Flagello cinghiali, gli agricoltori esasperati scendono in piazza

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Tra le richieste per arginare la proliferazione degli ungulati nelle campagne la possibilità per gli agricoltori di abbattere gli animali selvatici

Gli agricoltori devono poter avanzare richiesta di intervento e procedere direttamente all'abbattimento dei cinghiali se muniti di apposita licenza. L’attività di coordinamento delle azioni di contenimento e prelievo devono spettare alla polizia municipale e provinciale. Gli agricoltori devono essere coadiuvati dalle stesse forze dell’ordine, da guardie venatorie volontarie ma possano delegare le attività a cacciatori abilitati iscritti all’apposito registro regionale. Il calendario venatorio sia allargato fino a comprendere i mesi che vanno da settembre a gennaio. La regia complessiva di tali azioni di contenimento e prelievo sia affidata al prefetto in quanto “competente per la tutela dell’ordine pubblico e della sicurezza”.

Queste in estrema sintesi le richieste di Coldiretti per il contenimento degli ungulati che ormai da anni flagellano le campagne italiane (e non solo). Una situazione che era già molto complicata prima della pandemia da coronavirus e che con le misure restrittive imposte per contenere il contagio, da marzo 2020 fino allo scorso aprile, è diventata insostenibile per agricoltori e allevatori. Proprio per far accendere i riflettori su questo tema in migliaia sono scesi in piazza in tutta Italia, invitati dall'associazione guidata da Ettore Prandini.

L'impegno della politica

Al termine della manifestazione il presidente della Coldiretti Ettore Prandini ha annunciato che la struttura di palazzo Chigi ha garantito che appena arriverà la proposta del ministro delle Politiche Agricole Stefano Patuanelli sarà resa immediatamente operativa. «La fauna selvatica è di proprietà dello Stato e lo Stato non può creare danni ai privati – ha affermato nel suo intervento Patuanelli – questa situazione non può continuare e il problema non sono i risarcimenti i danni non ci devono essere. Lo Stato deve fare la sua parte e io garantisco il massimo impegno per dare risposte che voi agricoltori avete diritto ad avere da parte dello Stato».

Il ministro per la Pubblica amministrazione e la semplificazione, Renato Brunetta, ha assicurato di porre al Consiglio dei ministri la questione dell’emergenza cinghiali, perché è un problema prioritario: non è possibile buttare gli investimenti. Il ministro ha detto che occorre garantire l’equilibrio della natura che vuole dire controllo e rispetto e «noi «agricoltori – ha aggiunto ricordando di essere iscritto alla Coldiretti – siamo più ambientalisti degli ambientalisti da salotto».

Un impegno importante è necessario anche a livello regionale dove la Coldiretti ha chiesto un coordinamento stretto con lo Stato per operare in modo risoluto nell’attuazione delle misure previste per il controllo e il contenimento dei cinghiali, con il coinvolgimento di agricoltori, guardie venatorie, polizia municipale e cacciatori abilitati, con il coordinamento delle Prefetture, l’estensione del calendario venatorio e l’assegnazione nel circuito locale o in beneficienza delle carni degli animali prelevati.

Da Montecitorio alle piazze di tutta Italia

A partire dalla Capitale, in Piazza Montecitorio, davanti al Parlamento, per chiedere di fermare una calamità che distrugge i raccolti, aggredisce gli animali, assedia le stalle e causa incidenti stradali nelle campagne. Ma anche all’interno dei centri urbani con pericoli concreti per gli agricoltori ed i cittadini. In piazza ci sono le sagome di un branco di cinghiali a grandezza naturale per dimostrare concretamente cosa significa trovarseli di fronte in strada, nei campi o davanti a casa.

Molti dei presenti sono agricoltori e denunciano storie personali con drammatiche conseguenze per cose, animali e persone. Ma anche l’amarezza di aver visto distruggere in pochi minuti il lavoro di un anno. Alcuni hanno portato frutta, insalate e cereali completamenti distrutti dal passaggio dei cinghiali. Un gruppo di giovani travestiti da cinghiali cerca i parlamentari per spiegare la situazione di emergenza che devono affrontare ogni giorno.

Sugli striscioni si legge “Dopo il Covid la peste dei cinghiali”. “Noi seminiamo, i cinghiali raccolgono”. “Difendiamo il nostro territorio”. “Diventeremo noi una specie protetta”. Mentre dietro il palco c’è una grande scritta “Città e campagna unite contro i cinghiali”. Al fianco degli agricoltori si sono schierati esponenti delle istituzioni, sindaci con i gonfaloni e cittadini preoccupati dalla presenza dei cinghiali sotto casa.

Flagello cinghiali, gli agricoltori esasperati scendono in piazza - Ultima modifica: 2021-07-08T10:36:46+02:00 da Simone Martarello

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