La competitività passa dalle varietà di uva senza semi

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L’Italia, leader in difficoltà, punta sul rinnovamento varietale. Ma la riconversione è lenta

In Italia è ancora elevata la quantità di uva ottenuta con varietà con semi, che rappresentano l’80% del totale prodotto. Per assecondare la crescente richiesta dei mercati internazionali di uve apirene è però in atto una progressiva sostituzione delle superfici di vigneti coltivati. Se l’obiettivo è la completa sostituzione, occorrerà almeno un decennio per ottenere il completo ricambio varietale. Gli elevati costi di impianto e di produzione dei vigneti, non consentono, almeno per la maggior parte dei produttori, di possedere le risorse finanziarie necessarie per i nuovi investimenti. Frequentemente si attuano espedienti per riconvertire i vigneti lasciando la struttura esistente. Constatato che non si ottengono abbastanza ricavi netti dalla coltivazione di varietà con semi, si procede alla estirpazione con piccoli escavatori delle piante adulte, cercando di recuperare quanto più possibile le restanti radici; quindi si utilizzano barbatelle non innestate in sostituzione delle piante estirpate, lasciando intatta la struttura di sostegno e l’impianto di irrigazione. Dopo si procederà all’innesto con una delle varietà apirena; questa procedura non è la più razionale, ma fa di necessità virtù.

 

La scelta varietale

In altri casi si preferisce, anche in presenza di vigneti di 20 anni, tagliare il fusto della vite a un metro di altezza o in corrispondenza del portinnesto e procedere all’ innesto. Non si condividono le scelte attuate per questi impianti, sia per gli aspetti fitosanitari, sia per la stanchezza del terreno, però la realtà è quella documentata. Solo una piccola quota dei nuovi impianti riguarda la realizzazione di strutture innovative.

La decisione più rischiosa per i produttori di uva da tavola quando devono impiantare un nuovo vigneto è la scelta varietale, che deve conservare la validità produttiva e commerciale per tutta la durata del vigneto. Nuova varietà oggi significa apirenia, gusto (possibilmente con l’aroma di moscato), conservabilità in strutture climatizzate, bell’aspetto, gradimento dei consumatori nei diversi mercati, variazione del periodo di maturazione con strutture coperte in plastica per contrastare la concorrenza internazionale.

Il criterio principale per orientarsi è l’epoca di raccolta, distinguendo:

-   apirene precoci (commercializzazione da metà maggio a fine luglio);

-   apirene a maturazione medio-tardiva.

Precoci. In questo periodo l’offerta è ridotta, i prezzi di vendita dell’uva sono elevati, ma la produzione per pianta non deve essere eccessiva per permettere la maturazione anticipata dell’uva. Il consumatore è meno esigente per la qualità e anche per il contenuto di zuccheri. I costi per l’irrigazione e il controllo dei parassiti sono minimi rispetto alle altre modalità di coltivazione. Le prime uve raccolte dalla metà di maggio provengono dalle zone più calde della Sicilia e sono in competizione con le uve prodotte dai Paesi che si affacciano sul Mediterraneo tra cui Egitto, Israele, Marocco e Tunisia. Dalla fine di giugno si commercializza l’uva proveniente dai vigneti allevati a “tendone” e coperti con plastica per anticipare la maturazione.

Maturazione medio-tardiva. La raccolta avviene durante il periodo agosto-dicembre. È il periodo con la massima offerta di uva sui mercati nazionali ed europei. La commercializzazione è attuata con i prezzi più bassi. Il viticoltore però può ottenere produzioni unitarie elevate e uva perfettamente matura. I costi colturali sono più elevati perché si deve intervenire con diverse irrigazioni e trattamenti antiparassitari. Le uve delle diverse varietà esprimono il massimo contenuto di zuccheri, aromi e fragranza. Durante i mesi di ottobre, novembre e dicembre la commercializzazione dell’uva italiana deve competere sui mercati nazionali ed extra-europei con le produzione di Sudafrica, Brasile, Cile, Perù, Namibia.

Le nuove proposte

Per i nuovi impianti si è dunque alla ricerca di nuove varietà apirene, produttive, con adeguato sviluppo di grappoli e bacche, possibilmente resistenti ai parassiti e con ridotta necessità di diradamento dei grappoli. Tra le novità varietali proposte recentemente (si veda riquadro) vi sono alcune apirene già in coltivazione, di cui si è accertata produzione costante, buon sviluppo di grappoli e bacche, precocità di maturazione, adattamento alle elevate temperature e agli stress climatici che si verificano all’interno dei vigneti coperti con film di plastica. Le nuove costituzioni sono ottenute per la maggior parte in California e sono caratterizzate da elevata produttività, ottima presentabilità, apirenia, bel colore, acino sodo con aromi e sapore intenso e con elevato contenuto di zuccheri, uniformità di sviluppo degli acini e ridotta necessità di diradamento.

