Il costo del cibo e il suo reale valore. I cinquant’anni di Suolo e Salute

Il primo organismo certificatore del biologico in Italia festeggia a Bologna

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Tavola rotonda con esponenti delle istituzioni nazionali, del mondo accademico, dell’informazione e produttori biologici per ragionare sul ruolo che il metodo di coltivazione e allevamento biologico avrà nel futuro dell’agricoltura italiana e del sistema agroalimentare della penisola

«La soddisfazione che ti può dare il contatto con i tuoi animali e il legame con il tuo territorio ti ripaga di ogni sacrificio». Un sentimento, quello di Cristina Adelmi, titolare dell’omonima azienda zootecnica in Val di Vara, in provincia de La Spezia, comune a quello di molti allevatori.
I pascoli turnati dove Cristina porta le sue vacche fanno parte però di un territorio difficile dell’entroterra ligure, caratterizzato da paesaggi incontaminati, ma lontano dai più trafficati circuiti commerciali. Borghi storici minacciati dalla più bassa densità di antropizzazione di tutta la Liguria e dalla tentazione all’emigrazione.

E proprio la Val di Vara è una "roccaforte" di Suolo e Salute, il primo ente certificatore italiano per il biologico, che mercoledì 4 settembre festeggia a Bologna i 50 anni dalla fondazione con una tavola rotonda alla quale siederanno esponenti delle istituzioni nazionali, del mondo accademico, dell’informazione e produttori biologici per ragionare sul ruolo che il metodo di coltivazione e allevamento biologico avrà nel futuro dell’agricoltura italiana e del sistema agroalimentare della penisola nel suo complesso.

Finché il prezzo è giusto

Un territorio che, come capita in altre aree collinari e montane della nostra penisola, ha evitato lo spopolamento solo grazie al biologico e alla creazione di uno dei primi storici biodistretti.

«Il bio assicura un valore aggiunto – dice Adelmi - sia dal punto di vista ambientale che economico, almeno finchè le produzioni sono remunerate con un prezzo giusto e finchè il consumatore soddisfa il suo bisogno di salute e di ambiente attraverso queste produzioni». Un patto, quello tra produttori e consumatori, che da quando esiste il regolamento europeo sulle produzioni biologiche ha come garanti gli enti di certificazione. «Un impegno che nasce in realtà molto prima – testimonia Alessandro D’Elia, direttore generale di Suolo e Salute -, nel nostro caso addirittura nel 1969, 50 anni fa tondi tondi».

Mezzo secolo in favore del biologico

Suolo e Salute è un ente di certificazione storico che, tra l’altro, ha avuto un ruolo decisivo nella nascita del biodistretto della Val di Vara. Oggi è il primo organismo di certificazione per il biologico in Italia, impegnato, con la stessa passione degli esordi, nella salvaguardia dei principi cardine dell’agricoltura biologica attraverso un accurato servizio di controllo e certificazione a tutela dei consumatori.

Il 4 settembre a Bologna, in un evento organizzato assieme a Edagricole festeggerà il suo 50° anniversario con una manifestazione ricca di sorprese incentrata sulla riflessione sul costo del cibo e il suo reale valore. Un tema che rischia di diventare un’emergenza anche per il bio.

Parallelamente al boom di mercato e all’entrata delle produzioni bio nella grande distribuzione, i prezzi all’origine iniziano infatti a contrarsi, soprattutto quelli di frumento tenero e delle altre essenze foraggere biologiche, rischiando di vanificare quella che è l’ultima occasione di riscatto e valorizzazione per le nostre produzioni di qualità ad alta valenza territoriale ed ambientale.

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Cristina Adelmi

Un equilibrio da preservare

Occorre evitare che si ripeta una storia già scritta: le vendite sottocosto e la concorrenza di prodotti che arrivano da altre parti del mondo (talvolta caratterizzate da una minore attenzione per le tutele ambientali e sociali), se sono già poco accettabili per le produzioni convenzionali, nel caso di quelle biologiche generano il paradosso di allontanare, nello spazio e nel tempo, i vantaggi in termini di sostenibilità assicurati da queste produzioni.

«Non possiamo permetterci – ammonisce Angelo Costa, presidente di Suolo e Salute – di spezzare l’equilibrio naturale che lega produzione e territorio, ecologia ed economia».

«Con l’evento del 4 settembre vogliamo ribadire la “giusta visione” che nel nostro caso è chiara fin dal binomio che abbiamo scelto per rappresentare il nostro impegno: dal legame e dalla tutela del suolo dipende la salute degli animali e dell’uomo».

Le scelte del consumatore

«L’agricoltura biologica – ribadisce D’Elia – ha un doppio merito: ha mostrato agli agricoltori che la capacità di creare valore dipende dalle loro scelte». «E ha mostrato ai consumatori la possibilità di premiare, con le proprie scelte d’acquisto, i produttori capaci di creare le migliori ricadute sul territorio».

