Condifesa Lombardia Nordest: «Il rischio va condiviso»

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Il presidente Giacomo Lussignoli impegnato per un cambio di mentalità degli imprenditori agricoli. In una zona prevalentemente zootecnica si sperimenta il primo fondo mutualistico per il latte bovino

«Agli agricoltori e allevatori associati chiediamo un cambio di mentalità e di sviluppare sempre di più una propensione imprenditoriale. Per maneggiare i nuovi strumenti assicurativi serve professionalità, bisogna conoscere i numeri della propria azienda. E poi bisogna accettare il fatto che il rischio d’impresa va condiviso».

Ha le idee molto chiare il presidente del Condifesa Lombardia Nordest Giacomo Lussignoli, alla guida di una realtà attiva in cinque province (Lecco, Como, Brescia, Varese e Sondrio), che vanta oltre 4.300 associati e 370 milioni di valori assicurati. La gran parte dei soci conduce aziende zootecniche.

Non a caso proprio qui è partita da quest’anno la sperimentazione del primo fondo ISTs sul latte che vanta già 400 aderenti. E considerate le tensioni sul prezzo della materia prima generate durante il lockdown della scorsa primavera, per lo strumento non poteva esserci stress test più probante. Inoltre, in alcuni terreni dei soci, il Condifesa sperimenta nuove tecniche colturali insieme alle più importanti università italiane e straniere. Notevole anche il lavoro per il monitoraggio dei principali fitofagi del mais e l’invio agli iscritti di indicazioni su come e quando eseguire i trattamenti. Molto sviluppata l’attività di comunicazione, con un sito, tre newsletter e due canali social.

Sempre più consapevoli

«I cambiamenti climatici non sono un’emergenza futura ma una realtà con la quale l’agricoltura sta già facendo i conti – spiega Lussignoli – i fenomeni estremi anche di quest’estate confermano che la tutela dei raccolti tramite lo strumento delle assicurazioni agevolate è una scelta imprenditoriale ormai centrale nella strategia delle aziende del settore primario. I primi dati 2020 – sottolinea – confermano che tra gli agricoltori si sta consolidando e rafforzando una consapevolezza tutta nuova sull’emergenza climatica e sulla necessità di difendere il reddito aziendale». Oltre al clima, a favore degli strumenti assicurativi giocano anche i timori di nuove epidemie nel settore zootecnico.

«Negli ultimi dieci anni c’è stato un trend di crescita dei danni alle colture – fa notare Lussignoli – quindi si è sviluppata una maggiore propensione a proteggere i raccolti, soprattutto ortaggi, frutta  e uva da vino. Poi c’è stato di certo un grande lavoro da parte nostra per sensibilizzare gli agricoltori. Utilizziamo in modo diffuso le multirischi e le index based. Nelle multirischi cerchiamo di inserire proposte assicurative con sei o nove garanzie. Per gli ortaggi, frutta  e uva da vino, ovviamente, molto più facile che si sottoscriva una nove rischi, per i cereali magari ci si può orientare anche sulla sei».

Polizze "su misura"

Nelle trattative con le compagnie il Condifesa Lombardia Nordest ha definito condizioni relative alle avversità che negli ultimi anni si sono rivelate sempre più frequenti. Come gelo, vento forte, siccità, eccesso di pioggia. «Perché i danni da grandine – precisa il presidente – seppure ancora importanti, non sono più i soli a danneggiare le produzioni agricole, quindi il ruolo dei Condifesa è determinante per proporre soluzioni assicurative tagliate su misura dei soci».

La frequenza di eventi calamitosi sta costringendo le compagnie a erogare risarcimenti superiori ai premi raccolti. Questo ha creato problemi ai Condifesa in fase di trattativa. «Con l’ultima riforma del sistema assicurativo, quindi con l’allargamento delle tipologie di coperture, abbiamo più possibilità di rispondere alle richieste dei nostri soci – assicura Lussignoli – la riflessione sulla necessità dell’allargamento della copertura assicurativa anche alle imprese che non si sono mai assicurate rimane però aperta. Bisogna trovare soluzioni. Le variabili che possono incidere sulla quantità e qualità dei raccolti e sui prezzi di mercato devono essere viste come rischi d’impresa. Il fattore atmosferico è solo una di queste».

