La rucola della Piana del Sele, un esempio virtuoso di innovazione e sostenibilità

rucola a piana del sele
Merito anche dell’operatività del Consorzio di bonifica Destra Sele, determinante per lo sviluppo della coltivazione sotto serra delle colture di quarta gamma. L'Anbi presenta a Roma il progetto.

Far crescere il territorio attraverso la pratica di nuove colture agricole favorendo uno sviluppo compatibile con l’ambiente: è la storia della Piana del Sele, raccontata nei tre volumi (presentati oggi alla Camera dei Deputati) dello studio “Alimentazione e colture nella Piana del Sele. Il consorzio di bonifica Destra Sele per l’equilibrio dell’ecosistema”. E’ la testimonianza di riscatto economico e sociale di una parte del Meridione d’Italia attraverso l’agricoltura di qualità.

In sintonia con i nuovi consumi e i riconoscimenti ottenuti dalla dieta mediterranea, verso la metà degli anni ’90, gli agricoltori della Piana del Sele si sono orientati sulle coltivazioni orticole, in particolare rucola, valeriana e lattughino, facendone un’eccellenza internazionale, vocata alla cosiddetta quarta gamma.

piana del sele
Da sinistra, Salvatore De Napoli, Massimo Gargano, Filippo Gallinella, Vito Busillo, Francesco Vincenzi

Il libro approfondisce questa nuova frontiera colturale, evidenziando al contempo come la presenza e l’operatività del Consorzio di bonifica Destra Sele, sia stata ed è determinante per tale tipo di coltivazione sotto serra, che necessita di imprescindibili condizioni sia per l’assetto idrogeologico che per la disponibilità di acqua irrigua. «Il Consorzio ha creato le precondizioni per lo sviluppo di un’agricoltura moderna, di qualità e sostenibile. Oggi il Consorzio mette in capo l’agricoltura di precisione attraverso l’utilizzo di sensori per la raccolta e per l’irrigazione e produce 8 milioni di km/h di energia rinnovabile». Lo ha affermato Vito Busillo, presidente Consorzio di bonifica Destra Sele – Salerno, ricordando come, negli ultimi anni, l’irrigazione consortile è stata interamente rinnovata grazie all’introduzione di “sistemi a domanda” e a “condotte in pressione tubate” per l’ottimizzazione d’uso della risorsa idrica. «Tali innovazioni – ha affermato - hanno dato nuovo valore a tutto il territorio e nuova spinta propulsiva all’imprenditoria agricola: le coltivazioni protette sotto serra si sono estese fino a coprire una superficie di oltre 6.000 ettari». Busillo ha poi sottolineato che l’imminente riconoscimento dell’IGP per la rucola della Piana del Sele sarà in grado di generare un balzo importante di fatturato posizionandola al terzo posto tra i marchi simbolo del made in Italy.

L’obbiettivo dell’attività progettuale dell’ente consorziale è ora quello di creare una serie di opere idrauliche compatibili ed armonizzate non solo con l’agricoltura, ma anche con l’ambiente, la salute, il paesaggio, il turismo.

Francesco Vincenzi, presidente Anbi, ha ricordato il grande lavoro in cui quotidianamente i Consorzi di bonifica sono impegnati «I Consorzi stanno sui territori, li tutelano, creano opportunità. La Piana del Sele è un esempio virtuoso che rappresenta l’impegno dei Consorzi e dimostra che anche in un territorio del Sud, se ben gestito, si può fare bene: gli uomini fanno la differenza. La sfida dei Consorzi è continuare sul percorso della sussidiarietà accanto alle Istituzioni, ai territori e alle aziende agricole che vogliono lavorare su quei territori. Lo sviluppo dei Consorzi ha seguito le esigenze delle imprese dando forza a territori con problematiche sociali importanti, permettendogli anche di differenziarsi. Questo sviluppo deve essere inserito in un equilibrio ambientale, non sempre scontato, che va percorso. Oggi dobbiamo però fare uno sforzo comune: preservare il patrimonio culturale, imprenditoriale ed economico che i Consorzi di bonifica sono riusciti a creare a livello nazionale».

Vincenzi rivolgendosi a Filippo Gallinella, presidente Commissione Agricoltura Camera Deputati, presente al dibattito, ha chiosato affermando: «Oggi il mondo dei consorzi di bonifica è pronto a sostenere quelle scelte politiche che riusciranno a sviluppare un modello di sviluppo basato sulla bellezza e sicurezza dei territori e sull’agroalimentare. L’Anbi è pronta ad accettare la sfida, consapevole che bisogna accorciare le distanze tra Nord e Sud del Paese, puntando sull’innovazione, sulla sostenibilità e sul settore agricolo, in un’ottica di grande opportunità per il Paese».

Filippo Gallinella, che ha riconosciuto la funzione sociale svolta dai Consorzi di bonifica, ha sottolineato che «I progetti funzionano se ci sono persone valide che li gestiscono bene. Il Consorzio non deve fare utile ma dare sevizio, l’acqua non la consuma ma la gestisce, in molti casi esce meglio di come entra». Gallinella, ribadendo il supporto al mondo dei Consorzi, ha poi concluso dicendo che «l’Italia ha bisogno di lavorare sul dissesto idrogeologico e su un’agricoltura che porti reddito e senza acqua reddito non c’è».

 


I numeri della rucola della Piana del Sele

L’areale di coltivazione della rucola della Piana del Sele interessa 11 comuni della provincia di Salerno.

Nel 2018 sono stati prodotti 400 milioni di chili in 430 aziende, di cui il 60% guidate da giovani con attenzione all’innovazione tecnologica e alla sostenibilità ambientale.

La rucola della Piana del Sele rappresenta il 73% della produzione nazionale, di questi il 40% finisce nei canali di vendita dell’export, con picchi nei mesi invernali. L’85% della produzione è assorbita dalla grande distribuzione italiana e straniera. Il fatturato del 2018 è stato di circa 680 milioni di euro, con circa 5 mila addetti diretti e 4 mila dell’indotto.

La rucola della Piana del Sele, un esempio virtuoso di innovazione e sostenibilità - Ultima modifica: 2019-02-20T21:22:12+01:00 da Laura Saggio

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