Pacciamature biodegradabili, accordo FederBio-Assobioplastiche

pacciamature biodegradabili
Stretta di mano fra Marco Versari (Assobioplastiche) e Paolo Carnemolla (Federbio)
Siglata un’intesa per l’impiego di bioteli in agricoltura biologica. La collaborazione prevede l’avvio di una serie di sperimentazioni in campo di bioplastiche biodegradabili e compostabili
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Telo di pacciamatura su lattuga

È stata siglata una partnership tra Federbio, la federazione nazionale delle organizzazioni dell’agricoltura biologica e biodinamica, e Assobioplastiche, l’associazione che riunisce produttori e trasformatori di materiali biodegradabili e compostabili. L’accordo prevede la promozione della sperimentazione e dell’impiego di pacciamature biodegradabili innovative nelle coltivazioni biologiche. Hanno firmato l’intesa Paolo Carnemolla, presidente di Federbio e Marco Versari presidente di Assobioplastiche, stringendo una sinergia che prevede il consolidamento dell’utilizzo di questa tecnologia.

Basso impatto ambientale

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Stesura di un biotelo

L’obiettivo è quello di diffondere l’impiego delle pacciamature biodegradabili che rappresentano oggi una risposta importante ai problemi di fine vita dei film plastici tradizionali. D’altra parte l’introduzione dei bioteli rappresenta una risposta significativa ad alcuni dei temi produttivi e ambientali coerenti con i principi e le pratiche dell’agricoltura biologica che richiede grande attenzione alle materie prime utilizzate per la produzione dei film pacciamanti (innanzi tutto l’assenza di ogm ma anche la rinnovabilità).

Per perseguire il proprio obiettivo strategico i bioteli dovranno essere biodegradabili secondo lo standard europeo En 17033, non contenere organismi geneticamente modificati nei formulati utilizzati per la produzione della pacciamatura, ed essere costituiti da materie prime rinnovabili in misura pari o superiore al 50% (che salirà oltre il 60% dal 2021).

Verifiche in campo

Saranno coinvolti da Federbio e Assobioplastiche enti scientifici che dovranno sovraintendere a prove in campo per la verifica delle rese, della produttività delle colture e degli effetti complessivi nell’agricoltura biologica.

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Paolo Carnemolla

«Inizialmente relegata quasi esclusivamente in montagna e collina, l'agricoltura biologica che scende in pianura e sulle grandi superfici, richiede approcci innovativi e strumenti efficaci - ha detto Carnemolla -, che risultino coerenti con i principi sanciti dalla normativa europea sul bio, che contiene non solo norme ma anche principi, e con l’approccio della bioeconomia e dell’economia circolare. Con il protocollo d’intesa si avvia un percorso di sperimentazione che dovrà portare a uno standard per l’impiego dei bioteli in agricoltura biologica che raggiunga progressivamente la totale rinnovabilità dei materiali».

 

 

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Marco Versari

Versari ha aggiunto che «il biologico rappresenta uno dei molti fiori all’occhiello dell’agricoltura italiana, un modello di produzione a basso impatto e anche uno stile di vita scelto da un numero sempre più crescente di persone. Raccogliere le richieste provenienti da questo comparto, rispettandone i principi fondamentali, è una sfida che il comparto delle bioplastiche ha inteso cogliere. I nostri bioteli, rappresentano un’enorme opportunità per gli agricoltori perché oltre ad essere utilizzabili in diverse condizioni ambientali e su colture con cicli diversi, non devono essere recuperati e smaltiti al termine del ciclo colturale ma possono essere lasciati nel terreno dove vengono biodegradati ad opera di microrganismi, offrendo anche un enorme risparmio in termini di tempo e risorse».

Italia all’avanguardia

Anche in questo caso, dunque, concordano i due presidenti, esattamente come con l’uso dei materiali biodegradabili nella raccolta differenziata dell’organico, l’Italia dimostra di essere all’avanguardia, agendo da apripista nell’uso innovativo dei materiali biodegradabili e compostabili.

«Si tratta di un modello che partendo dal nostro Paese vuol rappresentare un esempio per l’Europa intera» ha dichiarato Versari.

Per vedere le immagini dell'accordo clicca qui

 

Le Associazioni coinvolte

pacciamature biodegradabiliFederBio è una federazione nazionale nata nel 1992 per iniziativa di organizzazioni di tutta la filiera dell’agricoltura biologica e biodinamica, con l’obiettivo di tutelarne e favorirne lo sviluppo. FederBio socia di Ifoam e Accredia, l’ente italiano per l’accreditamento degli Organismi di certificazione, è riconosciuta quale rappresentanza istituzionale di settore nell’ambito di tavoli nazionali e regionali. Federbio ha sede a Bologna ed è presieduta da Paolo Carnemolla
ww.feder.bio

pacciamature biodegradabiliAssobioplastiche è l’associazione Italiana delle Bioplastiche e dei Materiali Biodegradabili e Compostabili. È stata costituita nel 2011 e rappresenta le imprese che operano in Italia e all’estero nella produzione di polimeri biodegradabili e di prodotti finiti e nella gestione del fine vita dei manufatti realizzati con bioplastiche. Assobioplastiche ha sede a Roma ed è attualmente presieduta da Marco Versari.
www.assobioplastiche.org

 

Pacciamature biodegradabili, accordo FederBio-Assobioplastiche - Ultima modifica: 2019-03-05T22:04:37+01:00 da Alessandro Maresca

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