La Pac attuale potrebbe arrivare fino al 31 dicembre 2022

proroga
Allungamento della Pac e dello Sviluppo rurale. Il testo approvato dal Parlamento europeo rappresenta la base per i negoziati con la Commissione europea

La Pac attuale è destinata ad allungarsi. Pare anche di molto. Probabilmente fino al 31 dicembre 2022. Questa è almeno l'intenzione del Parlamento europeo che ieri in Commissione Agricoltura ha approvato un testo corposo, che segue la posizione già espressa dai Ministri UE, rappresenta la base negoziale su cui avviare i negoziati inter-istituzionali con la Commissione europea

L'obiettivo è quello di raggiungere un accordo sul testo entro la scadenza della Presidenza di turno croata, prevista per il 30 giugno 2020, fornendo un quadro giuridico certo agli agricoltori.

Ecco una sintesi delle principali misure definite.

Per la Pac estensione di due anni

Il Parlamento europeo chiede l’estensione dell’attuale Pac di due anni, rispetto alla proposta iniziale della Commissione che prevedeva una scadenza al 31 dicembre 2021, riducibili a uno solo nel caso in cui si raggiunga un accordo sia sulla futura Pac che sul futuro Quadro finanziario pluriennale entro il 30 ottobre 2020.

Nessun taglio ai finanziamenti

Contrariamente alla proposta della Commissione, si chiede di mantenere invariati gli attuali livelli di finanziamento della Pac, evitando all’Italia tagli di quasi il 4% sui pagamenti diretti (144 milioni di euro all’anno) e di oltre il 15% sullo sviluppo rurale (230 milioni di euro all’anno).

Sviluppo rurale, fondi fino al 2025

La Comagri chiede di estendere l’attuale programmazione, incluso il programma Leader, fino al 31 dicembre 2022, con la possibilità di utilizzare i fondi attualmente a disposizione fino al 31.12.2025.

Misure pluriennali più lunghe

Il testo liberato ieri chiede di continuare a finanziare tramite i fondi dello sviluppo rurale misure pluriennali (agroambiente, benessere animale) per un periodo che vada da 1 a 5 anni, rispetto ai 3 anni massimi proposti dalla Commissione, con la possibilità di un’ulteriore estensione in casi specifici. Viene re-inserita tra le misure pluriennali finanziabili anche l’agricoltura biologica.

Più gestione del rischio

In linea con i risultati ottenuti tramite il Regolamento Omnibus, si chiede di abbassare dal 30 al 20% le soglie minime di perdita di reddito o di produzione per l’attivazione dei fondi mutualistici contro le avversità climatiche e dello strumento di stabilizzazione del reddito aziendale, cambiamento climaticoequiparandoli alle assicurazioni sulla produzione e allo strumento di stabilizzazione del reddito settoriale.

Comagri chiede poi l'estensione dei programmi operativi previsti dal Regolamento Ocm per ortofrutta e apicoltura fino al 31 dicembre 2022. In più, le organizzazioni di produttori ortofrutticoli avranno la possibilità di continuare i loro attuali programmi fino alla naturale scadenza, senza bisogno delle notifiche richieste nella proposta della Commissione.

Vigneto, aumenta la durata dei diritti di impianto

Il Parlamento europeo chiede di estendere la possibilità di convertire i diritti di impianto dei vigneti in autorizzazioni fino al 31 dicembre 2022, permettendo ai nostri viticoltori di utilizzare i loro diritti in portafoglio e non perdere, come Italia, varie migliaia di ettari di potenziale vitivinicolo.

Inoltre è stata approvata la proposta che chiede, a partire dall’1 gennaio 2021, di finanziare la riserva di crisi agricola tramite fondi esterni alla Pac per un ammontare annuo minimo di 400 milioni a prezzi del 2011 (attualmente 478 milioni), da non restituire nel caso non venga utilizzato, e che può essere incrementato annualmente a seconda delle esigenze di mercato, senza inserire un limite massimo.

Olio, stabilizzare il mercato

Infine si chiede la possibilità per gli Stati membri di definire regole di commercializzazione per l’olio di oliva, al fine di migliorare e stabilizzare il funzionamento del mercato, come già previsto per il vino.

 

 

La Pac attuale potrebbe arrivare fino al 31 dicembre 2022 - Ultima modifica: 2020-04-29T16:58:08+02:00 da Gianni Gnudi

1 commento

  1. Spero almeno in un livellamento dei titoli! Non è possibile proseguire con questo squilibrio con agricoltori di serie A che grazie ad una ricca pac possono permettersi di rinnovare attrezzature e vivere dignitosamente ed agricoltori di serie B con titoli a valore bloccato al 60% della media nazionale. Stesse produzioni ed incentivi differenti, continuiamo a dare ad uno sparuto gruppo che ha già avuto tanto a spese di altri agricoltori costretti a lavorare con attrezzature da terzo mondo?

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