Giacomo Lussignoli

I pionieri del fondo latte

Tra gli strumenti per proteggersi dalle incognite del mercato ci sono i fondi mutualistici ISTs. E proprio in Lombardia quest’anno è nato il primo dedicato al latte bovino. Oggi sono 400 gli allevatori che l’hanno sottoscritto, soci di cinque Condifesa appartenenti al neo costituito Agrifondo mutualistico lombardo: Pavia, Lombardia Nordest, Milano, Mantova Cremona e Bergamo.

Lo scopo è mantenere la sostenibilità delle aziende agricole proteggendo il reddito. La quota di adesione al fondo è variabile a seconda delle dimensioni aziendali e del valore dei prodotti. L’Ue riconosce un contributo del 70% al fondo. All’allevatore aderire costa qualche decimo di euro per quintale di latte.

In base a quanto prevede la legge aderire al fondo ISTs consente a un allevatore di avere una copertura in caso di calo superiore al 20% del differenziale netto tra costi e ricavi della produzione. «È necessario un cambio di mentalità da parte degli imprenditori agricoli – sottolinea Lussignoli – serve una specifica propensione imprenditoriale e grande professionalità. Questi strumenti sono più evoluti rispetto alle polizze tradizionali: sono in grado di dare un giusto ristoro per le necessità reali che si possono presentare».

Il Condifesa Lombardia Nordest crede in questo strumento e promuoverà l’attivazione di fondi ISTs anche in altri comparti.

Ricerca continua

Da qualche anno il Condifesa Lombardia Nordest ha creato un servizio tecnico di consulenza gratuito a disposizione di tutti gli associati. Composto da sette tecnici, realizza progetti di ricerca e sperimentazione nei campi dei soci per combattere al meglio le avversità fitosanitarie. I progetti sono realizzati in collaborazione con università italiane e straniere, con enti pubblici e aziende produttrici di mezzi tecnici per la difesa.

«Ad esempio, più una decina d’anni fa abbiamo iniziato una collaborazione con la Purdue University  dell’Indiana – racconta Lussignoli – siamo riusciti a realizzare un protocollo di difesa per la diabrotica del mais». I settori principali su cui si concentrano le sperimentazioni sono maidicolo, viticolo e frutticolo. E per diffondere al massimo i risultati di queste prove il Condifesa organizza visite in campo e convegni rivolti ad agricoltori, tecnici e studenti di istituti agrari e università.

«Sulla vite ci siamo occupati di flavescenza dorata, mentre in questo periodo stiamo cercando di fronteggiare la carie del legno. Stiamo facendo interventi di sanificazione e salvaguardia dei vitigni, soprattutto quelli storici,  per non rischiare di perdere la catena di valore e di qualità del prodotto».

Una cinquantina di associati gestisce il terreno con la minima lavorazione. Inoltre, si sperimentano le cover crop. Il condifesa ha contatti con tutte le maggiori università del Nord Italia per progetti che studiano le migliori varietà e tecniche per far fruttare al massimo l’investimento. «Anche in questo caso il primo scoglio da superare è quello mentale – ribadisce Lussignoli –. Cioè convincere gli agricoltori a seminare qualcosa che non raccoglieranno. Dobbiamo spiegare bene tutte le potenzialità e i benefici».

Numeri in crescita

Nella campagna assicurativa 2019 il Condifesa Lombardia Nordest ha sottoscritto 5.913 certificati da una base che rappresenta circa il 70% degli associati. Nel totale dei valori la zootecnia spicca con oltre 160 milioni, seguita dalle produzioni vegetali (91 milioni), dall’uva da vino (75,8 milioni) e dalle strutture (serre e tunnel per oltre 41 milioni).

Il totale dei premi assicurativi pagati alle compagnie è stato di 15,5 milioni. Il solo settore delle assicurazioni vegetali (uva compresa) vale un totale di premi pari a poco più di 11 milioni. Ma ha goduto di risarcimenti che hanno sfondato il tetto dei 17 milioni per un rapporto complessivo pari al 158,35%. Per dare un’idea dell’incremento dei valori assicurati ecco qualche confronto: nel 2016 il Condifesa assicurava 40 milioni di uva, oggi 76, quasi il doppio. I vegetali in tre anni sono cresciuti di quasi 12 milioni: da 80 a 91,5. Anche la zootecnia ha quasi raddoppiato da 90 milioni del 2016 a 162.

Condifesa Lombardia Nordest: «Il rischio va condiviso» - Ultima modifica: 2020-10-21T17:03:28+02:00 da Simone Martarello

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