Cavallette, in Sardegna si spera di combatterle con i coleotteri

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Esemplari di Mylabris Variabilis, coleotteri della famiglia delle Meloidae
Gli insetti Mylabris variabilis sono antagonisti naturali delle locuste che da quattro anni stanno flagellando soprattutto la zona centrale dell’Isola

Saranno i Mylabris variabilis, coleotteri della famiglia Meloidae e ditteri Bombilidi gli strumenti naturali con i quali si spera di ottenere dei risultati nella lotta alle cavallette che da quattro anni imperversano in vasti territori del centro Sardegna. Introdotti nel 1946 per combattere la pesante infestazione da locuste che si abbatté sull’isola nel Secondo Dopoguerra, vennero importati dal Lazio. Ora è in corso una raccolta da parte dell’Università di Sassari, ente chiamato allo studio del fenomeno e alla collaborazione per lo sviluppo del piano di contrasto, in zone della Sardegna dove si registrano popolazioni maggiori, per rilasciare questi insetti antagonisti nella zona della Media Valle del Tirso, territorio che ha vissuto per il quarto anno e con numeri sempre crescenti in termini di superfici, l’attacco dei voraci insetti.

Non c'è tempo da perdere

È con questi due importanti predatori che l’entomologo dell’Università di Sassari, il professor Ignazio Floris assieme a Marcello Onorato, responsabile della emergenza locuste per conto di Laore, agenzia agricola della Regione Sardegna e ente attuatore del piano di contrasto, contano di ottenere un valido alleato delle altre azioni in programma che è necessario porre in essere il prima possibile. Azioni di prevenzione, che devono però essere attuate grazie alla collaborazione, al coordinamento, ma anche con grande tempismo, degli enti preposti. «Significa che siamo in un periodo di fine ciclo biologico delle cavallette – spiega Floris – che vede gli insetti deporre le uova e andare a morire. Fondamentale sarà prima di tutto la perimetrazione dei territori interessati, alla quale si sta già procedendo assieme all’individuazione dei terreni abbandonati, ossia quelli che non vengono lavorati da tempo e sono il luogo ideale per l’ovideposizione».

In campo ci sono i tecnici di Laore che nella relazione del piano antiacridico parla di ben 28 Comuni coinvolti, per una superficie totale di circa 50mila ettari interessati dall’invasione nel 2022. Si tratta di terreni che ben si prestano superficialmente: compatti, secchi, dove mancano i ristagni idrici. È qua che si hanno le condizioni ideali in un territorio vocato soprattutto al pascolamento: «Fattore umano che – spiega Onorato – la relazione del 1998 Moroccan locust Dociostaurus maroccanus: afaunistic rarity or an important economic pest? di Alexandre Latchininsky, entomologo e professore associato dell’Università del Wyoming, individua come predisponente all'infestazione delle cavallette».

Per il tecnico di Laore Onorato fondamentali saranno i tempi di intervento da affiancare a un necessario coinvolgimento e informazione delle popolazioni coinvolte. Nella relazione dove vengono riportate cronologicamente tutte le azioni messe in campo in collaborazione con l’Università, comprese le sperimentazioni, emerge proprio nel periodo di inizio della emergenza 2022 l’impossibilità a un confronto e informazione delle le popolazioni locali per la mancata partecipazione di queste agli incontri convocati. Cortocircuiti comunicativi che hanno aggravato e inasprito una situazione già di per sé grave, con gli sciami di cavallette che sono arrivate a assediare centri produttivi e abitati.

Il nodo dei terreni non lavorati

È qua infatti, nella Media valle del Tirso, che si registra una presenza prevalente di aziende agropastorali per allevamento di ovini, con terre che vengono lavorate meno assiduamente. Per il professor Floris il discorso è complesso e va affrontato sotto diversi punti di vista per rispondere alla domanda: cosa non ha funzionato nell’applicazione del programma di lotta triennale messo a punto nella precedente annualità?

È il quarto anno di una invasione che, solo nel 2022, ha decimato pascoli, colture e specie arboree (il suo effetto è stato paragonato a quello degli incendi che hanno interessato il Montiferru, sempre in Sardegna, a fine luglio 2021), partita nel 2019 con 2000 ettari interessati e il grido d'allarme di pastori, agricoltori, e associazioni di categoria con Coldiretti Nuoro Ogliastra che ha tentato in tutti i modi di sensibilizzare le istituzioni e avere le dovute attenzioni per un fenomeno che poteva essere contenuto già da allora.

