Giansanti: «Tempesta perfetta. Basta dire agli agricoltori che va tutto bene»

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Massimiliano Giansanti
Il presidente di Confagricoltura lancia l'allarme: fermare la deriva ambientalista che ha preso Bruxelles, dobbiamo supportare le aziende agricole che producono per il mercato

«Pandemia, guerra, prezzi delle materie prime alle stelle, carestie e sì, anche le cavallette. Siamo al centro della tempesta perfetta. Non possiamo più dire agli agricoltori che va tutto bene e di resistere. E lo diremo ai nostri soci all'assemblea generale di luglio. La politica agricola degli ultimi 40 anni ha fallito. Il reddito degli agricoltori è diminuito. Quindi dobbiamo cambiare strada». Parole del presidente di Confagricoltura Massimiliano Giansanti, intervenuto a Bentivoglio (Bo) alla riunione della confederazione dei bieticoltori Cgbi per presentare progetti di produzione di bioenergie.

Tutelare le aziende che producono

«Dobbiamo proteggere gli agricoltori, dobbiamo dare un futuro alle vere aziende agricole. Dobbiamo parlare di agricoltura produttiva – ha aggiunto Giansanti –. Grazie a ricerca e tecnologia applicate all'agricoltura possiamo fare cose straordinarie. Serve estensivizzare l'agricoltura in chiave ambientale. La politica agricola non può più sostenere le aziende che non producono per il mercato – è il ragionamento del presidente di Confagricoltura –. Una partita Iva agricola che fattura diecimila euro l'anno non produce per il mercato».

Giansanti plaude quindi allo sviluppo delle bioenergie, biogas, biometano ma anche produzione di energia elettrica con l'agrivoltaico. E poi lo scambio dei crediti di carbonio come già avviene in Australia e negli Stati Uniti.

Inevitabile la condanna della proposta europea sulla riduzione degli agrofarmaci appena presentata. «Dobbiamo fermare la deriva che c'è oggi a Bruxelles». E poi due parole anche sulla nuova Pac e la gestione regionale delle risorse. «Avere 20 programmazioni regionali è impensabile – ha chiosato Giansanti – la spesa dei Psr negli anni scorsi non ha generato molto sviluppo e molto spesso non ha nemmeno generato spesa, perché molte Regioni non sono riuscite e impegnare tutte le risorse a disposizione. Penso al triangolo che c'è tra Alessandria, Pavia e Piacenza: tre Psr diversi, tre programmazioni in un territorio di poche decine di chilometri. Non è possibile – ha concluso Giansanti – serve una programmazione nazionale che impieghi i fondi per lo sviluppo delle imprese».

Giansanti: «Tempesta perfetta. Basta dire agli agricoltori che va tutto bene» - Ultima modifica: 2022-06-23T15:31:27+02:00 da Simone Martarello

6 Commenti

  1. Evitiamo lo spauracchio guerra, che basta vedere le quote di import per capire che per l’Italia è solo questione di speculazione e non di mancanza di materie prime (tranne che per pochissimi casi vedi girasole) .
    Il problema è sotto tutti gli organi decisionali comprese le associazioni che hanno fallito ed il problema è il clima. Quindi smettetela di demonizzare chi in Europa va in quella direzione. La parole di commento è sempre la stessa MIOPIA

    • Lei vive sulla luna. Importiamo proteine per la zootecnia, grano duro per la pasta, nocciole per le creme. Importiamo di tutto, la lista sarebbe troppo lunga.

  2. Questa è la prova che la nostra classe dirigente non ha lungimiranza…..si pensa sempre e solo al reddito e al mercato. Ma che ne faremo mai di tutta questa ricchezza in un mondo invivibile?

  3. Il taglio “con la motosega” che si vuol fare a livello europeo sui prodotti fitosanitari sarà un boomerang parecchio dannoso tra qualche anno, in quanto toglie molte alternative (alle già poche attualmente disponibili) nella gestione delle resistenze di parassiti e patogeni. La miopia non è solo da una parte …

  4. Concordo, in aggiunta dimentichiamo un piccolo particolare: l’acqua. Produciamo colture con enorme consumo di acqua, esempio il mais, per poi farci biogas o alimentare animali e sostenere un consumo esagerato di carne. Il modello di sistema agricolo industriale rivela la sua debolezza.

  5. Buongiorno, a coloro che si oppongono allo stop ai fitofarmaci di sintesi, desidero sottoporre una riflessione: i parassiti animali che, in taluni casi, devastano le produzioni agricole, non fanno altro che soddisfare una loro esigenza naturale: NUTRIRSI. E’ chiaro che per nutrirsi devono attaccare i vegetali che trovano alla loro portata; bene, anzi male; MA SE NOI OFFRISSIMO LORO UN AMBIENTE DOVE POTERSI NUTRIRE NON PENSATE CHE ESSI DISTOGLIEREBBERO LA LORO ATTENZIONE DALLE COLTURE DA NOI PRATICATE? come, dice il mio collega agricoltore: il come, secondo il mio modesto parere ed esperienza, è il seguente: RICOSTITUIRE LE SIEPI CHE ANNI ADDIETRO DELIMITAVANO I CONFINI AZIENDALI ED ALL’INTERNO DELLE QUALI I VARI PARASSITI ANIMALI TROVAVANO DI CHE NUTRIRSI COMPRESA LA RECIPROCA LOTTA BIOLOGICA CON SPECIE PREDATRICI E SPECIE SOCCOMBENTI. Fatto questo, tenuto conto che il parassita non ha manie suicide, anziché nutrirsi delle colture praticate nel nostro fondo, con il rischio di essere colpiti dai nostri interventi antiparassitari, RIMARREBBERO ALL’INTERNO DELLA SIEPE RIPRISTINANDO QUELLA LOTTA BIOLOGICA CHE DA QUANDO ESISTE IL MONDO REGOLA L’EQUILIBRIO BIOLOGICO TRA LE SPECIE. Provate a fare quanto mi permetto di suggerire e vedrete gli ottimi risultati che si ottengono. Con AMORE E RISPETTO PER CHI FA AGRICOLTURA!

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