Agricoltura conservativa nell’Appennino tosco-emiliano

Claudia Guerrini, project advisor della Commissione europea per la valutazione dei progetti Life europei
Il progetto Life Agricolture ha l’obiettivo di introdurre, in aree montane appenniniche, azioni di governance e buone pratiche agronomiche di gestione sostenibile del suolo

Un progetto innovativo e quadriennale per lo studio, la prova e la divulgazione di pratiche di agricoltura conservativa attualmente in corso in 15 aziende sul territorio di Parma, Reggio e Modena. Questi gli obiettivi del progetto Life Agricolture, iniziativa promossa dal Consorzio di Bonifica Emilia Centrale e Burana, Parco nazionale dell’Appennino tosco-emiliano e Crpa. Tra le finalità anche lo sviluppo dell’economia del territorio e stoccare carbonio nei suoli rurali. Il progetto è stato presentato recentemente a Succiso (Ventasso) (Re) e ha ospitato tecnici, studenti e media.

Gestione sostenibile

L’innovativo partenariato di Life Agricolture ha l’obiettivo di introdurre, in aree montane dell’Appennino emiliano, azioni di governance e buone pratiche agronomiche di gestione sostenibile del suolo nel quale l’efficiente distribuzione e stoccaggio della sostanza organica è centrale non solo ai fini della prevenzione del dissesto idrogeologico e del miglioramento della produzione foraggera, ma anche nella diminuzione delle emissioni di gas ad effetto serra legate all’uso del suolo.

L’area di progetto comprende i due comprensori montani dei Consorzi di Bonifica dell’Emilia Centrale e di Burana. I campi prova, per un totale di quasi 40 ha, sono messi a disposizione da 15 aziende dimostrative collocate in aree particolarmente rappresentative del contesto geografico e pedoclimatico dell’Appennino emiliano.

Risultati positivi

Prima dell’evento Claudia Guerrini, project advisor della Commissione europea per la valutazione dei progetti Life europei ha fatto visita ai campi dimostrativi di tre aziende dove ha potuto osservare i primi risultati del progetto, oltre a come gli agricoltori dell’Appennino curano i loro terreni: “Il percorso Life Agricolture mi è apparso dall’inizio molto promettente e tutto questo ora è stato confermato. È uno dei progetti che sto osservando e che sta avendo più successo per il monitoraggio; tutto sta procedendo secondo programmi”.
Soddisfatto dell’andamento anche Carlo Ponzio, monitor di alcuni progetti Life in Italia, che ha avuto il compito di seguire il progetto sin dall’inizio.

Carlo Ponzio, ha seguito il progetto sin dall’inizio

“La nostra attività – spiega riferendosi al suo lavoro - è di coach, nel senso che aiutiamo i nostri partneriati che gestiscono i progetti a comprendere le regole, soprattutto quelle finanziarie, seguiamo le attività e cerchiamo di aiutarli quando sono in difficoltà. Interveniamo soprattutto quando c’è il rischio che non riesca raggiungere i risultati prefissati. Siamo intermediari tra i proponenti di queste azioni e l’Agenzia Cinea che a Bruxelles è responsabile del finanziamento delle azioni Life. A questa Agenzia riferiamo il nostro lavoro di monitoraggio”

Obbiettivi centrati

Quindi l’osservazione su quanto accade nell’Appennino emiliano con questa sperimentazione: “Life Agricolture è iniziato due anni, va molto bene. Abbiamo vistato alcune aziende agricole che stanno facendo delle prove di dimostrazione di tecniche di coltura sia di attività colturale che di attività di regimazione delle acque. Sono tutte attività che migliorano le attività dei campi, la vita e l’economia degli agricoltori, ma sono anche misure importanti per mitigare le emissioni di CO2, infatti aiutano a sequestrare il carbonio nei terreni. Sono misure conservative, perché conservano la fertilità dei terreni e l’obiettivo di conservare e stoccare il carbonio. I risultati li stiamo raggiungendo

Agricoltura conservativa nell’Appennino tosco-emiliano - Ultima modifica: 2022-08-10T09:34:47+02:00 da Redazione Terra e Vita

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