Diamo all’agricoltura il giusto tempo per la transizione ecologica

Investimenti in innovazione e ricerca senza pregiudizi. Queste le ricette per vincere le impegnative sfide che attendono il settore primario, stretto tra l'esigenza di ridurre l'impatto ambientale e aumentare la produzione proposte durante il convegno "Agricoltura in prospettiva" organizzato da Syngenta Italia al Mantova Food & Science Festival

Opportunità, ma anche problematiche. La nuova geometria della Pac che sarà operativa dal primo gennaio 2023 costringe il settore primario e tutta la filiera agroalimentare a confrontarsi con obiettivi molto impegnativi da raggiungere senza incidere sul reddito delle aziende agricole e sulla produzione delle materie prime agricole. Come fare per non farsi travolgere da questo cambiamento epocale e cercare invece di cogliere l'occasione per operare una rivoluzione copernicana dell'agricoltura, rendendola ancora più rispettosa dell'ambiente e in grado di garantire cibo per tutti? Con innovazione, ricerca e abbandonando rigide posizioni ambientaliste. Se ne è parlato dell'evento Agricoltura in prospettiva, organizzato da Syngenta Italia in occasione della sesta edizione del Mantova Food & Science Festival.

Un concetto ampio di sostenibilità

«È un momento storico davvero particolare per l'agricoltura. Sono infatti tante le sfide che in questo periodo stanno portando il settore agricolo a doversi rinnovare ed innovare: da una parte il cambiamento climatico, dall'altra la  nuova struttura di regolamentazione europea dell'agricoltura – ha detto l'amministratore delegato di Syngenta Italia Riccardo Vanelli –. La nuova Pac, l'applicazione del Green Deal e della Farm to Fork e il regolamento per l'uso sostenibile degli agrofarmaci comportano un cambiamento del contesto di riferimento – ha proseguito –. Il tema della sostenibilità è più che mai centrale per il nuovo modello di agricoltura a cui si aspira, al tempo stesso, però, è fondamentale non dimenticare che l'attenzione per il pianeta e la riduzione dell'impatto ambientale devono essere accompagnate dalla produttività».

«Solo se riusciremo a fare le migliori scelte in campo agricolo per coniugare questi due aspetti, avremo la possibilità di avere un settore veramente di successo. Per riuscirci – ha concluso l'amministratore delegato di Syngenta – crediamo sia imprescindibile investire fortemente in innovazione, a partire dalle tecnologie che permettono lo sviluppo di nuove  sementi, passando per lo studio di nuovi farmaci, anche di origine biologica, per arrivare quindi all'agricoltura digitale, elemento sempre più importante per ottimizzare i processi e le rese».

De Castro: «Agricoltura motore della transizione ecologica»

«Non c'è cibo, non c'è transizione ecologica e non c'è futuro senza agricoltura – ha scandito l'europarlamentare Paolo De Castro – il quadro generale ci preoccupa ma non possiamo dimenticare che l'Europa è il principale esportatore mondiale di prodotti agroalimentari in valore: quest'anno chiuderemo a 200 miliardi di euro. Anche per numero di occupati i Paesi europei sono i primi al mondo. Questo grazie alle politiche europee. Oggi però l'agricoltura è sotto attacco – ha fatto notare De Castro – ma non da parte delle istituzioni europee, bensì dall'opinione pubblica».

«Ogni settimana a Bruxelles ci sono manifestazioni contro la Pac, contro i miliardi che l'Unione spende per l'agricoltura, contro un'agricoltura che non contribuirebbe per nulla a ridurre gli effetti dei cambiamenti climatici, anzi, semmai è una causa – ha spiegato l'ex ministro – e questo influenza le scelte dei parlamentari europei. Davanti a questo scenario il mondo agricolo non sta giocando in attacco ma in difesa – ha fatto notare De Castro – invece dovremmo essere capaci di dimostrare che l'agricoltura è il motore della transizione ecologica. L'agricoltura deve uscire dall'angolo, altrimenti dopo il 2027 non ci sarà più una Pac – ha avvertito De Castro – dobbiamo giustificare i 380 miliardi del bilancio europeo destinato alla politica agricola comune. Ma oggi non abbiamo alleati, la Commissione è troppo sbilanciata su posizioni ambientaliste».

