La colza è interessante, ma stenta a decollare

Yellow Oilseed Rape Field with Blue Sky
In Italia l’oleaginosa è ancora poco appetita: semine limitate a poche decine di migliaia di ettari

Il mercato dei prodotti agricoli, per il terzo anno consecutivo, presenta una situazione di sostanziale stabilità per la quasi totalità dei prodotti sia per l’anno in corso sia nelle proiezioni che vengono proposte per il prossimo anno. A questa situazione non si sottraggono i prezzi delle oleaginose che dopo le oscillazioni degli ultimi anni sono attualmente allineati nelle tendenze alle grandi commodity. E non fa eccezione nemmeno la colza il cui andamento sui mercati mondiali e su quello interno è analogo a quello delle altre oleaginose e in particolare a quello della soia.

Le tensioni delle quotazioni che si erano registrate nella prima parte del 2014 si sono gradualmente attenuate sino a presentare un andamento meno irregolare ma in calo tendenziale con minimo nel 2015 a febbraio e una leggera risalita nei mesi successivi. Questa non supera i livelli degli anni precedenti ed è influenzata dalla situazione delle altre oleaginose. Il mercato mondiale di queste ultime ha raggiunto una condizione di relativo equilibrio fra domanda e offerta che, per certi aspetti, rispecchia quella dei grandi mercati agricoli e per altri risente di quanto avviene in ambiti in apparenza più lontani come quello delle materie prime energetiche o quello dei sussulti nei rapporti fra diversi paesi in alcune delle aree più critiche del mondo.

Il mercato delle oleaginose, in particolare di quella principale e cioè la soia, ha raggiunto una posizione di equilibrio fra domanda e offerta, la produzione è in crescita a tassi che superano la domanda, a sua volta in espansione moderata. Come risultato gli stock di prodotti, farine, panelli, oli, tendono a crescere sia pure limitatamente e a mantenersi su quantitativi di sicurezza. Il miglior andamento relativo della soia ha favorito lo spostamento delle superfici dalle altre oleaginose, inclusa la colza, verso di essa e la stessa cosa, come vedremo, è avvenuta anche nel nostro paese.

L’altra frontiera della coltura è costituita dall’impiego energetico che risulta relativamente più importante in Europa dove per i bio carburanti si è puntato più su quelli per motori diesel che sulla benzina, come in genere è avvenuto nel resto del mondo. Il crollo del prezzo del petrolio si è fatto risentire anche sugli altri prodotti energetici, inclusi quelli di origine biologica frenandone la domanda per questi usi a causa della minore convenienza all’impiego.

L’evoluzione della produzione

La colza da noi rimane su livelli modesti di superficie e di produzione mentre nel quadro mondiale rappresenta una delle grandi colture, in particolare anche per quanto riguarda il suo posto fra quelle geneticamente modificate dopo mais, soia e cotone.

La superficie italiana che si era ripresa nel 2013, dopo la riduzione dell’anno precedente, nel 2014 è di nuovo arretrata, sia pure in misura minore all’incremento del 2013, e nel 2015 è prevista sostanzialmente sugli stessi livelli del 2014.

 

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La colza è interessante, ma stenta a decollare - Ultima modifica: 2015-07-30T16:07:52+02:00 da Sandra Osti

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