 

I costitutori internazionali

La californiana Sun World è uno dei principali costitutori mondiali di varietà di uva da tavola apirene, tra cui Sugraone, tra le varietà senza semi più coltivate nel mondo. Inoltre, sono in coltivazione in Italia, Spagna e nel resto del mondo le apirene Sugrathirteen (commercializzata con il marchio Midnight Beauty®), una varietà precoce, nera, con acini allungati, sodi, croccanti, uniformi, di buon sapore, grappoli grandi, resistenti al distacco del pedicello; Sugraeighteen (Sophia Seedless®), apirena con sapore di moscato, bianca, medio-precoce, con acini medio-grandi, rotondi, sodi, croccanti e con sviluppo uniforme; Sugranineteen (Scarlotta), Sugrathirtytwo (Coachella). Nel caso delle varietà di Sun World il pagamento delle royalty avviene in percentuale (5% circa) sul fatturato dell’uva venduta.

Le varietà apirene Summer Royal, Princess, Autumn King, Sweet Scarlet sono state costituite dall’Usda (United States Department of Agriculture) in California. Mistery, invece, è tra le varietà costituite da Aro-Volcani (Israele) e si sta diffondendo in Puglia.

La società Grapa Varieties Ltd (costituita dalla famiglia Karniel che è il distributore mondiale esclusivo di tutte le varietà della serie Arra) ha introdotto numerose varietà bianche, rosate, rosse e nere. Sono tutte senza semi; alcune sono molto produttive e possiedono grande capacità ad accumulare elevati quantitativi di zuccheri che variano da 18 a 30 °Brix. Non devono però essere raccolte a maturazione avanzata perché si potrebbero formare sulle bacche macchie brunastre. Le epoche di maturazione coincidono con la maturazione dell’uva Italia. Proprietaria delle varietà è la famiglia Giumarra di Bakersfield (California); tra quelle in coltivazione vi sono Arrafifteen (Arra 15), bianca, Arra Eleven (Arra 11), Arra 13 e Arra 19, rosse apirene. Per poter coltivare queste varietà il produttore deve sottoscrivere un contratto con i possessori dei “brevetti per novità vegetale” e pagare le royalty. Per poter coltivare una nuova varietà di uva da tavola, il produttore dovrà accertarsi dell’avvenuta iscrizione al Registro Nazionale delle varietà di viti e delle autorizzazioni alla coltivazione e commercializzazione.

 

La concorrenza straniera

Rispetto al passato le nuove cultivar apirene hanno caratteristiche eccellenti, soprattutto per lo sviluppo di grappoli e bacche, per l’elevato contenuto di zuccheri e per la presenza di un leggero aroma di moscato (non paragonabile, tuttavia, all’intensità della varietà Italia). Le varietà consigliate sono già in coltivazione e da diversi anni si è potuto constatare la produttività e la qualità dell’uva, con ottimi riscontri commerciali. Non richiedono il diradamento delle bacche, pratica molto costosa. A seconda delle necessità produttive del viticoltore la scelta può essere fatta tra varietà rosse, bianche o rosa per anticipare la maturazione o ritardare la commercializzazione.

Rispetto ai nuovi Paesi emergenti per la produzione di uva da tavola quali India, Egitto, Perù, ecc., l’Italia si trova però svantaggiata perché la riconversione è lenta. Occorre infatti attendere la cessazione produttiva dei vigneti esistenti, mentre i nuovi impianti già oggi sono quasi tutti realizzati con le varietà prive di vinaccioli. I Paesi emergenti, invece, disponendo di grandi estensioni di terreni idonei, consentono alle società che gestiscono la diffusione delle nuove varietà di raggiungere in breve tempo migliaia di ettari con le migliori, nuove proposte e quindi di imporsi sui mercati europei anche per i minori costi colturali.

 

Un approfondimento sulle varietà apirene e sulle tendenze dell’uva da tavola è disponibile sulla Rivista di Frutticoltura 1/2. Una versione più estesa di questo articolo è disponibile nel suddetto mensile specializzato.

 

Leggi l'articolo completo di foto e tabelle su Terra e Vita 05/2016 L’Edicola di Terra e Vita

La competitività passa dalle varietà di uva senza semi - Ultima modifica: 2016-02-06T08:00:39+01:00 da Sandra Osti

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