Blasi, Mipaaf: «Agricoltura italiana in pole per la transizione»

«L'agricoltura italiana è forse più pronta di altre a investire nella transizione ecologica perché ha già fatto sforzi importanti – ha affermato il capo dipartimento Giuseppe Blasi – abbiamo chiuso proprio in questi giorni il Piano strategico Pac, ora lo presenteremo a Bruxelles e speriamo arrivi l'approvazione. Un piano che abbiamo pensato e costruito per permettere al settore agricolo italiano di raggiungere gli obiettivi chiesti dall'Europa con il Green deal senza troppi problemi – ha spiegato Blasi – ora però ci troviamo in una situazione del tutto particolare che sta sfuggendo di mano».

«Rischiamo di approvare un piano già vecchio perché oggi le imprese fanno fatica a investire – ha ammesso Blasi – è un paradosso perché oggi concediamo il finanziamento a una cinquantina di soggetti pubblici (i consorzi di bonifica ndr) per il piano irriguo ma a causa dell'aumento dei costi questi investimenti faticano a essere realizzati, perché il finanziamento è stato tarato su un'analisi dei costi fatta un anno e mezzo fa. Ora servirebbero almeno il 25% in più di soldi, quindi o diamo più fondi nazionali o riduciamo la dimensione delle opere. Questo nel pubblico. Un privato cosa deciderà di fare?».

Difesa delle colture, il cuore del problema

«Occorre un'attenta valutazione delle ricadute di queste scelte e della reale possibilità delle imprese agricole italiane di far fronte a nuovi stringenti impegni, soprattutto in comparti già in crisi, come quello del mais e del pero, che negli ultimi dieci anni hanno perso  rispettivamente il 38% e il 20% delle superfici – ha avvertito la senior project manager di Nomisma Ersilia Di Tullio presentando l'analisi Scenari e Prospettive per la Nuova Pac 2023/27 –. La sfida green lanciata dal Farm to Fork e raccolta dalla Pac in avvio nel gennaio 2023, pur condivisibile negli obiettivi, si scontra oggi con una situazione geopolitica ed economica complessa e in rapida evoluzione».

il nocciolo della questione è il taglio del 50% degli agrofarmaci entro il 2030 inserito nella Farm to fork. Ciò comporterebbe un inevitabile calo della produzione che il sistema non può sostenere. Come si fa a rinunciare ai fitofarmaci in assenza di valide alternative? Ad esempio cominciando a testare in campo le Nbt per creare ibridi resistenti. «Anche perché dal 2003 a oggi in Italia l'utilizzo di prodotti fitosanitari in agricoltura è calato del 38% – ha ricordato Di Tullio – il processo è già avviato, non si può chiedere agli agricoltori un calo così drastico in un tempo così limitato».

Giansanti: «Più produzione e competitività»

«Confagricoltura è stata l'unica voce fuori dal coro nel marzo scorso a dire che la nuova politica agricola comunitaria è profondamente sbagliata – ha evidenziato il presidente di Confagricoltura Massimiliano Giansanti – è una Pac lontana dagli agricoltori, non è più una programmazione per la produzione ma uno strumento sociale, non è una politica economica, né una politica sociale, quindi scontenta tutti. Il reddito degli agricoltori è diminuito rispetto al passato, abbiamo perso il contatto con i consumatori che sostanzialmente ci vede come un nemico».

Giansanti ha ribadito la visione di Confagricoltura per il futuro dell'agricoltura italiana: i fondi europei e nazionali al settore primario devono servire per aumentare la capacità produttiva delle imprese agricole e la loro competitività. Ciò impone di fare delle scelte, anche perché nella nuova programmazione le risorse si sono ridotte del 15%. «Non possiamo dare soldi a tutti – ha scandito Giansanti – oggi in Italia ci sono un milione di domande Pac attive ma solo 400mila aziende producono per il mercato. Così si sottraggono risorse alle aziende che vogliono fare investimenti. Così la Pac è un reddito di cittadinanza agricolo».

Durante il convegno sono intervenuti anche la responsabile del settore programmazione, sviluppo del territorio e sostenibilità delle produzioni della Regione Emilia-Romagna Teresa Maria Iolanda Schipani, il direttore generale Agricoltura della Regione Lombardia Andrea Massari, il responsabile area economica di Assalzoo Giulio Gavino Usai e l'Head of technical support di Syngenta Italia Mauro Coatti.

Diamo all’agricoltura il giusto tempo per la transizione ecologica - Ultima modifica: 2022-10-04T19:45:57+02:00 da Simone Martarello

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