Bruxelles cambia rotta sull’agricoltura europea

agricoltura europea
Presentato il documento sul futuro del settore primario: stop a posizioni ideologiche sull'ambiente, si punta a resilienza, innovazione e ricambio generazionale

La Commissione europea ha presentato una nuova e ambiziosa tabella di marcia per il futuro dell’agricoltura e dell’alimentazione in Europa. Un documento che punta a rendere il settore più attraente, competitivo e resiliente, con un forte focus su semplificazione, digitalizzazione e rinnovamento generazionale. Tuttavia, il dibattito sul bilancio della Pac, fondamentale per sostenere queste ambizioni, resta ancora aperto.

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Agricoltura strategica: un cambio di passo

Dopo anni di discussioni e tensioni con il mondo agricolo, la Commissione sembra aver cambiato approccio, riconoscendo l’importanza strategica dell’agricoltura europea nel contesto geopolitico attuale. Il commissario all’Agricoltura Christhope Hansen ha ribadito il ruolo degli agricoltori non solo come produttori di cibo, ma anche come innovatori essenziali per la transizione ecologica e la sovranità alimentare dell’Europa.

«La professione agricola deve tornare ad essere attrattiva per le nuove generazioni, eliminando barriere e garantendo redditi equi» ha dichiarato Hansen annunciando una proposta in primavera per semplificare la burocrazia, seguita da un secondo pacchetto entro fine anno.

Anche la presidente della Commissione, Ursula von der Leyen, ha sottolineato l’importanza di sostenere gli agricoltori: «È grazie al loro lavoro che possiamo contare su un cibo sicuro e di qualità. Ma devono affrontare sfide sempre più difficili. Questa visione globale punta a rendere l’agricoltura più resiliente e sostenibile».

pratiche sleali
Christophe Hansen

Quattro pilastri per il futuro dell’agricoltura europea

La visione della Commissione si articola in quattro aree chiave:

1. Un settore più attraente per i giovani

L’agricoltura europea soffre di un problema generazionale: troppi giovani rinunciano alla professione per mancanza di prospettive economiche e burocratiche complesse. La Commissione intende affrontare queste criticità con una strategia di rinnovamento generazionale nel 2025, che prevederà incentivi fiscali, accesso facilitato alla terra e nuovi strumenti finanziari per i giovani agricoltori.

Inoltre, sarà rafforzata la protezione contro le pratiche commerciali sleali, garantendo che gli agricoltori non siano costretti a vendere i loro prodotti al di sotto dei costi di produzione.

2. Competitività e sicurezza alimentare

La Commissione riconosce la necessità di garantire condizioni di mercato eque per gli agricoltori europei, evitando che la concorrenza internazionale li penalizzi. Per questo motivo, saranno introdotti controlli più rigidi sugli standard di produzione dei prodotti importati, in particolare per pesticidi vietati nell’UE e benessere animale.

La politica commerciale dovrà proteggere gli interessi degli agricoltori, con un focus sulla promozione delle Indicazioni Geografiche (IG) e sulla creazione di nuovi mercati di esportazione.

3. Agricoltura e ambiente: incentivi, non divieti

La transizione ecologica resta un punto chiave della strategia agricola europea. Tuttavia, il nuovo approccio sembra più pragmatico rispetto al passato: invece di imposizioni rigide, la Commissione intende favorire un sistema di incentivi per gli agricoltori che adottano pratiche sostenibili.

Inoltre, verrà introdotta una “bussola di sostenibilità in azienda”, uno strumento volontario per misurare e migliorare le prestazioni ambientali delle imprese agricole.

Per quanto riguarda l’uso dei pesticidi, Hansen ha chiarito che “non ci saranno divieti senza alternative praticabili”, riconoscendo la necessità di soluzioni scientificamente valide prima di imporre restrizioni.

4. Un futuro per le aree rurali

La Commissione si impegna a rendere le zone rurali più vivibili, garantendo servizi essenziali, infrastrutture digitali e opportunità economiche. Sarà aggiornato il Piano d’Azione Rurale, con particolare attenzione al “diritto di rimanere”, ovvero la possibilità per le nuove generazioni di lavorare e vivere dignitosamente nelle aree agricole.

Verrà inoltre istituito un dialogo annuale sul cibo, coinvolgendo agricoltori, consumatori, industria e istituzioni per affrontare temi come il costo degli alimenti, l’innovazione e la riduzione degli sprechi.

