Gardini: «Impresa agricola protagonista del modello cooperativo»

conserve Italia
Maurizio Gardini
Così il presidente di Conserve Italia, una realtà vincente che affonda le sue basi proprio nel territorio italiano

C’è solo un modello imprenditoriale che vede il singolo produttore agricolo al centro, nel suo autentico ruolo di protagonista e “proprietario”: è il modello cooperativo, nel quale i soci produttori, oltre a conferire la materia prima agricola, esercitano anche un controllo diretto sull’azienda e beneficiano dei risultati economici che scaturiscono dalla commercializzazione del prodotto finito. Accanto al protagonismo dei soci produttori, l’altro grande valore aggiunto del modello cooperativo è il radicamento con il territorio.

 

Ogni filiera cooperativa ha origine dai terreni coltivati dalle aziende agricole socie ed è questo legame ciò che non può mai venire a mancare, anche quando la cooperativa diventa molto grande e si spinge a vendere i suoi prodotti sui mercati internazionali. Senza mai perdere di vista il rapporto con la base e con la mission di fondo, che è e resta quella di lavorare e valorizzare quotidianamente materia prima autenticamente italiana conferita dai soci. L’essenza del pensare e dell’agire cooperativo è tutta qui, nell’attenzione verso i soci e nel mantenimento del socio al centro della vita dell`impresa. Il riferimento al territorio in cui si sorge non è un elemento accessorio per una cooperativa che in quanto tale non può cedere alle facili lusinghe della delocalizzazione. Conserve Italia (14mila soci) è e resta sul territorio italiano. Il rapporto con la nostra base agricola di riferimento è il nostro alfa e omega. Siamo nati per dare uno sbocco commerciale ai prodotti degli agricoltori del nostro territorio ed è questo il lavoro che, per così dire, ancora ci piace fare…

 

Abbiamo soci produttori sempre più competenti e professionalizzati, li aiutiamo a sperimentare nuove colture, a puntare su nuove tipologie di alberi da frutta o a convertire parti delle loro coltivazioni in produzione biologica. Ma la soddisfazione più grande rimane quella di riuscire a vendere e valorizzare sempre meglio i loro prodotti. Solo quest’anno le tonnellate di frutta, pomodoro e orticole conferite dalla nostra base sociale si è attestata su un quantitativo superiore alle 500.000 tonnellate, con un incremento del 12% rispetto allo scorso anno.

 

La cooperazione continua a rappresentare una risposta, non l’unica, ma certamente tra le più valide e avanzate ai problemi dell’agroalimentare del nostro paese. Specie nel settore ortofrutticolo, è noto come il tessuto polverizzato di piccole e medie aziende generi una quota molto limitata del giro d’affari del comparto. Per combattere la frammentazione produttiva e rendere le nostre imprese sempre più competitive, è necessario avviare una politica che stimoli l’aggregazione, intesa come strumento attraverso il quale dare attuazione a quella visione di sistema agroalimentare italiano moderno dove l’imprenditore, anche di piccole dimensioni, può aspirare a continuare a svolgere il suo mestiere, ad avere la giusta redditività e a competere nel mercato.

 

C’è ancora tanta strada da percorrere, continuando a lavorare per un’ulteriore crescita e sviluppo del movimento cooperativo. Se in Italia la cooperazione valorizza con i propri approvvigionamenti il 32% della produzione agricola totale, non dimentichiamo che la media europea è più alta (40%), con picchi in Olanda con il 68%, in Francia con il 55%. E forse vale la pena sottolineare che dove c’è più cooperazione, come in Olanda e in Francia, i redditi agricoli risultano di gran lunga più elevati, con indubbi vantaggi per gli agricoltori associati.

Gardini: «Impresa agricola protagonista del modello cooperativo» - Ultima modifica: 2016-12-13T16:59:16+01:00 da Sandra Osti

LASCIA UN COMMENTO

Per favore inserisci il tuo commento
Per favore inserisci il tuo nome