Porte aperte in Messico ai prodotti dell’Unione europea

Messico
Siglato un nuovo accordo commerciale che renderà più facile per agli esportatori europei vendere i propri prodotti ai messicani e farà risparmiare fino a 100 milioni di euro all'anno in dazi doganali. Ma per Coldiretti si tratta di un altro attacco al made in Italy.

Il 21 aprile l'Unione europea e il Messico hanno raggiunto l'intesa su un nuovo accordo commerciale. Farà parte di un accordo globale Ue-Messico più ampio e aggiornato e approfondirà e amplierà la portata di un accordo commerciale esistente firmato nel 1997.

Jean-Claude Juncker ha osservato che «con questa intesa il Messico si aggiunge a Canada, Giappone e Singapore nella lista dei Paesi che vogliono lavorare con l'Ue per difendere un commercio equo e aperto».

Grazie all'intesa, 340 Igp europee saranno garantite contro le imitazioni e cadranno le tariffe sulle importazioni in Messico di pasta.

L'intesa aggiorna l'accordo sul commercio bilaterale in vigore dal 2000 e grazie a essa il 99% dell'interscambio di merci, compresi i prodotti agricoli, non sarà più soggetto a dazi e tariffe. Oltre alla pasta beneficeranno di questo nuovo trattamenti i formaggi, tra cui il gorgonzola, i prodotti a base di carne di maiale e la cioccolata. In particolare l'accordo renderà molto più facile per gli esportatori dell'Ue vendere i propri prodotti in Messico e risparmiare fino a 100 milioni di euro all'anno in dazi doganali.

Il Messico rimuoverà le sue tariffe elevate sui principali prodotti alimentari dell'Ue come la pasta (attualmente soggetta a tariffe fino al 20%), cioccolato e dolciumi (con tariffe superiori al 20%), formaggi gorgonzola (fino al 20%), mele e pesche in scatola (fino al 20%), praticamente tutti i prodotti a base di carne di maiale (fino al 45%) e di pollame di rilevanza economica (fino al 100%).

Per gli altri prodotti l'accordo offrirà un nuovo significativo accesso al mercato entro i limiti annuali, ad esempio per il latte in polvere (fino ad oggi tassato fino al 50%) ci sarà una quota annuale di 50.000 tonnellate, per i formaggi freschi e lavorati (tassati attualmente al massimo al 45%) un contingente di 5.000 tonnellate e per gli altri formaggi (aliquota tariffaria attuale fino al 45%) un contingente di 20.000 tonnellate.

Diventerà inoltre più facile scambiare vino e alcolici, le cui esportazioni sono importanti sia per l'Ue che per il Messico.

In materia di sicurezza alimentare l’accordo prevede

  • maggiore trasparenza reciproca e scambio di informazioni;
  • consultazioni tecniche e cooperazione tra autorità;
  • continui controlli di certificazione e importazione;
  • procedure trasparenti di approvazione delle importazioni con scadenze chiare.

Il Messico considererà l'Ue anche come un'entità unica anziché imporre procedure separate per ciascuno Stato membro.

Preoccupazione per il nuovo accordo è stata espressa dalla Coldiretti che dichiara: «Via libera al Parmesano, ai salamini italiani e al vino Dolcetto Made in Messico dove potranno essere prodotti e venduti senza limiti oltre il 90% degli 817 prodotti a denominazione di origine nazionali riconosciuti in Italia e nell’Unione Europea. L’Italia nel 2017 ha importato prodotti agroalimentari dal Messico per 86 milioni di euro mentre le esportazioni sono state di 103 milioni, quasi 1/3 delle quali rappresentate dal vino (33 milioni di euro) che gode già del dazio zero, per effetto del precedente accordo del 2000, e quindi – sostiene la Coldiretti – la tutela delle denominazioni avrebbe dovuto rappresentare un obiettivo primario. Il furto di identità delle produzioni più tipiche è costo troppo elevato per l’Italia che non è certo compensato dalla riduzione delle barriere tariffarie per il formaggio e per la pasta con le esportazioni dall’Italia che nel 2017 sono state pari rispettivamente il valore di 3,3 milioni di euro e di 6,3 milioni di euro, anche per gli effetti della delocalizzazione industriale».

Positivo il commento di Cia-Agricoltori Italiani: «l’ultima proposta negoziale tra Europa e Messico va interpretata come un’opportunità per l’export delle nostre produzioni. Novità per i formaggi e la pasta Made in Italy, che avranno l’occasione di fruire di nuovi spazi di mercato nell’area del centro America.  Un cliente, fino ad oggi, abbastanza marginale, dove vendiamo principalmente vini con un valore dell’export appena superiore a 103 milioni di euro, e da cui importiamo per un valore di circa 86 milioni di euro».

«Da Bruxelles - sempre secondo la Cia - segnalano che il nuovo scenario produrrà benefici occupazionali, stimando oltre 400mila posti di lavoro nel settore delle esportazioni, integrando il lavoro fatto nel negoziato definito nel 2000».

Porte aperte in Messico ai prodotti dell’Unione europea - Ultima modifica: 2018-04-23T12:27:04+02:00 da Dulcinea Bignami

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