Nei Psr i giovani non sono tutti uguali

giovani agricoltori
Un confronto fra le misure adottate da 5 amministrazioni regionali

Regione che vai, giovane agricoltore che trovi. Potrebbe essere questa la versione del famoso proverbio, all’indomani dell’approvazione degli ultimi programmi di sviluppo regionali da parte della commissione europea, applicato alla misura di aiuto all’insediamento dei giovani agricoltori.

Le Regioni e le Province autonome italiane al momento stanno attivando molto lentamente le varie misure previste dall’impalcatura del Psr 2014 -2020, ma già diverse amministrazioni regionali e provinciali hanno aperto i bandi relativi all’Operazione 6.1 che prevede aiuti per la costituzione di nuove aziende agricole da parte dei giovani agricoltori.

Ebbene, da una lettura comparata delle norme regionali, si ricava che la figura del giovane agricoltore non è uguale ovunque, anzi esistono sensibili differenze riguardo a requisiti per poter presentare la domanda, entità dell’aiuto e tempi d’attivazione dei piani aziendali da presentare a corredo dell’istanza di contributo.

Abbiamo effettuato una verifica in alcune Regioni italiane che negli ultimi mesi hanno aperto, e talvolta già chiuso, i bandi per la presentazione delle domanda di aiuto. Ebbene, dovendoci limitare ai programmi regionali che a oggi hanno attivato i bandi della misura a sostegno dei giovani, l’analisi si è rivolta, fra gli altri, a Lombardia, Veneto, Emilia-Romagna, Toscana e Umbria, Regioni che entro luglio scorso hanno ottenuto l’approvazione formale del loro Psr da parte di Bruxelles. E qui nascono già le prime differenze in termini di tempistica d’attivazione.

Mentre Emilia-Romagna e Toscana, avendo avuto l’ok dalla commissione già a fine maggio 2015, hanno attivato i bandi a luglio dello scorso anno, in Veneto, regione che ha ottenuto sempre a maggio l’approvazione, i giovani agricoltori hanno dovuto aspettare l’inizio dell’anno nuovo per iniziare a presentare le domande. Situazione intermedia per Lombardia e Umbria, che hanno pubblicato le disposizioni attuative della misura nel corso di dicembre 2015, a seguito di un’approvazione dei propri Psr avvenuti in piena estate.

 

Da 20mila euro in su

Per quanto riguarda poi uno degli aspetti principali dell’Operazione 6.1, ovvero l’entità dell’aiuto, la situazione è molto variegata, non solo perché alcune Regioni hanno scelto di differenziare l’importo fra imprenditori agricoli di montagna o zone svantaggiate e giovani situati in pianura.

Si parte, infatti, da un minimo di 20mila euro riconosciuti dalla Lombardia per i giovani che si insediano in pianura, per arrivare a un massimo di 70mila euro per i giovani agricoltori umbri meritevoli del premio. In mezzo le altre Regioni, con importi variabili da 40mila a 50mila euro. Insomma, essere giovane in Lombardia vale molto meno che esserlo altrove. Ma le sorprese non finiscono qui. Se analizziamo poi alcuni requisiti per essere ammessi e poter presentare le domande, le differenze regionali si fanno sempre più evidenti.

 

Professionalità: sì, no, forse

Mentre la Regione Lombardia ha previsto che il beneficiario al momento della presentazione delle domande debba essere in possesso della qualifica di imprenditore agricolo principale, nelle restanti Regioni ciò non è richiesto. Tutt’al più, l’amministrazione prevede un periodo di alcuni mesi, da quando si inoltra la domanda di aiuto, per arrivare ad acquisire la qualifica Iap (imprenditore agricolo professionale).

 

Leggi l'articolo completo su Terra e Vita 04/2016 L’Edicola di Terra e Vita

Nei Psr i giovani non sono tutti uguali - Ultima modifica: 2016-01-28T09:27:24+01:00 da Sandra Osti

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