, grezzo e bio. Per questo vi chiediamo di fare subito un patto per la continuità dello zucchero italiano».

    Un patto per lo zucchero italiano - il volantino

    Serve un patto per salvare lo zucchero italiano - Ultima modifica: 2018-03-15T13:42:56+01:00 da Gianni Gnudi

    2 Commenti

      • Gentile lettrice,
        per sottoscrivere l’appello puoi andare o ai due zuccherifici di Coprob (Minerbio e Pontelongo) o alle Professionali agricole, alle sedi dei Consorzi agrari e anche nelle filiali di Emilbanca.
        La redazione

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