Decreto legname, il limite dello “stato d’emergenza”

Cia Savona contesta la limitazione dello stato di emergenza per consentire agli agricoltori l'attività connessa della raccolta del legname dagli alvei dei fiumi. «Il provvedimento ha così effetti limitati, per il settore agro-forestale serve una vera valorizzazione della filiera del legno»

L’attività di raccolta di legname depositato naturalmente nell’alveo dei fiumi, dei torrenti, sulle sponde di laghi e fiumi e sulla battigia del mare, in seguito a eventi atmosferici o meteorologici, mareggiate e piene.

È quanto ha previsto per imprenditori agricoli e forestali un recente decreto ministeriale.

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Il penalizzante vincolo dello stato di emergenza

Sul provvedimento del Masaf (Ministero dell’Agricoltura, della Sovranità alimentare e delle Foreste) c’è delusione da parte di Cia Savona, in quanto il decreto produrrebbe effetti ridotti sul settore forestale e agricolo: «Doveva essere svincolato dalla decretazione dello stato di emergenza».

Il ruolo degli agricoltori e degli operatori forestali come “custodi del territorio”, come evidenziato dalla nostra associazione agricola, ha una valenza e funzionalità continua e strutturale, limitarlo solo a situazioni emergenziali è riduttivo e peraltro già possibile in forza delle ordinanze che i sindaci possono fare quando viene decretato lo stato di emergenza.

I finanziamenti

Ogni progetto può ottenere un finanziamento massimo di 50.000 euro. Il 20 per cento dell’importo sarà erogato a titolo di acconto; la restante parte sarà liquidata con contributo a saldo. Ma questo aspetto positivo sembra poca cosa rispetto all’occasione mancata.

«Condividiamo l’obiettivo, ma ne contestiamo forme e modalità, in quanto Cia Savona da tempo sostiene le opportunità di una produzione energetica legata alle biomasse e il monitoraggio rispetto a situazione di rischio idrogeologico, valorizzando al tempo stesso il recupero di zone rurali e boschive del nostro entroterra».

L'impegno nel trasferimento tecnologico

CIA Savona è stata in prima linea nella creazione di gruppi operativi di cooperazione in rete per migliorare gli aspetti produttivi, promuovere l'innovazione e migliorare anche processi logistici e ottimizzazione delle filiere di produzione e di commercializzazione.

«Per questo auspichiamo che questo genere di provvedimento possa essere esteso e ampliato non solo in correlazione ai danni provocati dal maltempo, ma sia parte integrante di una strategia operativa di valorizzazione del settore agro-forestale».

In altre parole è superfluo un provvedimento nazionale che autorizza la raccolta del legname nei fiumi, rivi e sponde dei laghi e rive del mare ma collegato e subordinato a un precedente riconoscimento ministeriale dell’evento.

Molto utile invece sarebbe il provvedimento se autorizzasse la raccolta di legname, da parte degli imprenditori agricoli e forestali, a seguito di piene o di mareggiate anche di carattere ordinario.

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Decreto legname, il limite dello “stato d’emergenza” - Ultima modifica: 2023-04-17T16:05:03+02:00 da Lorenzo Tosi

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