Il Mipaaf propone sette ecoschemi

Via alla galoppata finale per predisporre il piano strategico nazionale della prossima Pac entro la fine dell'anno. Il punto di partenza è la scelta degli ecoschemi, punto di svolta della politica agraria del futuro. Il Tavolo di partenariato convocato online dal Ministro Stefano Patuanelli con oltre 130 collegamenti digitali ne ha messi a punto 7 rispetto alla rosa di 14 indicata da Bruxelles. C'è il biologico, la riduzione degli antimicrobici in allevamento, mentre la carbon farming è interpretata soprattutto nell'ottica dell'avvicendamento colturale. Sono inseriti nel primo pilastro e saranno un ingrediente necessario per ottenere un pagamento annuale per ettaro che corrisponda alle aspettative dei produttori

La nuova Pac 2023-2027 è in via di definitiva approvazione a Bruxelles; la Commissione Agricoltura e Sviluppo Rurale del Parlamento europeo ha approvato a larga maggioranza (oltre l’80% dei voti favorevoli) i tre testi legislativi della Pac. La plenaria voterà sulla riforma della Pac a novembre.

A livello nazionale, si intensificano i lavori per la scrittura del Piano strategico nazionale; ricordiamo che, nella nuova Pac 2023-2027, gli Stati membri godranno di una maggiore flessibilità per quanto riguarda le modalità di utilizzo delle dotazioni loro assegnate e potranno progettare programmi su misura alle esigenze nazionali.

Gli ecoschemi, e più in generale, l’architettura verde della Pac (che comprende anche la condizionalità e le misure agro-climatico-ambientali del secondo pilastro) sono un tema in cui l’Italia deve adottare importanti decisioni che influiranno in modo rilevante sugli agricoltori.

A tal fine, l’8 settembre 2021, il ministro Stefano Patuanelli ha convocato il 2° Tavolo di Partenariato (il 1° Tavolo si era svolto il 19 aprile 2021), per discutere proprio degli ecoschemi, a partire da una proposta presentata dal ministero.

Articolo pubblicato sulla rubrica Primo piano di Terra e Vita

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Schemi volontari per il clima e l’ambiente

La nuova Pac obbliga ogni Stato membro a dotarsi di schemi volontari per il clima e l’ambiente (eco-schemi) che generano un pagamento annuale per ettaro, aggiuntivo al pagamento di base, agli agricoltori che si impegnano a osservare pratiche agricole benefiche per il clima e l’ambiente.

La nuova Pac prevede che il 25% della dotazione per i pagamenti diretti sia destinata agli eco-schemi per tutto il periodo, con une certa flessibilità: nei primi due anni 2023 e 2024, gli Stati membri hanno la possibilità di impiegare solo il 20%, utilizzando la differenza (tra il 20 e il 25%) nei pagamenti diretti disaccoppiati.

In altre parole, l’accordo prevede un periodo di “apprendimento”, per il 2023 e il 2024, con una “soglia” minima del 20%.

In media, gli ecoschemi rappresenteranno il 25% del massimale nazionale della Pac che in Italia è pari a 3.628,5 milioni euro, pertanto agli ecoschemi saranno destinati 907 milioni di euro (tab. 1).

Gli impegni ambientali sono definiti dagli Stati membri in modo che:

  1. a) oltrepassino i requisiti di gestione obbligatori e le norme in materia di buone condizioni agronomiche e ambientali (condizionalità);
  2. b) vadano oltre i requisiti minimi per l’uso di fertilizzanti e prodotti fitosanitari, il benessere degli animali e altri requisiti obbligatori stabiliti dalla legislazione nazionale e dell’Ue;
  3. c) vadano oltre le condizioni stabilite per il mantenimento dell’attività agricola minima;

siano diversi dagli impegni per i quali sono stati erogati pagamenti agro-climatico-ambientali del secondo pilastro.

Il sostegno dell’eco-schema è erogato sotto forma di un pagamento annuale per ettaro ammissibile, secondo due modalità, stabilite dagli Stati membri:

- importo addizionale al pagamento di base (sul modello del greening);

- importo che compensa i beneficiari, in tutto o in parte, dei costi aggiuntivi sostenuti e del mancato guadagno a seguito degli impegni (sul modello degli attuali pagamenti agro-climatico-ambientali del secondo pilastro).

Tutti gli agricoltori aderiranno agli ecoschemi? Probabilmente no. Gli ecoschemi sono diversi dal greening, in quanto sono più selettivi e gli impegni sono maggiori, per cui alcuni agricoltori potrebbero non trovare convenienza ad accedere al pagamento.

Se tutti gli agricoltori aderissero agli ecoschemi, il pagamento medio è di 93 euro/ha (tab. 1). Questa situazione è solamente indicativa; in realtà, dipende dal tipo di ecoschemi che saranno proposti dall’Italia, dai relativi impegni e dalla percentuale di adesione degli agricoltori.

