Semine del mais: come affrontare diabrotica ed elateridi senza concianti

Caccia grossa ai geodisinfestanti

Rischio diabrotica sulla riva sinistra del Po, rischio elateridi sulla riva destra. Senza la possibilità di utilizzare i concianti almeno fino al prossimo settembre, è caccia aperta ai geodisinfestanti per le semine del mais.

Rischio diabrotica sulla riva sinistra del Po, rischio elateridi sulla riva destra. Senza la possibilità di utilizzare i concianti almeno fino al prossimo settembre, è caccia aperta ai geodisinfestanti per le semine del mais.

La concia è arrivata negli ultimi anni infatti a coprire il 70% della superficie a granturco.
Le formulazioni granulari disponibili sono varie, a base degli insetticidi teflutrin, clorpirifos, bifentrin e benfuracarb (quest’ultimo solo fino al 20 marzo) e i contoterzisti stanno attrezzando le seminatrici con i microgranulatori.

Le zone dove le semine sono più precoci, come nel bresciano, coincidono spesso con le aree dove la densità del coleottero, per la continua monosuccessione del mais, è già arrivata a livelli “americani”. In Veneto l’utilità dei trattamenti al seme e al terreno è stata messa in discussione, ma la richiesta di insetticidi granulari si mantiene alta, e si possono verificare temporanee carenze (ma i produttori si stanno organizzando per soddisfare le richieste). «Prove compiute in Ungheria testimonia Massimo dal Pane di Sipcam testimoniano l’efficacia di Brigata Geo, a base di bifentrin, nel contenimento degli elateridi e nell’abbattimento della diabrotica, ma qui le semine sono effettuate attorno al 10 di maggio. Per le condizioni del nostro paese occorre tenere in considerazione che le larve appaiono da metà maggio, e che la persistenza dell’azione di questi prodotti è di circa 45 giorni». L’efficacia contro il coleottero dipende quindi dal periodo di semina.

«Ma la persistenza è condizionata anche dalla dose assicura Luigi Toppo di Syngenta.
Le prove compiute nel nostro Paese, e anni di utilizzo negli States, dimostrano che la dose più elevata di Force, a base di teflutrin, è efficace nell’abbattimento della popolazione delle larve di questo coleottero (se la coltura non subisce stress nelle prime fasi, è più in grado di far fronte ad eventuali attacchi delle larve)». Una soluzione per evitare gli stroncamenti radicali potrà arrivare anche dalla registrazione di alcuni di questi prodotti in formulazione liquida, per la distribuzione in “TBand” al terreno dopo l’emergenza del mais. A sud del Po, dove il mais è coltivato per lo più in successione, sono invece gli elateridi a destare le maggiori preoccupazioni.

«Agriotes brevis, A. sordidus e A.litigiosus ricorda Massimo Bariselli, del Servizio fitosanitario dell’Emilia-Romagna mettono in pericolo le emergenze del mais soprattutto quando coltivato in rotazione con erba medica e prati». I prezzi bassi del mais spingono i produttori a ricercare la massima resa. E in questo caso la geodisinfestazione del terreno ha una funzione quasi assicurativa: per scongiurare perdite di produttività.

Il blocco dei concianti ha così innescato una sorta di vasta sperimentazione di pieno campo: a fine anno, in base ai dati medi di resa, si potrà verificare l’efficacia della geodisinfestazione. E della concia.

Caccia grossa ai geodisinfestanti - Ultima modifica: 2009-03-18T10:14:53+01:00 da Redazione Terra e Vita

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