Officinali, l’unione fa la forza

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I passi da compiere per avviare l’attività, senza incorrere in errori di valutazione

«Sì. Ma, a chi e a quanto riesco a vendere il prodotto? Esistono sul mercato le macchine per la coltivazione? Su quali specie mi conviene investire?». Queste le principali domande che automaticamente si concretizzano nella mente dell’agricoltore che ipotizza di convertire i propri terreni alla coltivazione di erbe officinali.

Dato che oggi appena si ha una domanda si cerca la risposta su google, ipotizziamo che il nostro imprenditore affidi la sua voglia di sapere a un motore di ricerca. Ma al primo click i dubbi aumentano, infatti i link che appaiono sul video digitando ‘erbe officinali’ sono confusi e forvianti. La maggior parte conduce a rimedi fitoterapici o agli estratti di piante impiegati nel settore della cosmetica, argomenti in genere lontani dall’agricoltore. Inoltre i siti non rispondono ai quesiti che si sono posti gli aspiranti produttori di officinali.

Se si digita ‘piante officinali’ dopo la definizione di wikipedia, i siti di alcuni vivai che vendono piantine in vasetto e vari rimedi fitoterapici che utilizzano queste piante, si può cliccare sul sito della Fippo (Federazione italiana produttori di piante officinali) che conta più di 90 soci (tra produttori e cooperative), coinvolgendo più di 200 agricoltori

Molto interessanti sono i link, come: http://www.pianteofficinali.org (Consiglio per la ricerca e la sperimentazione in Agricoltura – Unità di ricerca per il Monitoraggio e la Pianificazione forestale -Trento) ricco di schede agrotecniche per la coltivazione delle erbe officinali. Altro link da segnalare è quello di Assoerbe, l’associazione italiana che raggruppa molte figure della filiera di piante medicinali, aromatiche e da profumo. Infatti Assoerbe rappresenta gli interessi delle imprese che si occupano di coltivazione, raccolta, trasformazione, importazione, esportazione e commercializzazione di piante medicinali, aromatiche e da profumo, di spezie, estratti vegetali, oli essenziali e dei prodotti derivati quali alimenti e mangimi, integratori alimentari, cosmetici, farmaci, dispositivi medici e biocidi.

Il contatto con l’industria che assorbe i prodotti officinali è molto importante per l’agricoltore, perché ricordiamo che l’Italia importa i tre quarti delle specie aromatiche e medicinali di cui necessita e quindi ci dovrebbe essere ampio spazio per l’imprenditore agricolo interessato a sperimentare il settore.

L’euforia che può provare il nostro agricoltore in un primo momento per aver trovato un’alternativa alla coltivazione del frumento il cui prezzo ormai è sceso in picchiata si dissolve quando, approfondendo gli studi del settore, capisce che non può conferire a queste imprese un prodotto fresco, appena raccolto, ma deve necessariamente effettuare lui stesso una prima trasformazione.

 

Il difficile rapporto con l’industria

Infatti, dopo qualche ora dalla raccolta, all’interno della parte vegetale prendono il via alcune reazioni chimiche che vanno a deprezzare la qualità dei principi attivi che poi si vogliono estrarre.

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Coordinamento di Dulcinea Bignami

Leggi l'articolo completo su Terra e Vita 35/2016 L’Edicola di Terra e Vita

Officinali, l’unione fa la forza - Ultima modifica: 2016-09-01T09:50:50+02:00 da Sandra Osti

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