Brutte notizie dal Wto che dà luce verde ai dazi Usa

«Sì a dazi Usa per 7,5 miliardi di dollari (6,8 miliardi di euro) nei confronti dei Paesi Europei ». Ma nella battaglia tra i colossi aerospaziali Boeing e Airbus quella che ci rimetterà di più rischia di essere l’agricoltura italiana. Le reazioni e i suggerimenti al Premier Conte di Alleanza Coop, Cia, Coldiretti e Confagricoltura

Brutte notizie da Ginevra.  Dopo due giorni d’attesa è arrivata la decisione del Wto. L’organizzazione mondiale del commercio (che ha sede nella città elvetica) ha stabilito che gli Usa potranno imporre dazi ai prodotti europei per 7,5 miliardi di dollari (equivalenti a 6,8 miliardi di euro) come compensazione per gli aiuti illegali concessi al consorzio aeronautico Airbus.

Aerei che volano con i sussidi

Nella fattispecie Washington (che pretendeva un risarcimento maggiore pari a 11,2 miliardi di dollari) – ha contestato la legittimità degli aiuti pubblici concessi da Bruxelles e ora potrebbe colpire una serie di prodotti tecnologici (aerei e componentistica realizzati nei quattro Paesi del consorzio Airbus: Regno Unito, Francia, Germania e Spagna) ma anche prodotti alimentari e beni di lusso. Un comparto, questo, che tocca anche esportazioni italiane, sebbene il nostro paese non faccia parte del consorzio.

Uno scontro che dura da 15 anni

La sentenza è un momento cruciale della battaglia tra Airbus e Boeing, che dura da 15 anni presso l’Organizzazione, e minaccia di rendere ancora più tese le relazioni commerciali tra gli Stati Uniti e l’Unione europea. L’Ue – che a sua volta contesta i sussidi a Boeing – dal canto suo è intenzionata a rispondere con propri dazi, anche se il Wto non ha ancora definito l’ammontare della eventuale compensazione.


Mercuri (Alleanza coop): «Le due parti trattino per evitare contraccolpi a imprese e consumatori»

Giorgio Mercuri, presidente di Alleanza delle Cooperative agroalimentari

«Ora che l’Organizzazione del commercio europeo ha ritenuto legittima l’applicazione dei dazi da parte degli Usa, riteniamo vada fatto ogni sforzo per scongiurare uno scontro a colpi di dazi reciproci tra Europa e Stati Uniti». Giorgio Mercuri, presidente di Alleanza Cooperative Agroalimentari, commenta con preoccupazione la decisione del Wto e aggiunge: «Rinnoviamo il nostro appello al governo italiano ad attivarsi presso le sedi europee per evitare che l’amministrazione americana proceda immediatamente ad imporre tariffe doganali sulla lista di prodotti europei, tra i quali compaiono come è noto prodotti agroalimentari come formaggi, vini, pasta e salumi, che penalizzerebbero pesantemente migliaia di imprese che esportano le eccellenze del made in Italy. Riteniamo inaccettabile che settori del tutto estranei alla controversia possano essere pesantemente colpiti».

Il presidente mette in evidenza che anche l’UE ha aperto una procedura simile per via di aiuti statunitensi erogati alla propria industria aerospaziale ed è pronta a sua volta a colpire le importazioni di prodotti americani in Europa per circa 12 miliardi di euro. «Sarebbe perciò fortemente auspicabile che le due parti si siedano intorno ad un tavolo negoziale e che trovino un’intesa che scongiuri misure che farebbero solamente male ad entrambi i Paesi, con danni inevitabili sia alle imprese che ai consumatori, come ha sottolineato lo stesso commissario UE al Commercio, Cecilia Malmstroem».


Coldiretti: «Da Wto un conto di un miliardo per l'Italia»

Ettore Prandini

L'Italia rischia di pagare un conto di oltre un miliardo per il via libera del Wto all' aumento delle tariffe all'importazioni fino al 100% del valore attuale che potrebbe colpire per circa la metà dell'importo il cibo ma anche la moda, i materiali da costruzione, i metalli, le moto e la cosmetica se gli Stati Uniti decideranno di mantenere le stesse priorità della black list indicata dal Dipartimento del Commercio statunitense (USTR) e pubblicata nel Registro Federale.

È quanto emerge da una analisi Coldiretti in riferimento al verdetto del Wto che ha autorizzato dazi Usa nei confronti dei Paesi Europei per un ammontare di 7,5 miliardi di dollari. «Quello americano è il secondo mercato estero per Parmigiano Reggiano e Grana Padano per i quali - rileva Coldiretti - la tassa passerebbe da 2,15 dollari a 15 dollari al kg, facendo alzare il prezzo al consumo fino a 60 dollari al kg. Ad un simile aumento corrisponderà inevitabilmente un crollo dei consumi stimato nell'80-90% del totale, secondo il Consorzio del Parmigiano Reggiano».

