Dalla Francia nord-orientale fino ai Paesi Baltici, il cuore cerealicolo d’Europa è in sofferenza. L’estate si preannuncia arida e incerta, con colture in pericolo e raccolti compromessi. La Commissione europea, sotto pressione, mette il cambiamento climatico in cima all’agenda agricola.
Verso un’agricoltura più concreta
Stop alle contrapposizioni ideologiche, sì a una visione pragmatica. La Commissione europea ha delineato la nuova rotta per il settore primario: meno burocrazia, più competitività, tecnologie digitali, attrattività per i giovani e un reddito dignitoso per chi lavora la terra.
Quattro priorità per il rilancio
La strategia europea si fonda su quattro pilastri:
• Giovani in campo, con accesso facilitato alla terra, incentivi fiscali e protezione dalle pratiche sleali;
• Difesa della produzione interna, con controlli più severi sulle importazioni e valorizzazione delle Indicazioni geografiche;
• Ecologia premiata, che sostituisce i divieti con incentivi per chi adotta pratiche sostenibili;
• Aree rurali da rivitalizzare, attraverso infrastrutture, servizi e nuove opportunità economiche.
La Commissione ha deciso un allentamento temporaneo di alcune condizionalità ambientali della Pac, riconoscendo le difficoltà legate a eventi climatici sempre più estremi. Resta centrale la rotazione colturale, con incentivi per l’inserimento di leguminose e proteiche.
Sulle Tea tutto tace
Sul fronte delle Tea il Consiglio Ue resta spaccato. Il Coreper – il comitato dei rappresentanti permanenti degli Stati membri – non ha raggiunto un accordo sul mandato negoziale. Intanto, atti vandalici contro i campi sperimentali alimentano la tensione. Le organizzazioni agricole chiedono chiarezza, ma preoccupa l’idea di dover attendere la “prossima legislatura”, appena iniziata: il rischio è di un ulteriore rinvio, che blocchi l’innovazione in campo.
Agricoltori tra attese e incertezze
Le trattative sulle importazioni ucraine e sulla carne americana tengono in allerta il mondo agricolo. Gli agricoltori chiedono risposte concrete, meno annunci e più sostegno reale. Chiedono soprattutto di essere ascoltati: non solo come produttori, ma come custodi del territorio e garanti della sicurezza alimentare europea.
Una nuova alleanza per il futuro rurale
Bruxelles sembra finalmente orientata a costruire un nuovo patto con l’agricoltura. Il settore primario torna al centro, non più come problema, ma come risorsa strategica per l’ambiente, l’economia e la coesione sociale. La sfida è trasformare la crisi in occasione di rilancio.