Fondi Feasr 2021-2022, si lavora a una proposta per accontentare tutti

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Si cerca ancora un compromesso che possa accontentare tutti. Il Sud rifiuta di accettare il criterio della Plv e sostiene che i criteri di ripartizione non possano essere modificati fino al 2023

Ce la farà Davide Carlo Caparini, l’assessore lombardo al Bilancio che coordina la Commissione Affari Finanziari della Conferenza Stato-Regioni, ad elaborare una proposta di mediazione che accontenti tutte le regioni sul metodo di ripartizione dei fondi Feasr dello sviluppo rurale per il biennio 2021-22? Non abbiamo la sfera di cristallo, ma di certo sappiamo che le posizioni condivise da una parte da Basilicata, Calabria, Campania, Puglia, Sicilia e Umbria e dall’altra dalle restanti regioni e dalle province autonome di Trento e Bolzano sono assolutamente divergenti.

Due schieramenti contrapposti

A nulla è servita, dunque, l’ultima riunione dello scorso 4 febbraio, in cui la Commissione “Politiche Agricole” (costituita da tutti gli assessori regionali all’Agricoltura) si è riunita in seduta congiunta con quella “Affari Finanziari”.
Due gli schieramenti contrapposti. Da una parte quello che per semplicità definiremo del Sud (anche se ne fa parte pure l’Umbria) in cui si sostiene che, trattandosi di un prolungamento della vecchia programmazione - prolungamento voluto dalla Ue per evitare bruschi cambiamenti durante la pandemia - i criteri di ripartizione dei fondi Feasr non possano essere modificati. Dall’altra lo schieramento di Nord e Centro che sostiene la tesi secondo cui, visto che gli anni 2021 e 2022 rientrano nell’arco temporale della nuova programmazione 2021-2027, andrebbero rispettati gli accordi sottoscritti nel 2014.

Plv, parametro che non convince

Da ciò deriverebbe che quindi, a partire dal 2021, i criteri di ripartizione possono essere modificati. E nel cambiarli, lo schieramento Nord e Centro propone di introdurre parametri come la Plv, maggiore - guarda caso - proprio in queste regioni, trascurando il fatto che però la Plv (parametro di competitività) non è un valore indicativo di quel gap di crescita tra le varie parti del Paese che con i fondi dello sviluppo rurale la Ue intende colmare. Anzi, secondo il Sud è semmai il contrario.
Da una parte, quindi, ci si allinea alle decisioni europee, dall’altra, invece, si pensa che, anche in tempi di pandemia, si possa cambiare tutto. E questo, nonostante l’Europa abbia scelto di lasciare le bocce ferme.

Una riunione da remoto della Conferenza Stato-Regioni

Se non si trova un accordo deciderà il Mipaaf

Dai presidenti delle regioni che andranno presto in Conferenza per arrivare a un accordo, l’assessore Caparini ha ricevuto un preciso mandato. Elaborare una proposta che possa essere condivisa da tutti. Sarebbe, infatti, uno smacco per la stessa Conferenza Stato-Regioni riconoscere l’incapacità di mediare e dovere consegnare la decisione al ministero, per altro acefalo in questi giorni.
Il Coordinatore della Commissione Affari Finanziari ha comunicato che elaborerà una proposta di mediazione che tenga conto delle posizioni espresse dalla maggioranza delle Regioni e Province Autonome nel corso della riunione (quella dello scorso 4 febbraio). Una prospettiva che, ovviamente, non è condivisa dalle regioni del Sud, secondo le quali ciò costituirebbe un’incoerenza rispetto al ruolo propositivo da sempre rivendicato dalle Regioni in relazione alle proprie competenze.

Fondi Feasr 2021-2022, si lavora a una proposta per accontentare tutti - Ultima modifica: 2021-02-08T11:40:11+01:00 da Simone Martarello

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