Chiarimenti sui certificati per preservare i lavoratori più a rischio

Immunodepressi, disabili, persone reduci da altre malattie gravi: l’emergenza coronavirus sta facendo saltare gli schemi anche nella gestione dei rapporti di lavoro. Nelle attività essenziali come l’agricoltura c’è la necessità di salvaguardare le categorie di lavoratori più a rischio. Un chiarimento della presidenza del Consiglio dei Ministri stabilisce le autorità autorizzate a rilasciare i certificati e indica la corretta gestione di questi casi scongiurando attriti tra dipendenti e datori di lavoro

La Presidenza del Consiglio dei Ministri Ufficio per le politiche in favore delle persone con disabilità ha fornito importanti chiarimenti circa la competenza a redigere certificati medici per lasciare a casa, fino al 30 aprile 2020, i disabili gravi e gli immunodepressi o i lavoratori provenienti da esiti di patologie oncologiche o dallo svolgimento di terapie salvavita.

Assenza equiparata a ricovero ospedaliero

La norma ha specificato che le assenze dal lavoro per queste motivazioni deve essere equiparato al periodo di ricovero ospedaliero.

Il chiarimento è anche di interesse sia dei lavoratori del comparto agricolo che degli imprenditori agricoli ed ha come finalità quella di chiarire cosa il legislatore ha inteso indicare con il termine “competenti organi medico legali”, preposti a redigere i certificati.

In pratica è stato stabilito che sono abilitati al rilascio di tali certificati le seguenti tipologie di medici, oltre ai servizi di medicina legale delle ASL:

  • i medici di base;
  • i medici convenzionati con il Servizio Sanitario Nazionale.

E’ stato chiarito che ai medici convenzionati con il Servizio Sanitario Nazionale è riconosciuto, anche oltre l’ambito di competenza della Asl dove operano, il ruolo di pubblico ufficiale, per cui i certificati che essi rilasciano sono da considerarsi a tutti gli effetti validi per la questo fine.

Preservare le persone più a rischio

Le indicazioni fornite dalla presidenza del Consiglio dei Ministri ha chiarito che l’articolo 26 comma 2 del D.L.18/2020 avendo come finalità quella di tutelare tutte le persone che attualmente si trovano in una condizione di estrema fragilità fisica che in questo periodo di emergenza epidemiologica vedono la propria vita in forte pericolo, nel caso in cui dovessero subire un contagio da Covid-19.

Non occorre il servizio di medicina legale

Pertanto secondo la Presidenza del Consiglio dei Ministri in questo momento per ridurre la massimo l’esposizione al rischio di queste persone, si ritiene inopportuno limitare solo ai servizi di medicina legale delle singole ASL la possibilità di rilasciare certificati per lasciare a casa lavoratori affetti da tali patologie. È stato chiarito che se la possibilità di emettere certificati fosse limitata solo ai questi servizi si finirebbe con il complicare sia le modalità che le tempistiche utili a poter usufruire del beneficio dei lavoratori interessati, provocando un aumento di circolazione di queste persone.

Chiarimenti sui certificati per preservare i lavoratori più a rischio - Ultima modifica: 2020-04-04T18:34:50+02:00 da Lorenzo Tosi

LASCIA UN COMMENTO

Per favore inserisci il tuo commento
Per favore inserisci il tuo nome