Agromeccanici all’attacco: «Continua il silenzio su di noi»

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Nessun aiuto agli agromeccanici: il mondo agricolo ha precise responsabililtà. Dalla Bernardina (Cai): «Anche i costruttori dovevano supportare i loro migliori clienti»

Agromeccanici arrabbiati. Per voce del presidente nazionale di Cai, Gianni Dalla Bernardina, che attacca a 360 gradi.

«Tutti hanno elogiato gli agricoltori per la resistenza durante l'emergenza coronavirus. Lo faccio anch'io. Ma nessuno, ripeto nessuno, ha messo in evidenza l'importanza degli agromeccanici. Che hanno continuato a lavorare, che hanno fatto girare a pieno regime le macchine, che proseguono a progettare investimenti».

Con le Professionali nessun passo avanti

«Ancora oggi - rimarca Della Bernardina - chiediamo una definizione dell'impresa agromeccanica. Promesse su promesse, aperture su aperture di molte Professionali agricole che, durante i cicli produttivi, si rendono conto dell'indispensabilità degli agromeccanici. Poi, quando si tratta di tirare le somme, nessuna concessione, nessun scatto in avanti. Tutto il mondo agricolo nei confronti degli agromeccanici ha responsabilità pesanti. Agromeccanici che rimangono nel limbo».

Chi compra gran parte delle macchine agricole?...

E a chi, come Dino Scanavino, presidente della Cia-Agricoltori Italiani invita a sostenere il comparto delle macchine agricole, che occupa 130mila lavoratori e vale oltre 11 miliardi di euro, Dalla Bernardina risponde, condividendo l'invito, «prima di erogare maxi incentivi a pioggia, è bene riflettere su come erogarli per sostenere effettivamente la filiera produttiva e favorire l’innovazione nei campi. Se il parco macchine dei trattori italiano ha un’età media di 26 anni, nonostante già oggi vi siano incentivi che vanno dal 35% del Programma di Sviluppo Rurale, aumentabile fino al 45% in presenza di giovani o per le imprese nelle aree svantaggiate. Gli agricoltori possono anche cumulare gli aiuti legati alla Nuova Sabatini, che vanno dal 7,5% al 10% di incentivi, solo se in combinazione con il credito d’imposta; è attraverso quest’ultimo che si riesce ad arrivare anche al 95% della spesa».

...per il 50% gli agromeccanici

Per Cai, dunque, se le imprese agricole, nonostante i fondi disponibili e gli aiuti che arrivano fino al 95%, non investono in meccanizzazione, il motivo è che per realtà con un’estensione media di 10 ettari, non conviene farlo, mentre è più corretto indirizzare gli sforzi economici nella multifunzione.

“Ingolosire” gli agricoltori ad acquistare macchine sovradimensionate per l’utilizzo reale, secondo Cai, porta inevitabilmente a problemi di obsolescenza, in quanto non avrà mai le risorse per cambiarla.

Quasi il 50% del mercato delle macchine agricole in Italia – rileva Cai – è appannaggio degli agromeccanici e non degli agricoltori. Insistere a chiedere aiuti a fondo perduto per le imprese agricole non ha altri scopi che drogare il mercato, senza alcun effetto in termini di sicurezza e sostenibilità, in quanto gli stessi agricoltori non orientano i propri investimenti sulle macchine. Forse sarebbe più utile accompagnare nella crescita le imprese che svolgono servizi all’agricoltura, lasciando agli agricoltori di proseguire nella diversificazione produttiva (agriturismo, filiera corta, zootecnia, trasformazione e vendita diretta, produzione di energie rinnovabili).

Un messaggio anche ai costruttori

Dalla Bernardina non risparmia nemmeno i costruttori di macchine agricole. «Anche recentemente abbiamo avuto pubblicamente il sostegno di FederUnacoma. Bene. Ma servono misure concrete, poiché, lo ribadisco - sottolinea il presidente Cai - senza agromeccanici l'agricoltura si ferma, anche gli industriali del settore dovrebbero rendersene conto. E fare qualcosa di più».

Servono azione mirate. Che invece di arrivare, vengono tolte.

Problemi con il bando Inail

«L’abrogazione del bando Inail per la messa in sicurezza delle macchine agricole - conclude Dalla Bernardina - mette a rischio un processo di innovazione che, per quanto rallentato nelle tempistiche e balordo nelle modalità di assegnazione attraverso un click day che calpesta la progettualità delle imprese a tutto vantaggio della velocità di connessione, riguardava prevalentemente le piccole, piccolissime e medie imprese agricole. In questo modo era possibile una seppur timida modernizzazione della meccanizzazione agricola, in ottica di sicurezza sul lavoro.

Ci auguriamo che l’abrogazione del bando Inail sia l’occasione di ripensare l’intero pacchetto di azioni e aiuti finalizzato a rendere più sicuro il lavoro in agricoltura, senza dimenticare il ruolo e il peso delle imprese agromeccaniche all’interno della filiera.

Agromeccanici all’attacco: «Continua il silenzio su di noi» - Ultima modifica: 2020-05-22T19:22:27+02:00 da Gianni Gnudi

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