Green Deal, L’Abbate: «Evitare una stretta applicazione che provochi l’abbandono dei campi»

Campi abbandonati
Alle critiche degli ambientalisti per la proposta di Pac elaborata dall’EuroParlamento risponde il sottosegretario alle Politiche agricole nel corso del webinar di Legambiente: «Occorre spostare l’attenzione sul fronte interno: sarà il piano strategico nazionale la vera sfida per raggiungere gli obiettivi di sostenibilità»

«Vedo con positività il percorso di riforma della Pac approvato dal Parlamento europeo». Lo ribadisce il sottosegretario alle Politiche agricole Giuseppe L'Abbate durante il webinar organizzato da Legambiente sulla nuova Pac.

Giuseppe L'Abbate, sottosegretario alle Politiche agricole

Sembra un commento di circostanza ma in realtà con queste parole il sottosegretario ha messo in evidenza la distanza rispetto alle posizioni che venivano dibattute nell’incontro.

Le critiche di Legambiente

Legambiente considera infatti la proposta di Pac uscita dall’EuroParlamento «un negativo compromesso al ribasso frutto di un accordo scellerato tra i gruppi parlamentari europei che non consentirà alla Politica agricola comunitaria post 2022 di essere parte integrante del Green Deal». L’associazione ambientalista si augura che nel confronto conclusivo per l’approvazione della Pac «si possa recuperare almeno una parte gli sforzi fatti dalla Commissione guidata da Ursula Von Der Leyen per garantire la transizione ecologica».

La richiesta è quella di incorporare in maniera vincolante le strategie dell’Unione europea From Farm to Fork e Biodiversità che prevedono entro il 2030 una riduzione del 50% dell’uso dei fitofarmaci e del 20% dei fertilizzanti, oltre ad un taglio del 50% dei consumi di antibiotici per gli allevamenti, il 40% di superfici agricole italiane convertite a biologico e la trasformazione del 10% delle superfici agricole in aree ad alta biodiversità ed habitat naturali.

La risposta di L’Abbate

Nel corso della videoconferenza L’Abbate ha invece indicato di spostare l’attenzione sul fronte nazionale. «La vera sfida per l'Italia resta il “piano strategico nazionale”».

In questa nuova programmazione Bruxelles ha infatti stabilito la cornice entro la quale ciascun Stato membro dovrà declinare la propria politica agricola nazionale.

«Sarà -assicura L’Abbate - il confronto con tutti gli stakeholder ad essere determinante per il raggiungimento degli obiettivi che ci siamo posti».

Il sottosegretario ricorda però la necessità di declinare la sostenibilità sia nel contesto ambientale che in quello economico e sociale «altrimenti si rischia l'abbandono dei campi con effetti ben più deleteri di quelli che si cercano di mitigare con le nuove politiche comunitarie».

Il sistema di sostenibilità certificata della viticoltura
e quello del benessere animale come impegni concreti da estendere

L'Abbate ha quindi invitato a «guardare il quadro complessivo delle misure che l'Italia e il Ministero delle Politiche agricole, in particolare, stanno mettendo in atto con il Next Generation Eu. «Gli investimenti in innovazione - ha aggiunto - ci permetteranno di raggiungere proprio quegli obiettivi ambiziosi che ci siamo posti come paese e come Europa. senza dimenticare, poi, l'importante lavoro sui sistemi di qualità nazionale che punta alla sostenibilità: già in stato avanzato quello vitivinicolo e del benessere animale, a cui intendiamo aggiungere i settori ortofrutticolo e dell'olio d'oliva».

 

Green Deal, L’Abbate: «Evitare una stretta applicazione che provochi l’abbandono dei campi» - Ultima modifica: 2020-11-17T03:10:56+01:00 da Lorenzo Tosi

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