Condifesa Calabria: «Una polizza gelo ad hoc per le colture invernali»

polizza gelo
Codipacal impegnato a diffondere la cultura assicurativa in una terra difficile come la Calabria. I risultati degli ultimi anni sono incoraggianti, ma per facilitare le cose servono strumenti pensati per il tipo di colture tipiche della zona

«Istituzioni e compagnie assicurative dovrebbero sedersi attorno a un tavolo e creare una polizza gelo per le colture invernali. Quella sottoscrivibile oggi è pensata per le gelate primaverili e ai nostri agrumicoltori non serve». Questo il messaggio più forte lanciato dal direttore del Condifesa Calabria Paolo Sessa nel descrivere il lavoro del consorzio Codipacal, attivo dal 2011 per sviluppare la cultura delle coperture assicurative nel settore primario dal Pollino all’Aspromonte. Un compito non semplice, che però pian piano sta dando i suoi frutti. Negli ultimi cinque anni ettari e valori assicurati sono cresciuti in maniera costante.

I numeri del consorzio

Dopo l’uscita di 35 aziende che hanno deciso di sposare il circuito Coordifesa di Confagricoltura, il Codipacal può contare su 236 soci. Nel 2019 il valore assicurato per le colture vegetali ha superato i 17 milioni di euro (+17,3% rispetto al 2018), mentre i premi pagati sono stati di 866mila euro (+33,5% rispetto al 2018). Le superfici assicurate hanno raggiunto i 3.308 ettari, con un incremento di un terzo rispetto all’anno precedente. I cinque prodotti più assicurati per valori sono stati nettarine (oltre tre milioni di euro), mandarini (2,86 milioni), poi pesche, albicocche, olive da olio e actinidia.

Per volumi al primo posto i mandarini con poco meno di 70mila quintali, seguiti dalle nettarine con 61mila quintali, poi pesche, olive da olio e pomodori. Segno meno per la zootecnia, che rispetto al 2018 ha fatto registrare un calo dei premi del 30,8%, fermandosi poco sopra i tre milioni di euro, quasi tutti per proteggere i bovini da latte. Stesso trend per i premi, calati del 29,6%. Boom invece per le coperture relative alle strutture: con quasi 2,6 milioni di valori assicurati hanno messo a segno un incremento dell’88,7% rispetto al 2018.

«Questi numeri denotano un maggior interesse degli agricoltori verso le polizze – spiega Sessa – in piccola parte dovuto all’incentivo di 2 punti nelle graduatorie dei Psr per chi è assicurato, ma in buona parte al lavoro del consorzio per garantire un servizio efficiente, una capacità commerciale tesa a convenzionare il maggior numero di compagnie e di broker e a tessere relazioni utili per incrementare gli stakeholder nel territorio calabrese».

La stragrande maggioranza delle aziende ha deciso di assicurarsi anche nel 2020. «Forse le aziende più piccole fanno fatica – ammette Sessa – magari non ci sarà la crescita degli anni scorsi, ma, anche considerando tutto quello che è successo negli ultimi mesi, siamo comunque soddisfatti».

Paolo Sessa

Le gelate e gli agrumi

«Spingiamo molto sulle tre garanzie di avversità di frequenza allegando le accessorie (colpo di sole, ondata di calore, sbalzo termico ndr) – precisa Sessa – poche le aziende che si assicurano per le catastrofali, sia perché il gelo è molto raro a queste latitudini, sia perché se anche dovesse gelare lo farebbe d’inverno, mentre la garanzia gelo classica è pensata per le gelate primaverili del Nord Italia, ha una franchigia al 30% che può andare bene all’agricoltore a inizio coltura, perché non ha ancora sostenuto una serie di costi di coltivazione.

Mentre per gli agrumi il gelo arriva a dicembre o gennaio, magari pochi giorni prima della raccolta, quando gli imprenditori agricoli hanno già sostenuto tutti i costi di gestione per portare a compimento la coltura: concimazioni, diradamenti, trattamenti, perciò una franchigia al 30% disincentiva l’accensione delle polizze contro il gelo da parte degli agrumicoltori. Per venire in contro alle nostre esigenze per un paio d’anni Generali ci ha concesso in deroga la franchigia al 20% – racconta Sessa – ma essendo stata l’unica compagnia a farlo si è accollata il 100% del rischio e ha dovuto pagare indennizzi importanti che l’hanno fatta tornare sui suoi passi.