Secondo il direttore generale di Suolo e Salute pretendere che le esternalità prodotte dal bio siano remunerate solo dalla Pac è diseducativo e alla lunga insostenibile. «L’agricoltura biologica – sostiene Angelo Frascarelli, docente all’Università di Perugia – è “smart” ante-litteram perché ha saputo adeguarsi alle aspettative dei cittadini, non può rimanere vittima del suo successo». La ricetta per dare valore ai prodotti bio, secondo Frascarelli, passa dunque dalla costruzione di filiere, dalla gestione associata dell’offerta e dalla qualificazione dei servizi alle imprese biologiche. Ma anche dall’informazione dei consumatori.

Una sfida da non perdere

La sfida del giusto valore del cibo non può essere persa. Rosario Trefiletti, presidente Indagini 3 Centro studi consumi ed ambiente, ricorda come in Italia i consumatori non siano solo attenti al tema del prezzo degli alimenti, ma anche alla loro qualità e origine. Un terreno fertile su cui costruire tutte le strategie di valorizzazione.

Eduardo Cuoco di Ifoam denuncia le anomalie nel rapporto dei prezzi che caratterizza questo ormai duraturo periodo di apertura alla libera circolazione delle merci internazionale. Massimiliano Borgia, giornalista e presidente dell’Associazione “Pensare il Cibo”, fa appello alla responsabilità di chi è impegnato professionalmente nella comunicazione delle qualità degli alimenti.

Il filosofo Umberto Galimberti sottolinea come il cibo sia una vera metafora dell’esistenza. Con tutti i pregi e i difetti di un’era «che ha abbandonato ogni vincolo di solidarietà, ogni pietà per chi sta peggio di noi, ogni legame affettivo che fuoriesca dallo stretto ambito familiare.
Abbiamo inaugurato una visione del mondo che guarda alla terra e ai suoi abitanti solo nell’ottica del mercato». Opinioni che saranno messe a confronto da Suolo e Salute nella tavola rotonda del 4 settembre.

ortofrutta biologica

L’obiettivo delle 20mila aziende certificate

Cinquant’anni di storia e lo stesso impegno delle origini. Risale al 1969, grazie alla lungimiranza del prof. Francesco Garofalo, docente dell’Università di Torino, la nascita dell’Associazione Suolo e Salute. Era la prima esperienza italiana impegnata nella divulgazione e nella promozione del metodo organico-minerale dal quale, successivamente, l’agricoltura biologica ha tratto le basi tecnico-scientifiche.

Una vera “cattedra ambulante” che ha saputo diffondere un modello di agricoltura rispettosa dell’agroecosistema nel suo insieme, partendo dal binomio suolo e salute: e cioè che dall’equilibrio naturale del suolo dipendeva la salute degli animali e dell’uomo.

Una “giusta visione” in un momento dove gli agricoltori - spinti dagli interessi dell’industria agrochimica e dalla miopia del mondo accademico - vedevano nell’impiego massiccio di fertilizzanti e agrofarmaci di sintesi ogni tipo di soluzione.

Oggi Suolo e Salute è il primo organismo di di certificazione per il biologico in Italia. I numeri del 2018 confermano infatti la leadership di Suolo e Salute nel settore del controllo e della certificazione delle produzioni biologiche con oltre il 26% delle aziende bio in Italia e quasi il 30% della superficie coltivata in biologico.

E i dati relativi ai primi mesi dell’anno fanno ben sperare per un’ulteriore crescita e la prospettiva è di chiudere il 2019 con lo sforamento del tetto delle 20.000 aziende certificate in biologico.

Numeri che rappresentano il più bel regalo per i 50 anni di un ente di certificazione impegnato, con la stessa passione che animava l’Associazione, nella salvaguardia dei principi cardine dell’agricoltura biologica attraverso un’accurato servizio di controllo e certificazione a tutela dei consumatori.

Il programma della giornata nel dettaglio

Ore 09.30 Registrazione partecipanti e welcome coffee

Ore 10.00 Apertura dei lavori

I 50 anni di Suolo e Salute: una bella storia da raccontare. Lettura di Ivano Marescotti

Ore 10.25 Saluti di Virginio Merola, sindaco di Bologna

Ore 10.30 Talk show Costo del cibo e suo reale valore. La giusta visione del biologico

Intervengono:

Angelo Costa - presidente di Suolo e Salute

Alessandro D’Elia - direttore generale di Suolo e Salute

Eduardo Cuoco - direttore di Ifoam Ue

Antonio Iaderosa - Dipartimento Icqrf (Mipaaft)

Cristina Adelmi - azienda zootecnica biologica

Angelo Frascarelli - Dipartimento Scienze Agrarie - Università di Perugia

Rosario Trefiletti - presidente di Indagini 3, centro studi su consumi e ambiente

Massimiliano Borgia - giornalista e presidente dell'associazione "Pensare il Cibo"

Ore 12.15 Intervento di Gian Marco Centinaio, ministro delle politiche agricole alimentari, forestali e del turismo uscente (invitato, ma la sua partecipazione è in dubbio considerati gli eventi politici delle ultime settimane)

Ore 12.30 Il cibo, metafora dell’esistenza. Lectio magistralis tenuta dal filosofo Umberto Galimberti

A seguire lunch buffet

Il costo del cibo e il suo reale valore. I cinquant’anni di Suolo e Salute - Ultima modifica: 2019-09-02T17:41:17+02:00 da Lorenzo Tosi

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