Gennaio, la lista della Commissione

Un documento della Commissione del gennaio 2021 (List of potential agricultural practices that eco-schemes could support) ha proposto un elenco di 41 pratiche agricole per gli eco-schemi, da cui attingere per le scelte nazionali (vedi Terra&Vita n. 11/2021).

L’elenco degli ecoschemi comprende la mitigazione e l’adattamento ai cambiamenti climatici, la protezione della biodiversità, la riduzione dei pesticidi e la conservazione delle risorse idriche.

Il menu degli ecoschemi, proposto della Commissione europea, è molto ampio e comprende pratiche molto diverse tra loro. L’Italia ha un grande e difficile compito nel selezionare le proposte di eco-schemi. Questa decisione è particolarmente importante perché rappresenta il sostegno del 25% dei pagamenti diretti del periodo 2023-2027 e indirizza le scelte di molti agricoltori.

Articolo pubblicato sulla rubrica Primo piano di Terra e Vita

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Settembre, la mossa del Ministero

Il Ministero ha presentato al Tavolo di Partenariato dell’8 settembre 2021 una lista di 7 ecoschemi, da sottoporre all’attenzione dei decisori nazionali, soprattutto le Regioni e delle rappresentanze.

Precisamente, gli ecoschemi presentati dal Ministero sono:

  1. pagamento per la riduzione del farmaco con l’obiettivo di riduzione dell’impiego di antimicrobici in zootecnia (Eco-1);
  2. premio per l’agricoltura biologica, per favorire la diffusione dell’agricoltura biologica (Eco-2);
  3. premio per la produzione integrata, per ridurre l’uso/rischio dei prodotti fitosanitari (Eco-3);
  4. premio all’inerbimento delle colture permanenti per contrastare il degrado del suolo (Eco-4);
  5. premio per la gestione sostenibile dei pascoli e prati permanenti in aree protette, per favorire la conservazione dei prati e dei pascoli (Eco-5);
  6. premio per l’avvicendamento colturale per aumentare lo stock di carbonio nei suoli (Eco-6);
  7. premio per la copertura vegetale ai fini della biodiversità, allo scopo di tutelare gli impollinatori e mantenere la biodiversità (Eco-7).

Nella tabella 2 sono indicati gli obiettivi strategici, le modalità di pagamento, i target e le possibili varianti.

Un menu per un’ampia platea di agricoltori

La proposta del Ministero è ancora una bozza di ecoschemi, ma già costituisce una pietra miliare per le scelte nazionali. La quasi totalità degli agricoltori italiani può trovare la possibilità di accedere a tali ecoschemi.

Ad esempio gli agricoltori che conducono terreni a seminativo possono accedere all’Eco-6 “avvicendamento colturale” o all’Eco-3 “produzione integrata” o all’Eco-7 “premio per la copertura vegetale ai fini della biodiversità”.

Gli agricoltori che coltivano le colture permanenti (frutteti, vigneti, oliveti, agrumeti, ecc.) hanno facilità di utilizzare l’Eco-4 “inerbimento delle colture permanenti”.

Gli allevatori possono accedere all’Eco-1 “pagamento per la riduzione del farmaco”.

I prati permanenti possono accedere all’Eco-5 “premio gestione e sostenibile pascoli e prati permanenti”, ma solamente nelle aree protette.

Questa proposta è adesso al vaglio delle Regioni e delle rappresentanze del mondo agricolo e ambientalista; nelle prossime settimane, si giungerà alla sua condivisione per l’approvazione definitiva entro il 31 dicembre 2021, insieme a tutte le altre scelte del Piano Strategico nazionale.


L’articolazione dei nuovi pagamenti diretti

La nuova Pac 2023-2027 classifica i pagamenti in sei tipologie (fig. 1):
1. sostegno al reddito di base per la sostenibilità;
2. sostegno ridistributivo complementare;
3. sostegno complementare per i giovani agricoltori;
4. regimi per il clima e l’ambiente (eco-schema);
5. sostegno accoppiato al reddito;
6. pagamento forfettario specifico per i piccoli agricoltori, sostitutivo di tutti i pagamenti diretti.


Le novità, rispetto all’attuale programmazione, sono diverse (fig. 1):
- la soppressione del pagamento greening, i cui importi sono inglobati nel pagamento di base e i cui impegni sono in parte inclusi nella condizionalità;
- l’inserimento di regimi volontari per il clima e l’ambiente (eco-schemi);
- l’obbligatorietà del pagamento ridistributivo.
Il pagamento greening viene soppresso, ma la maggior parte dei suoi impegni (tra cui l’obbligo di aree ecologiche - EFA) vengono inglobati nella condizionalità rafforzata e costituiscono il presupposto per il percepimento del pagamento di base.
Gli eco-schemi sono invece una nuova componente dei pagamenti diretti e richiedono impegni ambientali aggiuntivi alla condizionalità (fig. 2).

Il Mipaaf propone sette ecoschemi - Ultima modifica: 2021-09-16T19:21:10+02:00 da Roberta Ponci

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