Un passo avanti, ma il nodo della Pac resta aperto

Se da un lato la visione presentata oggi rappresenta un cambio di passo atteso da tempo, dall’altro resta un grande interrogativo: dove saranno reperite le risorse per finanziare queste ambizioni?

Il dibattito sul futuro della Pac è ancora aperto e la Commissione non ha fornito risposte concrete sulla dotazione finanziaria post-2027. La mancanza di riferimenti espliciti al secondo pilastro della Pac e alla sua complementarità con altri fondi solleva preoccupazioni tra le organizzazioni agricole, che temono tagli e una redistribuzione delle risorse non favorevole al settore.

Copa-Cogeca, la principale organizzazione europea degli agricoltori e delle cooperative agricole, ha accolto con favore il cambio di narrazione della Commissione, ma ha avvertito che senza un robusto finanziamento della Pac, questa visione rischia di restare un esercizio di stile senza effetti concreti per gli agricoltori.

Le reazioni del mondo politico e sindacale

Anche il mondo politico ha espresso pareri contrastanti sulla nuova strategia agricola. Raffaele Fitto, vicepresidente della Commissione Ue: «Collaboreremo con il settore agroalimentare per rafforzare la competitività con soluzioni semplici e mirate». Dario Nardella (S&D, Commissione Agri): «Una visione positiva, con focus su semplificazione e innovazione, ma servono garanzie sulle risorse per la Pac». Francesco Lollobrigida, ministro dell’Agricoltura: «Bene la nuova visione, ma ora servono azioni concrete con la massima attenzione ai bisogni degli agricoltori». Paolo De Castro (già Ministro delle Politiche Agricole): «Finalmente un cambio di passo atteso dal mondo agricolo».

Unanime la voce delle professionali agricole nel promuovere il documento presentato dalla Commissione. Confagricoltura ha sottolineato come "finalmente le nostre idee trovano forma nella visione del commissario Hansen". Coldiretti plaude al "cambio di passo" ma avverte che "bisogna salvaguardare l'autonomia della Pac". E anche secondo Cia "la visione di Hansen apre una nuova strada per l'agricoltura".

Anche il presidente di Fedagripesca Confcooperative Raffaele Drei ha apprezzato il documento presentato dalla Commissione: «Dal documento presentato oggi emerge un orientamento chiaro da parte della Commissione europea sui temi del Green deal, in parziale discontinuità con gli orientamenti della precedente legislatura – ha detto Drei – gli agricoltori non sono più considerati nemici dell’ambiente e c’è un approccio meno punitivo verso il settore agricolo».

Una visione da trasformare in azioni concrete

La nuova visione per l’agricoltura dell’Ue è ambiziosa e segna un’inversione di rotta rispetto al passato. Il focus su giovani, semplificazione, competitività e sostenibilità incontra il favore del settore, ma restano molte incognite.

Il vero banco di prova sarà la prossima riforma della Pac: senza un adeguato sostegno finanziario e misure concrete, il rischio è che questa visione rimanga solo sulla carta. Gli agricoltori europei chiedono certezze, non solo buone intenzioni.

Bruxelles cambia rotta sull’agricoltura europea - Ultima modifica: 2025-02-20T09:32:34+01:00 da Simone Martarello

23 Commenti

    • Predicate bene e razzolate malissimo agea Ke ha dato l elemosina come acconti e a poki agricoltori .del saldo ancora non se ne parla. stiamo nella miseria più assoluta.mi dite come si può lavorare in agricoltura e x questo nessun vul fare più questo mestiere con annate particolari di eventi calamitosi

    • Solo promesse e chiacchiere ma nei fatti non si farà mai niente e un modo come un altro per tenere buoni gli agricoltori

  1. Finalmente a Bruxelles l’hanno capita la lezione, inferta dai conflitti ancora in essere e dalle sbacchettate degli USA. Non c’è e non dovrà esserci più spazio per i visionari del cavolo, loro hanno fatto soffrire il mondo agricolo per un decennio con i loro loschi traffici, con i trattori elettrici a pila, con le farine di cavallette e la carne sintetica. Ora che le loro multinazionali stanno crollando uno ad uno si ricordano degli agricoltori e che senza di loro l’Europa rischierà la fame.