Mozzarella in sofferenza

Ma il re dei formaggi non è il solo simbolo del Made in Italy a tavola vittima della manovra di Trump. «Un altro esempio è rappresentato - continua Coldiretti - dalla Mozzarella di Bufala Campana Dop che negli Usa costa 41,3 €/kg, che salirebbe a 82,6 nel caso fossero applicati dazi pari al 100% del prodotto. Attualmente il dazio sulla mozzarella è di 2 €/kg. Per l'olio extravergine d'oliva venduto negli States, invece, il prezzo salirebbe da 12,38 a 24,77 €/kg  (attualmente non c'è dazio sull'olio)». «E pure la pasta - continua la Coldiretti - aumenterebbe sulle tavole americane a 3,75 €/kg rispetto agli attuali 2,75. Per penne e spaghetti il dazio è in media di 6 centesimi al kg. E in pericolo c'è pure il Prosecco, il vino italiano più esportato all'estero che ha visto gli Stati Uniti diventare nel primo semestre del 2019 il principale mercato davanti alla Gran Bretagna, grazie a un aumento in valore del 41%». Il prezzo negli States volerebbe infatti da 10-15 euro a bottiglia a 20-30 euro a bottiglia. «In gioco - continua la Coldiretti - ci sono dunque settori di punta dell'agroalimentare nazionale in Usa a partire dal vino che con un valore delle esportazioni di 1,5 miliardi di euro nel 2018 è il prodotto Made in Italy più colpito, l'olio di oliva le cui esportazioni nel 2018 sono state pari a 436 milioni, la pasta con 305 milioni, formaggi con 273 milioni».


Giansanti (Confagricoltura): «Aprire un negoziato diretto con gli Usa»

«Al presidente del Consiglio Giuseppe Conte chiediamo un'iniziativa per discutere la questione dei dazi Usa nel corso della riunione dei capi di Stato e di governo della Ue in programma a metà ottobre. E all'Amministrazione statunitense va ulteriormente sottolineato che non può essere l'Italia tra gli Stati membri quella più penalizzata per gli aiuti pubblici al consorzio Airbus di cui non facciamo parte». Così il presidente di Confagricoltura, Massimiliano Giansanti, dopo la pronuncia degli organi dell'Organizzazione mondiale del commercio (Wto).

«Con la contrazione delle esportazioni verso gli Usa rischia di saltare l'equilibrio sui mercati agricoli europei - ha sottolineato Giansanti -. E' indispensabile avviare un negoziato diretto con gli Usa per tentare di ottenere, in prima battuta, almeno il rinvio dell'entrata in vigore dei dazi».


Scanavino (Cia): «Duro colpo per Made in Italy, serviva accordo di libero scambio»

Dino Scanavino

I dazi Usa all'Ue per 7,5 miliardi di dollari «rappresentano un duro colpo per il Made in Italy da un punto di vista economico, visto che l'agroalimentare è un settore particolarmente sensibile agli scambi commerciali». Così il presidente nazionale degli Agricoltori Italiani, Dino Scanavino, commenta la decisione del Wto e ribadisce che la confederazione agricola «guarda ad un mondo aperto al libero scambio e non bloccato da barriere protezionistiche, per sviluppare le opportunità di creare ricchezza attraverso l'export. In particolare su quei mercati, come gli Stati Uniti, dove l'Italia può giocare un ruolo di esportatore netto».

Gli Stati Uniti sono il terzo mercato di sbocco dell'export agroalimentare tricolore. Solo nell'ultimo anno, tra prodotti agricoli, cibi e bevande, l'Italia ha spedito 4,2 miliardi di euro sul mercato statunitense. Ogni 10 prodotti agroalimentari Made in Italy venduti nel mondo, uno finisce sulle tavole a stelle e strisce. Per le vendite estere di vino, gli Usa sono il primo mercato di sbocco con oltre 1,4 miliardi di euro e un peso sulle esportazioni totali oltreoceano del 35%. «Ora bisogna lavorare per trovare con gli Usa una soluzione equa ed equilibrata ed evitare una guerra commerciale pericolosissima - conclude il presidente Cia -. Pertanto, chiediamo al governo e al premier Giuseppe Conte di continuare sulla strada della diplomazia, cogliendo l'occasione della riunione dei capi di Stato della Ue, prevista per metà ottobre, per ridiscutere la questione dazi».

Brutte notizie dal Wto che dà luce verde ai dazi Usa - Ultima modifica: 2019-10-02T18:29:57+02:00 da Lorenzo Tosi

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