#iocomprofvg, un cluster di resistenza per le piccole produzioni locali del Friuli Venezia Giulia

Il paniere delle piccole produzioni locali del Friuli venezia Giulia
Un paniere da 116 piccole produzioni locali che resiste anche durante l’emergenza sanitaria. Così l’iniziativa di sostegno e promozione delle vendite dirette e online di AgrifoodFvg ha assicurato sbocchi commerciali alle aziende aderenti all’iniziativa

In Friuli Venezia Giulia le aziende aderenti al progetto Ppl (Piccole Produzioni Locali) sono 116.

Cresciute di numero fin da quando, nel 2010, la Regione diede avvio al progetto, in fase sperimentale per la trasformazione delle carni suine, allo scopo di permettere la commercializzazione di trasformati provenienti da aziende regionali di ridotta dimensione, in condizioni di sicurezza, ma senza un carico burocratico eccessivo.

Un paniere sempre più ricco

In seguito, visto l’interesse riscontrato dalla misura e la richiesta di tante imprese rurali e agricoltori, il paniere dei prodotti si è esteso.

Oggi, nel paniere Ppl Fvg sono compresi prodotti suddivisi in 38 diverse tipologie (che rispondono alle regole di 6 diversi manuali di buone pratiche) che, oltre alle diverse trasformazioni di origine animale, comprendendo pure, a esempio, conserve vegetali e di frutta nonché prodotti lattiero-caseari (compresi quelli provenienti dalle malghe) e della lavorazione dei cereali (pane, dolci e focacce).

Ciò ha dato la possibilità alle piccole aziende agricole di commercializzare praticamente molte specialità della tradizione locale e nuove peculiari preparazioni di loro produzione (con un logo specifico). Tutte aziende travolte dalla tempesta della pandemia che, però, hanno attivato alcuni strumenti di resistenza.

Vendita diretta e canali digitali

«Gli operatori con spaccio di vendita proprio, hanno continuato a lavorare e hanno avuto un

Francesco Coletti, AgriFoodFvg

incremento di attività significativo attivando le consegne a domicilio - spiega Francesco Coletti di AgrifoodFvg (Cluster Agroalimentare Fvg) -. Al contrario, chi puntava soprattutto su fiere, mercatini e ristoranti si è visto, praticamente, bloccare le vendite«.

«La pandemia, infine, è stata una scossa per tutti per guardare con un occhio più attento e professionale verso l’e-commerce che, però, non è un canale semplice da attivare e alla portata di tutti. Il nostro Cluster ha fatto la sua parte organizzando una campagna e un portale dedicato al sostegno e alla promozione delle vendite dirette e online che abbiamo chiamato #iocomprofvg».

«Un’operazione utile per creare un raggruppamento di imprese e prodotti che, comunque, si mettono in rete utilizzando i nuovi strumenti tecnologici. Con la ripartenza – aggiunge Coletti – sarà interessante capire quanto di questo lavoro emergenziale sarà rimasto come patrimonio aziendale vero e proprio».

 

Quali i vantaggi tangibili per le aziende produttrici in regime di Ppl?

1 – Rispondere a un sistema di autocontrollo igienico-sanitario semplice ma sicuro, basato sulle Buone Prassi di Igiene (in accordo con gli Organi di controllo regionali) e perfettamente in linea con le nuove linee guida che supportano sistemi semplificati per le piccole realtà produttive rurali;

2 - un’intensa attività di formazione rivolta agli operatori, per metterli nelle condizioni di lavorare in piena “scienza e coscienza”, nonché di poter godere della competenza e della collaborazione dei tecnici della struttura promotrice del progetto della Direzione regionale salute nella fase formativa e dell’assessorato all’Agroalimentare attraverso il supporto offerto da AgrifoodFvg che mette a disposizione delle aziende una consulenza tecnica quotidiana e la presenza in azienda, quando necessario;

3 - l’applicazione di un piano di sicurezza per le produzioni che si basa su di un monitoraggio costante assicurato dall’Istituto Zooprofilattico delle Venezie il quale, periodicamente, verifica le produzioni, implementato anche da visite ispettive e di campionamento eseguite rispettivamente dai Servizi veterinari e sanitari regionali e da AgrifoodFvg.

Dopo 10 anni di lavoro si può affermare che il modello Ppl ha consentito di generare occupazione e valore sul territorio, favorendo una filiera corta e sostenibile, preservando e promuovendo le eccellenze della tradizione rurale locale. Alcuni PplFvg riforniscono con i propri prodotti anche ristoratori e negozianti regionali offrendo così, a una più ampia platea di consumatori, la possibilità di apprezzare le loro produzioni di nicchia.

Le novità 2020

«Nel mese di febbraio 2020 – sottolinea Coletti - è stato predisposto un aggiornamento normativo regionale che prevede poche ma importanti modifiche. Tra queste cito quella che riguarda i produttori di lumache (non pochi in Friuli VG) per i quali si sono aumentate le quantità annue di prodotto finito commercializzabile fino a 3.000 Kg, con la possibilità introdotta di trasformarlo in sottovuoto e venderlo congelato».

«Per gli imprenditori agricoli nel settore delle erbe della tradizione alimentare (spontanee o coltivate), è stata ampliata la possibilità di vendita anche ai trasformatori (terzi) che possono acquistare da loro la materia prima sotto forma di fresco o essiccato. Nella stessa occasione è stato rivisitato l’elenco delle erbe che sono inserite nel paniere PplFvg».

«Per i produttori di alimenti fermentati, invece, è stato tolto il vincolo del periodo di fermentazione di almeno 45 giorni, purché venga raggiunto il valore di pH idoneo».

A vantaggio di tutti val la pena, inoltre, approfittare per un chiarimento riguardante la normativa già in essere sulla commercializzazione moderna delle produzioni tramite il canale e-commerce, che oggi si prospetta molto interessante».

«Questo tipo di vendita, infatti – conclude Coletti - è ammesso e rientra nella quota aziendale come “vendita diretta” se effettuata direttamente dal produttore con una piattaforma che non preveda il passaggio attraverso “terzi” ovvero la cessione in “conto vendita” (es. Amazon), che però resta possibile per la ristorazione e per le forniture ai dettaglianti locali».

L’Amministrazione regionale, inoltre, è impegnata a trasformare questo progetto sperimentale in una buona pratica di valore a livello europeo nella stessa forma nella quale anche altre Regioni si sono impegnate negli ultimi anni. Ciò permetterà ai produttori locali di non subire più limitazioni territoriali alla vendita “in regione” delle loro produzioni a terzi per il 30% del volume.

Insomma le Ppl sono vive, assai apprezzate e rappresentano una utile prospettiva nella valorizzazione enogastronomica e culturale dei territori rurali.


Le Ppl in Fvg

  • Anno di attivazione del protocollo: 2010
  • Tipologie di prodotti previste: 38
  • Manuali di buone pratiche approvati: 6
  • Aziende coinvolte (al 31.12.2019): 116 (di cui 15 malghe)
  • In provincia di Udine: 58
  • In provincia di Pordenone: 47
  • In provincia di Trieste: 10
  • In provincia di Gorizia: 1
  • Produttori di vegetali, pane e prodotti da forno, erbe: 50
  • Produttori di carni suinicole e avicunicole: 58
  • Produttori di miele: 9
#iocomprofvg, un cluster di resistenza per le piccole produzioni locali del Friuli Venezia Giulia - Ultima modifica: 2020-05-23T13:49:03+02:00 da Lorenzo Tosi

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