Giansanti, Pac: «bene gli ecoschemi ma manca attenzione all’impresa»

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Da sx: il ministro del Mipaaf Stefano Patuanelli, il presidente di Confagricoltura Massimiliano Giansanti
Nel corso della 101^ Assemblea di Confagricoltura il presidente esorta coraggio e visione comune per valorizzare la produzione agricola e la competitività delle imprese

«Abbiamo espresso e motivato le nostre riserve sull’accordo Pac che è stato raggiunto. Ora c’è molto lavoro da fare e in tempi stretti, in considerazione anche del fatto che la Pac dovrà essere integrata con i progetti di investimento del Recovery Plan, senza dimenticare l’urgenza della riforma della pubblica amministrazione, della semplificazione e degli investimenti in infrastrutture e logistica». Lo ha affermato il presidente di Confagricoltura Massimiliano Giansanti in apertura della 101^ Assemblea della Confederazione svoltasi a Roma, presso il Palazzo Della Valle, alla presenza del ministro delle Politiche agricole Stefano Patuanelli, e della Transizione ecologica Roberto Cingolani.

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Massimiliano Giansanti, Stefano Patuanelli, Roberto Cingolani.

Sulla nuova Pac, che entrerà in vigore nel 2023, ma per la quale già entro la fine di quest’anno gli Stati membri dovranno inviare alla Commissione europea i programmi strategici nazionali - novità assoluta - che dovranno contenere sia le scelte sui pagamenti diretti, sia i programmi di sviluppo rurale a livello regionale, Giansanti ha ribadito al ministro Patuanelli la piena disponibilità a collaborare.

Inoltre il presidente di Confagricoltura ha specificato che l’obiettivo, nella fase di redazione del piano strategico, deve essere incentrato sulla risoluzione dei problemi esistenti, con specifico riferimento agli aiuti diretti «rete di sicurezza per il reddito degli imprenditori agricoli».

Ad avviso di Confagricoltura, resta la necessità di un piano strategico di lungo periodo, che sappia valorizzare la produzione agricola e la competitività delle imprese.

Sostenibilità, Giansanti: «le imprese agricole sono pronte, puntiamo sull’innovazione»

«Le imprese agricole sono pronte a investire per aumentare il contributo alla lotta contro il cambiamento climatico e per accrescere la sostenibilità ambientale. Gli obiettivi, però, vanno raggiunti - ha specificato Giansanti - puntando sulle innovazioni, e non solo attraverso restrizioni. Una risposta deve arrivare dalla puntuale e piena applicazione del Pnrr, che ha nella transizione ecologica un punto fondamentale».

In un recente studio diffuso dalla Commissione Ue si rileva che l’impronta climatica dell’agricoltura europea, misurata in termini di unità di prodotto, si è ridotta a partire dal 1990. «Si tratta di risultati importanti - ha sottolineato il presidente di Confagricoltura - ma sappiamo che occorre fare di più: le energie rinnovabili, con il biometano, il fotovoltaico agricolo, il biogas, possono dare nuovo slancio a modelli virtuosi in cui città e campagna si incontrano».

Patuanelli: «Pac e Pnrr sono le due grandi occasioni che non possiamo mancare»

«Più gli imprenditori saranno capaci di intercettare l’innovazione, più lo Stato potrà accompagnare gli investimenti - ha affermato il ministro delle Politiche Agricole, Stefano Patuanelli -. Dobbiamo essere in grado di guardare sia vicino, sia all’orizzonte: nel Pnrr ci sono misure pensate per fare entrambe le cose. Abbiamo compiuto delle scelte e dovremo continuare a farne, assieme ai settori produttivi di cui l’agroalimentare è uno dei massimi rappresentanti. Pac e Pnrr sono le due grandi occasioni che non possiamo mancare».

Patuanelli ha poi puntualizzato, quanto ai fondi del Next Generation Eu, che la cifra che è dedicata esclusivamente alla filiera agricola è superiore al taglio delle risorse della Pac.

Patuanelli ha poi espresso perplessità riguardo a quello che era uno dei principali obiettivi della Pac, ossia la semplificazione, affermando: «obiettivo non raggiunto».

Cingolani: «La chiave di svolta è la digitalizzazione»

«La grande sfida della sostenibilità è trovare un punto d’incontro tra l’aumento della domanda di cibo nel mondo e la necessità di conservare le risorse naturali - ha specificato il ministro della Transizione ecologica, Roberto Cingolani -. L’agroalimentare può vincere questa sfida puntando sulla razionalizzazione dell’uso dell’energia, dell’acqua e della chimica, ma anche sul potenziamento del patrimonio forestale e della digitalizzazione». Proprio sulla digitalizzazione Cingolani ha incalzato: «Sarà la chiave di svolta. Dovremo essere pronti a sfruttare i dati raccolti tramite droni e satellite». Secondo Cingolani l’agricoltura di precisione «deve diventare la nostra quotidianità».

Giansanti, Pac: «bene gli ecoschemi ma manca attenzione all’impresa» - Ultima modifica: 2021-07-08T16:41:31+02:00 da Laura Saggio