Vespa Samurai, missione conclusa

Lancio della vespa samurai in provincia di Ravenna (foto Fabrizio dell'Aquila)
Doppio intervento in 300 siti “verdi”. In Emilia-Romagna è finita la campagna di lanci della Vespa Samurai e ora partono i rilievi per verificare l’effettivo insediamento del parassitoide della cimice asiatica

Si è conclusa il 30 luglio, come previsto dal cronoprogramma approvato dal Tavolo Tecnico Ministeriale, la campagna di lotta biologica alla cimice asiatica basata sui lanci della cosiddetta “vespa samurai” (Trissolcus japonicus), minuscolo parassitoide oofago originario delle stesse zone da cui proviene la cimice.

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Obiettivo: riequilibrio ecologico

In Emilia-Romagna nel periodo fra giugno-luglio sono stati effettuati due lanci in 300 siti regionali, distribuiti lungo corridoi ecologici (siepi, aree verdi, boschetti, ecc). I siti di lancio sono stati individuati secondo criteri precisi utilizzando soprattutto le aree naturali in modo da garantire la sopravvivenza e la diffusione degli insetti utili. L'obiettivo di questo primo anno, infatti, è di riuscire ad insediare uniformemente la vespa samurai sul territorio regionale in modo da iniziare quel processo di riequilibrio ecologico che potrebbe dare respiro alla nostra frutticoltura.

Ricordiamo che la "vespa samurai", è un piccolo insetto che non punge, si ciba di polline e

Vespa Samurai

nettare ed è assolutamente innocuo per l'uomo ed altri animali e non crea danni per le api; è invece il principale limitatore biologico della cimice asiatica nelle aree di origine delle due specie, in quanto ne parassitizza le uova.

Doppio intervento in concomitanza dei “picchi”

In ognuno dei 300 punti, tutti georeferenziati e dotati di un apposito cartello informativo, sono stati effettuati i previsti due lanci, in corrispondenza dei due picchi di presenza delle ovature della cimice asiatica. Il primo lancio è stato effettuato tra il 15 e il 30 giugno, il secondo lancio dal 15 fino alla fine di luglio. In ogni lancio sono stati liberati circa 100 esemplari adulti femmina di T.japonicus e 10 adulti maschi per un totale di 66.000 insetti.

 I protagonisti

Per realizzare i 300 lanci sul territorio dell’Emilia-Romagna, oltre al Servizio Fitosanitario regionale e al Consorzio Fitosanitario di Modena che si sono occupati del coordinamento e dell’immissione nell’ambiente, hanno collaborato al progetto anche le Università di Bologna e di Modena e Reggio e i tecnici delle principali OP ortofrutticole. Tutta l’attività di produzione della vespa samurai partendo dalle cimici asiatiche raccolte durante l’inverno, è stata svolta dall’Università di Bologna, da quella di Modena e Reggio e dai due laboratori privati: il centro Agricoltura Ambiente e Agri 2000, mentre i tecnici delle OP hanno collaborato fattivamente alla fase logistica di realizzazione dei lanci.

Via al monitoraggio dell’insediamento

Ma il lavoro per quest’anno non è ancora terminato. Parallelamente all’attività di lancio, l’autorizzazione arrivata dal Ministero dell’Ambiente e della Tutela del Territorio e del Mare prevede anche l’esecuzione di numerosi rilievi nei punti di lancio della vespa samurai con l’obiettivo di verificare l’insediamento della specie e i suoi effetti sull’ambiente e su eventuali specie non target.

Questi rilievi verranno eseguiti nelle prossime settimane in 33 dei 300 siti di lancio realizzati seguendo un protocollo condiviso a livello nazionale. Anche in questo caso il lavoro verrà svolto con la collaborazione dei ricercatori delle Università di Modena-Reggio e di Bologna che in particolare hanno in carico due aree, rappresentative del territorio regionale, dove verranno condotte indagini scientifiche di dettaglio per verificare oltre all’insediamento nell’ambiente della vespa samurai, la sua capacità di spostamento sul territorio e la sua efficacia di parassitizzazione.

Massimo Bariselli mentre effettua un lancio del parassitoide in una delle 300 aree del corridoio verde individuate dal piano coordinato dal servizio fitosanitario regionale

IL PROGETTO NAZIONALE

La lotta biologica alla cimice asiatica è stata resa possibile da una modifica alla legge di recepimento della direttiva Habitat (D.P.R. 12 marzo 2003 n. 120, che ha modificato il D.P.R. 8 settembre 1997 n. 357, che impediva qualunque introduzione di organismi esotici nel territorio italiano, anche se utili.

E’ dal lontano 2015 che le regioni del nord, le più colpite dai danni provocati dalla cimice, premono sul ministero dell’Ambiente per modificare queste norme ed è anche grazie a questo lavoro preparatorio che nel 2019 si è finalmente intervenuti dal punto di vista legislativo con il Decreto del presidente della Repubblica 5 luglio 2019, n. 102, che, tra le altre cose, ha permesso l’introduzione di specie non autoctone per motivate ragioni di rilevante interesse pubblico e dopo una valutazione di impatto ambientale.

Questa modifica normativa ha permesso la presentazione del Programma Nazionale di Lotta Biologica 2020 per il controllo in Italia di Halyomorpha halys mediante l’impiego del suo antagonista naturale, l’Imenottero Scelionide Trissolcus japonicus. Questo ambizioso piano, definito dal “Tavolo Tecnico Cimice asiatica” su incarico del Comitato Fitosanitario Nazionale, ha previsto l’esecuzione dei lanci di questo Ooparassitoide in 712 siti distribuiti in 5 Regioni (Emilia-Romagna, Veneto, Lombardia, Piemonte e Friuli) e in 2 Province Autonome (Trento e Bolzano) secondo un protocollo comune. L’autorizzazione del Ministero dell’Ambiente ha una durata massima di tre anni ma andrà rinnovata anno per anno sulla base di un dossier che raccoglie i dati delle indagini di dettaglio realizzate a fine campagna sul territorio di tutte le regioni aderenti al progetto.

Vespa Samurai, missione conclusa - Ultima modifica: 2020-07-31T19:42:15+02:00 da Lorenzo Tosi

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