In un mondo sempre più interconnesso, il commercio non è più solo uno scambio di beni, ma una leva di potere. La geopolitica si fa con i container, non solo con i carri armati. E oggi, al centro di questo nuovo campo di battaglia economico, c’è ancora lui: Donald Trump. Con la sua politica dei dazi, Trump non si limita a colpire la Cina, ma manda un messaggio chiaro a tutti: gli Stati Uniti tornano a giocare secondo le proprie regole. Una mossa che ridisegna gli equilibri mondiali e mette alla prova alleanze, mercati e istituzioni globali. E l’Europa? Osserva, risponde e cerca di non restare schiacciata.
Trump non è solo un nostalgico. È un leader che usa il passato per parlare al presente. Con il suo slogan “Make America Great Again”, ha costruito una narrazione potente: riportare il lavoro negli Usa, riaccendere le fabbriche, proteggere l’industria nazionale.
Ma come farlo in un mondo dominato dai colossi del biotech e dell’intelligenza artificiale? La risposta è stata una sola: tariffe e barriere. Acciaio, alluminio, elettronica, vino e agroalimentare: tutto può essere tassato, se serve a rinegoziare la supremazia economica americana.
L’America dei dazi secondo Trump
Prodotti colpiti | Aumento dazi Usa |
Motivazione |
Merci cinesi | fino al 125% | Riequilibrio commerciale |
Acciaio e alluminio Ue | 25% | Sicurezza nazionale |
Prodotti agricoli (varie) | 10%-25% | Pressione negoziale |
Semiconduttori, farmaci | in arrivo | Rafforzamento manifatturiero Usa |
La Cina risponde colpo su colpo
Pechino non ha esitato a reagire. Dopo l’annuncio del nuovo pacchetto tariffario americano, il governo cinese ha alzato le tariffe su una lunga lista di beni statunitensi, portandole all’84%. Allo stesso tempo, ha presentato ricorso presso il Wto, denunciando le misure Usa come unilaterali e contrarie al diritto internazionale.
Dietro le quinte, però, la diplomazia si muove. Entrambe le potenze lasciano spiragli aperti: “La Cina vuole un accordo”, ha detto Trump. Ma riuscirà a farlo senza perdere la faccia?
L’Europa tra due fuochi: difendersi senza schierarsi
La posizione dell’Ue è tutt’altro che semplice. Colpita indirettamente dai dazi Usa e danneggiata dalle tensioni commerciali globali, Bruxelles ha scelto la via del “riequilibrio”: ha approvato una contromisura da 21 miliardi di euro, introducendo dazi su prodotti statunitensi come riso, frutta secca, moto e tessili.
Le contromisure Ue in numeri
Prodotti colpiti |
Dazi introdotti |
Tabacco, mais, riso | 10-25% |
Frutta secca, succhi | 10-20% |
Tessili, moto, elettronica | 15-25% |
Alcolici (escluso bourbon) | da valutare |
Ma l’Ue non cerca lo scontro: preferisce il dialogo, soprattutto per tutelare settori sensibili come l’agricoltura. Le organizzazioni Copa Cogeca hanno lanciato l’allarme: “I dazi minacciano l’intera filiera agroalimentare. Serve stabilità, non una guerra commerciale”.
Hansen e il fronte agricolo europeo: tra semplificazione e diplomazia
Il Commissario europeo all’Agricoltura, Christophe Hansen, è intervenuto più volte per rassicurare il settore. Al Vinitaly ha dichiarato: «Il momento è delicato. Dobbiamo proteggere il nostro vino, aprire nuovi mercati e sostenere i produttori colpiti dalle tensioni».
La risposta europea per l’agricoltura
Misura |
Obiettivo |
Semplificazione Pac (maggio) | Meno burocrazia per agricoltori |
Pacchetto vino (marzo) | Gestione scorte, etichette digitali |
Promozione extra-Ue per 5 anni | Spinta all’export in mercati alternativi |
Missioni commerciali (Canada, Giappone) | Aprire nuovi sbocchi |
Una rivoluzione a rischio
Donald Trump promette una rivoluzione economica per riportare l’America ai fasti del passato. Ma il suo metodo – fatto di tweet, dazi e colpi di teatro – rischia di aprire fronti più pericolosi di quelli che vuole chiudere.
Nel frattempo, l’Europa cerca di non restare schiacciata tra due giganti, puntando su diplomazia, resilienza agricola e nuovi accordi commerciali. La domanda resta aperta: siamo di fronte a una nuova era economica o solo all’ennesimo sussulto di un vecchio mondo che non vuole morire? La risposta, forse, arriverà tra 90 giorni. O tra 90 notti.