  2. Una sola legge deve fare la uè per fare ripartire l’agricoltura finanziamenti per investimenti a lunga scadenza trentennali e pagare solo gli interessi. Tutte le altre leggi servono solo per fare aumentare i prezzi delle attrezzature e Dar da mangiare a una platea di persone che girano intorno agli agricoltori come avvoltoi

    • SALVE! BEN DETTO! QUESTO È IL MALESSERE PRINCIPALE CHE STA AFFOSSANDO L’AGRICOLTURA ITALIANA, PIÙ CHE AVVOLTOI CHE GIRANO INTORNO AGLI AGRICOLTORI ,CI SONO DALL’ALTO LE IENE CHE ATTORNIANO L’AGRICOLTURA ; diciamocelo: voluto tutto quanto ,da una certa politica…….diversi e tanti sono gli esempi. Ci TENGO A RIPORTARVI UN’ESEMPIO CHE, PUR ESSENDO PICCOLISSIMO A CONFRONTO DI CIÒ CHE MALEVOLMENTE ATTORNIA L’AGRICOLTURA ITALIANA , MA TANGIBILE , È LA SOPPRESSIONE DELLA RURALITÀ DEI PODERI DELL’O.N.C. OVE QUALCHE COMUNE DI PROVINCIA , NONOSTANTE IL PODERE NELLA FATTISPECIE È FACENTE PARTE DEL TERRENO
      CIRCOSTANTE DI h.25 diventati, precisando che il podere in epigrafe è distante dalla cinta di URBANIZZAZIONE di circa 4-5KM. LO STESSO È SENZA SERVIZI IGIENICI IN TOTO, NON È ABITABILE MA È STATO ACCATASTATO COME DEPOSITO CHE IN EFFETTI È LA FUNZIONE ATTUALE,COME DEPOSITO ATTREZZI AGRICOLI NON DI PREGIO : DALLA ZAPPA , FORCONI, DECESPUGLIATORE……, NON TRATTORI E ARATRI PERCHÉ I LAVORI DI SEMINA GRANO SONO FATTI PER “CONTOTERZI” TERZI EBBENE ORA NON È PIÙ UN PODERE CON IL SUO N.CIV. -COSTRUZIONE DEL PERIODO DELLA 2^GUERRA MOND. MA BENSÌ UN’ABITATO SENZA N.C. E PAGO L’IMU VI SEMBRA GIUSTO!?È UNO SCHIFO!!! MA NONOSTANTE TUTTO , DOBBIAMO AVERE L’OTTIMISMO DELLA VOLONTÀ ANCHE SE SOSTENUTO DAL PESSIMISMO DELLA RAGIONE.

  3. E semplice trovare i fondi per questa nuova avventura europea, che forse fara riavvicinare le nuove generazioni alla possibilità di nutrirci in modo sicuro e sostenibile. Se non cambierà qualcosa A BREVE GIRO ci sarà un salto generazionale in agricoltura con la perdita di un grande bagaglio di esperienza trasmessa dai nonni che sarà difficile recuperare. Il rimedio per recuperare i fondi è che dovrebbero essere assegnati solo a chi è agricoltore attivo e che vive solo con reddito agricolo. In questo modo si libererebbero risorse illimitate che potrebbero dare la svolta al settore agricolo ormai al capolinea.

    • Bravo. Hai centrato il punto.
      Oggi piu che mai occorre prendere decisioni, anche drastiche su questo aspetto.
      I soldi della pac a chi fa solo reddito dalla attività agricola.
      Sulla pac troppi avvoltoi, che ci penalizzano.

  4. Predicate bene e razzolate malissimo agea Ke ha dato l elemosina come acconti e a poki agricoltori .del saldo ancora non se ne parla. stiamo nella miseria più assoluta.mi dite come si può lavorare in agricoltura e x questo nessun vul fare più questo mestiere con annate particolari di eventi calamitosi

  5. Finché non danno soldi a fondo perduto per acquisto attrezzature e ristrutturazione fabbricati, i prezzi dei prodotti non aumentano dando margine di guadagno per vivere dignitosamente non si può fare l agricoltore con i sacrifici che comporta lavorare la terra, specialmente ora con i problemi climatici che sempre più spesso azzerano quel lieve guadagno, anche qui ci vogliono i rimborsi, altrimenti si smette di produrre alimenti naturali.