Ecco perché compagine e istituzioni dovrebbero lavorare insieme per creare un prodotto gelo dedicato agli agrumi e in generale ai prodotti invernali: cavoli, finocchi e spinaci. La differenza fondamentale rispetto alla polizza gelo classica – fa notare il direttore del Codipacal – è che il gelo per i prodotti invernali non è una garanzia catastrofale, ma di frequenza».

Quella contro la grandine, invece, non è una copertura che gli agrumicoltori considerano perché in Calabria si fanno centinaia di ettari di agrumi e se anche una parte di prodotto non è perfetta perché ha subito i danni di una grandinata, non va buttata, ma viene destinata all’industria di trasformazione.

Un doppio handicap

«In Calabria manca la cultura assicurativa – ammette Sessa – perciò stiamo lavorando con le associazioni di categoria per cercare di sensibilizzare gli imprenditori agricoli ad assicurarsi e da poco più di un anno anche attraverso il web con il sito e i social network. Cerchiamo di coinvolgere anche i tecnici, agronomi e periti. Noi siamo al livello dove Trentino, Veneto e Lombardia erano negli anni Ottanta. I giovani sono più sensibili allo strumento assicurativo, anche perché hanno meno risorse per reggere l’urto di eventuali perdite. Ma serviranno anni per raccogliere quello che stiamo seminando».

A complicare le cose c’è lo scarso interesse delle compagnie a offrire il servizio. «Sono pochissime quelle che hanno accettato di lavorare in Calabria – lamenta Sessa – sia perché hanno avuto problemi in passato, sia perché non hanno interesse a mettere in piedi una rete di personale per gestire pochi clienti, preferiscono concentrarsi su aree dove in pochi ettari c’è molto valore. Questo va a scapito degli agricoltori calabresi, perché si viene a creare una situazione per la quale ci sono offerte diverse per agricolture uguali. Come consorzio cerchiamo di allargare il più possibile il ventaglio dell’offerta coinvolgendo più compagnie, aumentando la concorrenza per offrire migliori condizioni ai soci».

I nuovi strumenti per gestire i rischi

Non è facile ragionare di strumenti innovativi a una platea di imprenditori agricoli per i quali è già una grande novità assicurarsi con le polizze classiche. Però il Codipacal guarda anche alle polizze indicizzate e agli ISTs per valutare quali vantaggi potrebbero rappresentare per il tipo di agricoltura calabrese. Meno appeal, invece, per fondi mutualistici classici e standard value.

«Stiamo cercando di recuperare il gap con il Centronord – spiega Sessa – ma non si tratta solo di un problema culturale, manca proprio la percezione del rischio, anche perché finora queste zone non hanno mai subito grossi danni per avversità climatiche. Però il climate change comincia a farsi sentire anche qui».

I fondi di mutualità non sono la cosa più semplice da mettere in piedi in Calabria. «Questo strumento va bene dove ci sono grandi masse di prodotto – sottolinea Sessa – quindi per la Calabria ad esempio sulle drupacee. Ma il sottofranchigia è ormai una quota che i produttori accettano come perdita. Semmai si potrebbe ragionare di un fondo per gli agrumi o per le fitopatie di alcune colture tipo gli ortaggi.

La standard value è stata testata e tarata sulle commodity. Quando si ragiona sulla frutta è più complicato. Più aumenta il valore del prodotto più una polizza standard è sconveniente. Vedo qualche spiraglio per le polizze indicizzate nell’olivicoltura – conclude Sessa – e credo che gli ISTs si svilupperanno anche qui nei prossimi anni».

Condifesa Calabria: «Una polizza gelo ad hoc per le colture invernali» - Ultima modifica: 2020-06-01T10:24:37+02:00 da Simone Martarello

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