Aumenta la richiesta di soia non ogm

soia italiana
E di conseguenza anche i prezzi. Se ne è parlato ad un convegno promosso da Confagricoltura Mantova

È aumentata del 15% rispetto all’anno precedente, raggiungendo così la cifra di 400mila ettari, la superficie a soia in Italia. Le produzioni si attestano poi oltre il milione di tonnellate all’anno e su scala continentale rappresentano oltre la metà di tutta la soia prodotta in Europa. Tuttavia, per diventare autosufficienti a livello nazionale, dovremmo arrivare a produrre ben 5 milioni di tonnellate di soia; fino ad allora importare resta quindi una necessità, senza dimenticare che le quantità importate sono giocoforza ogm.

Una coltura vantaggiosa

Così la soia ha raccolto negli ultimi anni un grande favore presso gli agricoltori italiani e, se in principio questo era dovuto alle normative sul greening, ora il prezzo del mais davvero basso e la crescente richiesta di prodotto non ogm proveniente dall’Europa accrescono ancora di più l’interesse verso questa leguminosa.

Con i suoi 20mila ettari Mantova è la provincia lombarda con il maggior numero di superficie dedicata alla soia e non deve quindi stupire che proprio Confagricoltura Mantova abbia voluto organizzare un convegno sulle prospettive e le opportunità economiche per i produttori di questa. Inoltre sempre nel mantovano dal boom del greening le superfici a soia sono pressochè raddoppiate.

Ma è oggi soprattutto la situazione della richiesta di un prodotto non ogm a giustificare questo fenomeno di aumento delle superfici: «Paesi come Austria e Germania cercano perlopiù prodotti non modificati –spiega Augusto Verlicchi, direttore commerciale di Anb Coop – ma nel mondo è difficile trovarne». Proprio Anb Coop propone a riguardo dei contratti di aggregazione, che già in passato hanno avuto modo di riportare buoni risultati commerciali.

Il mercato europeo

Roberto Begnoni, presidente della sezione economica cerealicoltori di Confagricoltura Mantova conferma poi quanto affermato da Verlicchi quando dice che «quest’anno la soia non modificata è più ricercata e costa di più rispetto alla transgenica. Questo perché la percezione della soia transgenica, che la faceva da padrona, si è fatta negativa da parte dei consumatori».

Le cose stanno quindi cambiando e non ci si deve quindi stupire se la soia nazionale dai 374 €/t di inizio anno sia arrivata ai 417 attuali, mentre solo nel 2016 quella ogm spuntava ancora prezzi più alti rispetto alla nostra.

Il problema per questa coltura ora sta tutto nella siccità, infatti la soia nel suo primo stadio richiede molta acqua, ma con gli andamenti climatici attuali le difficoltà a riguardo sono innegabili.

Aumenta la richiesta di soia non ogm - Ultima modifica: 2017-06-15T12:42:14+02:00 da Roberta Ponci

LASCIA UN COMMENTO

Per favore inserisci il tuo commento
Per favore inserisci il tuo nome