«Succede che ci troviamo in presenza di un sistema di regole, limiti e spazi di azione altamente contraddittori – spiega ancora Floris – ai quali dobbiamo aggiungere molteplici fattori, quali carenza di mezzi, intoppi burocratici e di competenza, che tutti insieme non possono fare altro che provocare ritardi nella gestione dell’emergenza». Inutile fare una cronistoria dal 2019 a oggi su cosa è stato o non è stato fatto, occorre però capire cosa è mancato e come si sta intervenendo. «Basti pensare che nel vicino Israele dove le invasioni di cavallette sono consuetudine, si nomina un Commissario straordinario che ha poteri anche sull’esercito e può ordinare ad esempio l’intervento immediato anche di questo – precisa –. In Sardegna e in Italia, è chiaro che questo non è possibile, come è altamente improbabile avere delle squadre che contrastano il fenomeno sette giorni su sette e 24 ore su 24».

I trattamenti con sostanze insetticide e le arature

Se gli insetti possono rappresentare un valido aiuto, fondamentali saranno i trattamenti con le sostanze insetticide: l’unica che la normativa permette è la Deltametrina, utilizzata anche per ridurre l’infestazione quando quest’anno sono state segnalate le prime schiuse. «Si sta procedendo a chiedere la deroga al Ministero per l’utilizzo di altri pesticidi biologici, come i funghi entomopatogeni, e credo che arriverà entro quest’anno con la possibilità di utilizzo da aprile (periodo di schiusa delle uova) per quattro mesi» spiega ancora il professore.

Per quest’anno, molti trattamenti con la Deltametrina non sono stati possibili nei terreni in biologico, «e anche per questi si procederà per chiedere una deroga ed evitare che gli agricoltori, nel momento in cui avranno necessità di intervenire con il pesticida, sia esso di sintesi o biologico, abbiano la possibilità di farlo senza incorrere in sanzioni».

Non si potranno fare ovviamente trattamenti con mezzi aerei «ma importante sarà anche l’utilizzo dei droni – aggiunge Floris – per lo spargimento delle sostanze insetticide che permetteranno interventi mirati e che affiancheranno i mezzi che saranno messi a disposizione dal Centro Provinciale Antinsetti, assieme a quelli dell’Agenzia regionale Forestas e dei Vigili del Fuoco, ai quali si chiederà la collaborazione, con una disponibilità di mezzi che non deve essere inferiore ai 60/80 per coprire un territorio ampissimo».

Infine, parte importante in questa lotta avranno le lavorazioni superficiali dei terreni: portando in superficie le uova queste verranno esposte agli agenti atmosferici provocandone la morte. «Ma anche in questo caso sarà fondamentale arare almeno fino a dicembre – suggerisce ancora l’esperto accademico – quando le uova delle cavallette sono a uno stadio di sviluppo ancora iniziale, mentre già con un intervento oltre questo periodo, rischiamo di incidere in maniera minore sulle possibilità che vengano distrutte».

La politica

«Nell’affrontare questa emergenza sono stati commessi degli errori. Riconoscerlo serve a non ripeterli». È quanto ha affermato proprio nella giornata di ieri il Consigliere regionale di maggioranza Pier Luigi Saiu, che ha richiesto la convocazione della Commissione Agricoltura in Consiglio Regionale per incontrare le Associazioni di categoria. Durante l’incontro, l’assessora regionale all’Agricoltura Gabriella Murgia ha annunciato che la Commissione nazionale fitosanitaria ha approvato la bozza del decreto ministeriale per contrastare l'emergenza cavallette nel centro Sardegna.

Il riconoscimento dell’emergenza fitosanitaria da parte del Governo rappresenterà «un importante passo in avanti che ci consentirà, una volta ottenuta la firma del ministro, di programmare gli interventi di prevenzione sui terreni pubblici e privati. La Giunta – ha spiegato la titolare dell’Agricoltura – sta valutando tutte le ipotesi possibili».

Sempre dall’incontro nella V Commissione regionale è emerso che procede l'iter per la costituzione di una Unità di progetto che coordini gli interventi con poteri straordinari, come richiesto da Coldiretti Nuoro Ogliastra e la necessità di incrementare i fondi stanziati per l’emergenza, «con la correzione – ha spiegato il direttore di Coldiretti Nuoro Ogliastra Alessandro Serra – dell’elenco delle particelle interessate dall’invasione degli anni precedenti, dal quale per un errore, mancavano diversi terreni. Questo consentirà di garantire i ristori alle aziende danneggiate».

Cavallette, in Sardegna si spera di combatterle con i coleotteri - Ultima modifica: 2022-07-08T10:21:05+02:00 da Simone Martarello

1 commento

  1. Un problema mai risolto che gli agricoltori sardi hanno da sempre evidenziato alla classe dirigente isolana. Nessuna risposta con danni ingenti alle colture. Ahimè….

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