  6. L’agricoltura nella sua multifunzionalità è l’unica possibilità che abbiamo per il successo della Snai. Dobbiamo capire, però, che non è più il tempo di “perdere tempo “. Il dissesto idrogeologico, in territori abbandonati, è causato anche dalla assenza dell’uomo e delle sue attività in essi. Riportiamo un minimo di possibilità di sviluppo in essi (energia, turismo, agricoltura innovativa e sociale, ecc.). Cordiali saluti

  7. Se al Parlamento stanno fermi e zitti, li paghiamo lo stesso per non fare più danni di quelli che hanno già fatto. Lo hanno riempito di filosofi e ignoranti che hanno distrutto l’agricoltura e gli allevamenti. Adesso questi luminari si stanno accorgendo che continuando con questa politica mangeremo solo vermi e cavallette!!! Per tanti agricoltori è già tardi, gli indebitati per seguire le regole fantascentifiche dettate da questi incompetenti sono milioni. P. S. Ma quando ci decidiamo di mandarli a CASA!!

  8. Europa per aiutare gli agricoltori deve semplificazione gli accessi ai contributi. Poi i nostri politici quando vanno a parlare in europa di agricoltura deve sapere cosa significa fare gli agricoltori .

  9. Era ora che la bussola imponesse un cambio strategico. L’agricoltore/coltivatore è il custode del pianeta terra bene che sia messo al centrocdella strategia questo caposaldo peraltro inconfutabile. Finalmente una linea distante da quella precedente non più così ideologica ma di prospettiva che possa generare le condizioni per un consistente ricambio generazionale e che incentivi in particolare i giovani a rimanere a presidiare il territorio in specialmodo nelle aree interne montane marginali che sono quelle più soggette ad abbandono.

  10. Inutile dare soldi per comprare attrezzature se mi triplicate poi il costo, alla fine lo pago il doppio, in questo modo si favoriscono sempre il grande proprietario terriero o il contoterzista che poi mi aumenta le tariffe per la lavorazione. Soldi a tassi agevolati ma dandogli ai contadini non a chi costruisce mezzi.

  11. Se Bruxelles dice che vogliono snellire la burocrazia, prepariamoci a mettere un impiegato/a per azienda
    Non mi sono mai fidato di questi

  12. A monte di tutto questo bisogna rifondare Agea, che prende regolarmente in giro agronomi ed agricoltori.
    Ad oggi molti agricoltori non hanno ricevuto un euro sul 2024, i loro sbandierati anticipi di ottobre sono uno specchietto per le Allodole, per nascondere le loro inadempienze

  13. Vero quello che dice D’Onofrio basta fondi perduti per acquisti attrezzature trattori macchinari ,serve reddito. Il reddito si fa valutando il giusto prezzo il nostro cibo già da subito, no che il valore schizza magari dopo il primo passaggio, come il grano, o la frutta e verdure , oppure anche come i pescatori che lavorano tutta la notte per poi svendere il pescato, ma poi i prezzo nel mercato sia triplicato. Si servono finanziamenti a lungo termine per aziende agricole a titolo principale garantiti dalle istituzioni ,stato ,regioni

  14. Europa pietosa ha rovinato allevamento e agricoltura pessimi non cambierà mai niente perché essi non capiscono una mazza di agricoltura

  15. Qualcosa si muoverà, speriamo la riduzione della burocrazia e almeno su: l’ESONERO per le MICRO IMPRESE del Quaderno di Campagna Elettronico , sistema di monitoraggio dei costi, detassazione agricola e sui micro impianti di energia da solare e biomasse, aiuti solo ai professionali e tetto massimo alla Pac per le grandi aziende, fare educazione alimentare … le risorse ci sono e stimolare il personale a “fare”.

  16. Ha tutta l’aria di una sostanziale ritirata da ogni possibile scenario ambizioso che guarda seriamente alle sfide del futuro, come era stato il precedente gree-deal. I grandi cambiamenti epocali non sano mai esentati da grossi sacrifici.
    Questo piano è un modo educato per dire; lasciamo che tutto vada cosi come è andato fino ad oggi!

    Che LUNGIMIRANZA!

  17. Focus sul secondo punto, COMPETIVITA E SICUREZZA ALIMENTARE: giusti i controlli sui fitosanitari ma il nostro prodotto italiano non sarà mai competitivo visto che la forza lavoro costa il quadruplo a confronto dei paesi extra UE, senza calcolare le certificazioni e le spese fisse che abbiamo ( consorzio delle acque, associazione, contributi ecc). In più bisognerebbe certificare IGP solo il prodotto che si è coltivato nella zona protetta….non che prendo pere dal Cile le lavoro in Italia e tac diventano IGP ????

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