Patuanelli: «L’agricoltura dovrà essere competitiva, sostenibile e inclusiva»

Patuanelli
Da sx: Dino Scanavino, Stefano Patuanelli
Il monito del ministro del Mipaaf intervenuto alla direzione nazionale di Cia: «Abbiamo un budget complessivo di circa 50 miliardi di euro nei prossimi sette anni per far sì che il primo settore produttivo del nostro Paese diventi la forza trainante della nostra competitività sul mercato globale»

Lavorare insieme a un radicale cambio di paradigma per delineare un nuovo scenario competitivo, sostenibile e inclusivo per l’intero sistema agricolo e agroalimentare. Una transizione verde che non si riduce a una questione puramente ambientale, ma che guarda alla competitività del sistema produttivo e a nuovi modelli di sviluppo. Questo il messaggio chiave del ministro delle Politiche agricole Stefano Patuanelli intervenuto alla direzione nazionale di Cia-Agricoltori Italiani, insieme al presidente Dino Scanavino.

«Tra i fondi della Pac post 2020 e le risorse previste grazie al Piano nazionale di Ripresa e Resilienza - ha spiegato Patuanelli - abbiamo a disposizione un budget complessivo di circa 50 miliardi di euro per i prossimi 7 anni. Risorse fondamentali per costruire l’agricoltura del futuro, per fare in modo che il primo settore produttivo del nostro Paese diventi la forza trainante della nostra competitività sul mercato globale, mettendo al centro la sostenibilità ambientale, economica e sociale».

Patuanelli: «Le risorse ci sono, ma non vanno distribuite a pioggia»

In un anno di pandemia «l’agricoltura italiana ha ampiamente dimostrato la propria capacità di resilienza - ha ricordato il ministro - ma questo non vuol dire che non sia in un momento di grande sofferenza, soprattutto a causa del blocco del settore della ristorazione e del turismo, quindi del settore agrituristico. Gli 800 milioni di euro che giungono dal Decreto Sostegni per i ristori diretti, l’esonero contributivo straordinario e il potenziamento del Fondi Filiere sono una parte degli aiuti necessari».

Ora, però, occorre fare «un salto di qualità - ha aggiunto Patuanelli - le risorse ci sono, ma non vanno distribuite a pioggia. Dobbiamo fare scelte ragionate, basate su dati reali. Curare e supportare con scelte politiche le fragilità del settore nella consapevolezza che le nostre produzioni sono leader mondiali di quantità e soprattutto di qualità».

aiuti direttiI finanziamenti del Pnrr

In particolare sul Pnrr, definito «un piano ambizioso in cui il comparto agroalimentare gioca una parte importante», Patuanelli ha sottolineato il finanziamento di circa 800 milioni di euro che riguarda i contratti di filiera; gli altri 800 milioni allocati in progetti di sostegno alla logistica per ridurre i costi, così come il progetto agri-solare con la creazione di parchi fotovoltaici sulle coperture delle strutture agricole «consentendo un sostegno al reddito dei produttori» e anche il passaggio a biogas e biometano, «che è fortemente sostenuto».

Patuanelli, Pac: «Il new delivery model, non può essere un vestito di gesso»

«La Pac post 2020 è una grandissima sfida che parte con una base economica solida ma in questo percorso - ha precisato Patuanelli - l’Europa deve essere capace di dotare gli Stati membri di strumenti con la giusta flessibilità, perché le produzioni agroalimentari Ue partono da tipologie, velocità e condizioni diverse». Anche il sistema di governance, «il new delivery model, non può essere un vestito di gesso che comporta maggiori oneri burocratici delle imprese, maggiore difficoltà alle autorità di gestione, maggiore complessità nelle verifiche sulla distribuzione dei fondi».

Questi, secondo il ministro, «sono elementi centrali di cui discutere e l’Europa è in ritardo. La grande preoccupazione è che non si riesca a chiudere il quadro regolatorio durante la presidenza portoghese, anche se noi stiamo facendo il possibile per accelerare in tutte le sedi quelle negoziazioni necessarie per giungere a una soluzione».

La produzione agricola al centro

Patuanelli è tornato anche sulla “riunione zero” del tavolo di partenariato chiamato a redigere il Piano Strategico Nazionale, la principale novità della riforma della Pac. «Quando si parla ad esempio di agroenergie o di sostenibilità, così come di ogni grande trasformazione che abbiamo davanti -ha evidenziato- dobbiamo ricordarci che il nostro ruolo è prima di tutto quello di supportare la produzione agricola». Quindi «se da un lato vogliamo rafforzare la competitività delle imprese, dall’altro, dobbiamo trovare gli strumenti perché quella competitività si accompagni con una transizione ambientale sostenibile da un punto di vista economico, gli strumenti che mettiamo a disposizione dei produttori devono essere di innovazione e non di conservazione», come quelli del piano Agricoltura 4.0.

Scanavino: «Transizione verde continui a garantire produttività»

Sulla stessa linea di Patuanelli, il presidente nazionale di Cia Dino Scanavino: «l’obiettivo che deve guidarci da qui ai prossimi anni resta sempre la sostenibilità economica, sociale e ambientale - ha dichiarato -. L’agricoltura è pronta a rispondere alle nuove sfide e vuole essere al centro di questo processo di cambiamento, ma serve collaborazione e attenta analisi delle esigenze del settore. Non possono, cioè, essere individuati obiettivi e percorsi senza fornire agli agricoltori tutti gli strumenti necessari per continuare a produrre, contrastare i cambiamenti climatici così come nuovi parassiti e malattie, difendere l’ambiente e rispondere alle richieste dei consumatori. Per questo chiediamo che si tenga conto delle tempistiche dei processi produttivi e del progresso scientifico e tecnologico perché -ha concluso il presidente Cia- per dare un contributo alla transizione ecologica, dobbiamo poter continuare a vivere della nostra attività».

 

Patuanelli: «L’agricoltura dovrà essere competitiva, sostenibile e inclusiva» - Ultima modifica: 2021-04-20T17:14:16+02:00 da Laura Saggio

LASCIA UN COMMENTO

Per favore inserisci il tuo commento
Per favore inserisci il tuo nome